Sabato 18 Maggio 2024

13-09-01-heinz-christian-strache-apa726Nel giorno della festa nazionale dell’Austria, che cade il 26 ottobre, ecco che il leader della destra nazional-liberale, Heinz-Christian Strache, esce su Facebook con una provocazione, che ricorda molto quelle, a suo tempo, di Jörg Haider. Ai suoi più di 400.000 “amici” Strache augura “buona giornata di festa”, dedicando loro una strofa dell’inno “Sia benedetta senza fine”.

Oggetto della benedizione è l’Austria e il verso è quello con cui si inizia l’inno nazionale della Prima Repubblica, quella uscita nel 1918 dalle ceneri dell’impero absburgico. L’autore è il sacerdote e poeta stiriano Ottokar Kernstock, fervente “tedesco nazionale”, fautore cioè del ricongiungimento dell’Austria alla grande Germania e alla “Kulturnation” tedesca.

Sugli orientamenti pan-tedeschi del reverendo Kernstock non vi sono dubbi, basta leggere l’intero testo del suo inno e in particolare il verso che invoca l’avvento della “Deutschösterreich”: “Terra della libertà, terra della luce, Dio sia con te, Austria tedesca!” Ma, se si allarga lo sguardo all’intera produzione poetica del sacerdote, ci si imbatte anche in un “Canto della croce uncinata”, composto per la sezione di Fürstenfeld del Partito nazista.

Ottokar Kernstock non vedrà l’Anschluss e non conoscerà la ferocia del nazismo e i suoi campi di sterminio, perché morirà già nel 1928. Ma il sacerdote-poeta è, per così dire, un antesignano del nazismo, impregnato di antisemitismo, come lo era del resto a quel tempo anche il Partito cristiano-sociale, benché avversario del nazionalsocialismo.

Comprensibili, dunque, le reazioni suscitate dal post di Strache su Facebook. Alle critiche dei suoi contestatori, il leader della destra replica ricordando che “la storia democratica dell’Austria incomincia con la Prima Repubblica”, che all’inizio fu chiamata appunto “Deutschösterreich” (Austria tedesca), definizione che poi i vincitori della guerra vollero fosse cancellata, aborrendo una carta politica dell’Europa che vedesse l’Austria trasformata in un Land germanico.

Da questo punto di vista Strache ha ragione: l’inno di Kernstock non appartiene al nazismo, ma agli albori dell’Austria democratica. I suoi contestatori, tuttavia, colgono soprattutto il richiamo agli ideali tedesco-nazionali di quel tempo, che sono gli stessi di quanti, oggi, nell’estrema destra, vagheggiano una grande Germania e considerano l’Austria “un aborto” (la definizione fu usata da Haider). L’uscita estemporanea di Strache appare dunque una strizzatina d’occhio all’ala destra del suo partito, ma senza esagerare troppo, per non passare per neonazista. A due anni dalle elezioni politiche sarebbe un rischio troppo grande, per uno che “rischia” di diventare il prossimo cancelliere austriaco.

 

NELLA FOTO, il segretario politico dell’Fpö, Heinz-Christian Strache.

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