Sabato 18 Maggio 2024

13.10.23 Manifesto elettorale Frank StronachQuel che è certo è che il 29 ottobre si terrà la seduta di insediamento del neoeletto Parlamento austriaco e che da due giorni otto commissioni miste Spö-Övp sono al lavoro per redigere un programma del costituendo nuovo governo (che verosimilmente sarà dunque di nuovo una “Grosse Koalition”). Meno certo è il destino del “Team Stronach”, il nuovo movimento politico fondato dal miliardario austro-canadese Frank Stronach, entrato in Parlamento con il 5,7% e 11 deputati (su 183). L’anziano “zio d’America”, infatti, sembra essersi già stancato del suo impegno politico, probabilmente deluso dal risultato elettorale, effettivamente modesto per uno che vi aveva investito 25 milioni di euro e che si era presentato agli elettori austriaci come “salvatore della patria”, pronto ad assumere il ruolo di cancelliere.

 

Che Stronach sia già con un piede fuori dalla politica lo si evince da molti elementi. In primo luogo dalla richiesta trasmessa alle organizzazioni regionali del movimento di riavere indietro i soldi spesi nella campagna elettorale. Dei 25 milioni investiti, infatti, 10 dovevano considerarsi a fondo perduto, mentre gli altri 15 erano una sorta di prestito. Ai suoi “luogotenenti” sul territorio, infatti, nel bel mezzo della campagna elettorale, aveva fatto sottoscrivere una cambiale, che ora intende riscuotere.

 

Dal Land Carinzia, per esempio, dovrà riavere un milione di euro, dal Land Bassa Austria addirittura 3,5 milioni. I responsabili sul territorio del “Team Stronach” non dormono più la notte, perché lo “zio d’America” forse non sarà un politico acuto, ma è ricco sfondato proprio perché sa come si fanno e si conservano i soldi. E ora quei suoi soldi li rivuole indietro, magari a rate (per la Bassa Austria ha concesso 5 anni di tempo).

 

C’è da chiedersi come mai i dirigenti regionali del movimento si fossero lasciati convincere a sottoscrivere quel prestito, per un ammontare che mai e poi mai saranno in grado di restituire, nemmeno attingendo al pur cospicuo finanziamento pubblico dei partiti. Probabilmente lo hanno fatto per leggerezza, convinti che fosse una formalità, o forse anche perché in piena campagna elettorale non avevano altra scelta. Fatto sta che ora il vecchio rivuole i suoi soldi e molti se ne stanno andando dal “team” per non essere chiamati a pagare.

Sui tempi dell’uscita di scena di Stronach è difficile fare previsioni. Ieri, per esempio, reduce dal Canada, dove trascorre sei mesi all’anno, ha presieduto un direttivo del suo partito, dando segnali di volersi riappacificare con i suoi collaboratori e chiedendo addirittura loro scusa. Gli analisti politici riuscirebbero senza dubbio a trarre delle conclusioni da un simile comportamento. Ma Stronach non è un politico in senso classico e anche gli analisti sbagliano nel giudicarlo. Stronach non sapeva neppure come avviene l’elezione dei deputati in Parlamento (pensava che, una volta assegnati i seggi tra i partiti, sarebbe spettato a lui di scegliere chi mandare, come era solito fare nelle sue fabbriche). Per questo è difficile prevedere quel che farà domani e dopodomani.

 

Nella seduta di ieri Stronach ha annunciato che intende partecipare alla prima seduta del Parlamento (di cui, peraltro, è stato eletto a far parte). E dopo? Uno che collabora con lui da molti anni è convinto che subito dopo Stronach si farà da parte. “Ne ha abbastanza della politica – ha dichiarato al settimanale “Profil” – e dell’Austria. Inoltre la famiglia fa pressione su di lui perché lasci tutto: ha già speso fin troppo tempo e denaro”.

 

Senza Stronach il “Team Stronach” è morto, come il Pdl senza Berlusconi. E già ci si chiede a quali porti approderanno i deputati del movimento, quando forse diventeranno ex deputati di quel movimento. Due degli 11 del gruppo Stronach venivano dall’Övp e forse ritorneranno all’Övp, altri quattro erano dell’Fpö e forse ritorneranno all’Fpö. Spostamenti minimi, ma che in un Parlamento dove non esistono più grandi partiti politici potrebbero modificare sensibilmente gli equilibri.

 

Nella foto, Frank Stronach in un manifesto della recente campagna elettorale.

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