Sabato 18 Maggio 2024

10.05.28 Raiffeisen Zentralbank WienAlla vigilia del nuovo pacchetto di provvedimenti che l’Austria – come l’Italia e gli altri Paesi europei – dovrà varare per riequilibrare i conti pubblici, il governo ha presentato un primo bilancio degli aiuti deliberati un anno e mezzo fa per salvare il sistema bancario nel bel mezzo della crisi finanziaria internazionale. L’insieme di misure adottate va sotto il nome di “Bankenpaket” e corrisponde, in parte, ai nostri Tremonti bond. Consisteva (e consiste) in interventi di vera e propria partecipazione al capitale degli istituti e in emissione di garanzie in favore dei crediti da essi concessi. I primi ammontano a 5,4 miliardi, le seconde a 20,4 miliardi. Il bilancio dopo un anno e mezzo è ancora all’insegna dell’incertezza: il sistema nel suo complesso ha retto, ma due banche (Hypo Group e Kommunalkredit) stavano per fallire e sono state salvate dallo Stato, attraverso la nazionalizzazione; altre due banche navigano ancora in acque procellose.

Gli interventi di partecipazione al capitale hanno riguardato la Raiffeisen Zentralbank per 1,750 miliardi, la Erste Bank per 1,224 miliardi, la Bawag per 550 milioni, la Volksbank per un miliardo e Hypo Group Alpe Adria per 900 milioni. Inizialmente pareva che volesse attingere ai fondi pubblici anche Bank Austria, la più importante banca austriaca, ma alla fine ha rinunciato, riuscendo a trarsi d’impaccio con mezzi propri, come del resto ha fatto in Italia la controllante Unicredit.

Anche perché l’aiuto dello Stato a ben vedere risulta piuttosto oneroso: per il denaro messo a disposizione è prevista una remunerazione annua tra l’8 e il 9,3%. Soltanto la Raiffeisen Zentralbank, la Erste Bank e la Bawag hanno onorato l’impegno, versando rispettivamente 140, 98 e 26 milioni di euro nel 2009. La Volksbank, che ha chiuso anche il bilancio 2009 in perdita, non ha restituito nulla. Hypo Group, come è noto, non soltanto non ha restituito nulla, ma è stata nazionalizzata con un ulteriore intervento dello Stato di 1,6 miliardi.

La dimensione del disastro Hypo Group è imponente. Basti considerare che ai 900 milioni versati inizialmente dallo Stato come partecipazione al capitale (quando si ignorava ancora che la holding fosse sull’orlo del fallimento) e ai 1600 milioni spesi per la nazionalizzazione, si devono aggiungere i 3,7 miliardi che il gruppo è costato all’ex azionista di maggioranza Bayern Lb (di proprietà del Land Baviera), nonché i 400 e i 30 milioni che gli ex azionisti Land Carinzia e Grawe dovranno rispettivamente versare per il risanamento. Se poi si aggiungono i 411 milioni di perdita previsti quest’anno, ecco che la voragine Hypo Group supera i 7 miliardi di euro: quasi quattro volte quanto all’Austria è costato il salvataggio della Grecia.

Le banche che hanno usufruito anche delle garanzie statali sono le stesse che hanno beneficiato degli interventi nel capitale. L’impegno su questo fronte, come abbiamo detto, è stato di 20,4 miliardi, cui si devono aggiungere garanzie prestate già nel 2008 (ma computate nel 2009) di 400 milioni per la Constantia Privatbank e di 1,2 miliardi per il Kommunalkredit (poi nazionalizzato). Anche le garanzie hanno un costo: nel 2009 lo Stato ne ha ricavato 217 milioni che, sommati agli interessi per gli interventi nel capitale delle banche menzionate sopra, portano il totale a 480 milioni. Ma, siccome lo Stato non stampa il denaro, ma deve a sua volta prenderlo in prestito per darlo alle banche, ciò ha comportato un onere di 205 milioni.

La differenza registrata in entrata nel bilancio statale 2009 è di 275 milioni. Se tutte le banche avessero pagato il dovuto sarebbero stati 440. Il conto finanziario, dopo un anno e mezzo, è dunque negativo. Ma l’importante è che il sistema bancario almeno finora abbia retto.

Nella foto, il palazzo della Raiffeisen Zentralbank a Vienna, l’istituto che più di tutti ha beneficiato della capitalizzazione pubblica.

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