Sabato 18 Maggio 2024

12.10.26 curiosity-heat-shield-1600Il 24 agosto scorso è decollato da Cape Canaveral il razzo Atlas 5 nell’ambito della missione Nasa “Radiation Belt Storm Probes” (Rbsp). Lo Space Research Institute (Iwf) di Graz dell’Accademia austriaca delle scienze è coinvolto nello studio e nella valutazione dei dati della navicella sulle radiazioni nell’orbita terrestre che verranno raccolti. Anche la società viennese Ruag Space è impegnata in questo progetto: a partire dal 2016 due ricevitori gps sviluppati in Austria e progettati per l’utilizzo nello spazio saranno installati sul satellite di osservazione della Terra “IceSat-2”.

 

Gli scienziati di Graz coinvolti nel progetto Rbsp si concentreranno principalmente sull’analisi dei campi elettrici e magnetici. “Ci focalizzeremo sulla fisica di ciò che sta accadendo in orbita, relativamente ai campi elettromagnetici, ma naturalmente anche tramite i dati sulle particelle”, spiega Wolfgang Baumjohann, capo dello Iwf. Ruag Space, società austriaca specializzata nella tecnologia aerospaziale, è stata incaricata di produrre e fornire i ricevitori gps che consentiranno al satellite “IceSat-2” di determinare e trasmettere la sua precisa posizione. A partire dal 2016 questo satellite sostituirà “IceSat-1”, grazie al quale fino al 2010 sono stati monitorati lo stato e le variazioni degli strati di ghiaccio che ricoprono la Groenlandia e l’Antartide.

 

Dotato di un più potente sistema a raggi laser multipli di individuazione del campo per la misurazione della distanza, “IceSat-2” sarà in grado di misurare con precisione lo spessore della superficie ghiacciata. Sulla base dei dati raccolti verranno disegnate le mappe esatte dell’altitudine di queste zone impervie.

 

L’Austria continua a confermarsi come ambita sede di ricerca in Europa nei settori del futuro, come bioscienze, ambiente ed energia, tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic), mobilità e traffico. Anche nel 2011 la repubblica alpina si è attestata ben al di sopra della media Ue, con una quota di ricerca del 2,79%, mentre il volume totale degli investimenti in ricerca e sviluppo per la prima volta ha superato la soglia degli 8 miliardi di euro. Più della metà degli investimenti delle imprese in questo settore – per un totale di 2,6 miliardi – proviene da imprese a controllo estero.

 

La dinamica della forza innovativa si manifesta anche nell’obiettivo prefissato per il 2020: un ulteriore incremento della quota di ricerca fino ad arrivare al 3,76% – valore nettamente al di sopra del volume di investimenti in ricerca e sviluppo del 3% del Pil, definito dall’Unione europea nella strategia di crescita Europa 2020.

 

[Contributo di ABA-Invest in Austria]

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