Giorno dopo giorno si scoprono nuovi altarini della vita pubblica e privata di Heinz-Christian Strache, già leader dell’Fpö dal 2005 al 2019 e vicecancelliere del primo governo Kurz, dimissionario dopo lo scandalo del video di Ibiza. L’ultimo riguarda una nota spese di 8.000 euro messi in conto al partito per l’acquisto di farmaci: un terzo di quella somma era servita per prodotti dietetici, i restanti 5.400 per prodotti destinati, come dire, al potenziamento della virilità (sugli scontrini rilasciati dalla storica farmacia “Zum goldenen Reichsapfel” si legge il nome del farmaco: Cialis). La nota è venuta alla luce nel corso delle indagini sulle spese esorbitanti sostenute dall’ex leader dell’estrema destra sovranista nel corso del suo lungo incarico, che gli avevano consentito da ultimo di incassare ogni mese più o meno 42.000 euro, tra indennità di carica (vicecancelleria), stipendio di partito e rimborsi spese.
Il suo legale non ha messo in dubbio l’autenticità dell’informazione, ma ha solo affermato che il suo assistito aveva interamente rimborsato all’Fpö quegli 8.000 euro. Un modo davvero strano di gestire le proprie spese: prima acquisti farmaci, che almeno in parte dovrebbero essere pagati dal servizio sanitario; poi li metti in conto al partito, chiedendone il rimborso; infine restituisci al partito i soldi che hai ricevuto come rimborso.
Strache, dal canto suo, ha scritto in un tweet che i farmaci in questione gli erano stati prescritti dal medico contro la “iperplasia della prostata”, aggiungendo che “non c’è nulla di più tignoso che riferire sulle malattie” di una persona, “indipendentemente dal fatto che essa svolga un ruolo pubblico o meno”. Dal suo punto di vista Strache ha ragione. Ma la notizia dei suoi acquisti in abbondanza di Cialis ci consente di fare due considerazioni.
La prima riguarda l’atteggiamento della stampa austriaca nei confronti della privacy. Quella dei privati cittadini, come l’autore di questo blog e suppongo gran parte dei suoi lettori, è sacrosanta. Nei giornali austriaci non troverete mai il nome delle persone coinvolte in fatti di cronaca nera, sia che si tratti di omicidi, sia che si tratti di sciatori che si sono fratturati una gamba cadendo. Si riporta l’età, la professione, alle volte la nazionalità, il luogo di residenza, a volte nemmeno quello, quando si tratta di un piccolo paese, dove l’identificazione sarebbe troppo facile.
Questo rispetto della privacy non è stabilito per legge, ma è suggerito da un codice deontologico che non tutti i giornali osservano allo stesso modo. Ma in genere non si va mai oltre la citazione delle iniziali o del nome di battesimo, mentre del cognome resta solo l’iniziale.
Il discorso cambia se il protagonista del fatto di cronaca è un uomo pubblico. In questo caso non c’è alcuna privacy da rispettare, nel presupposto che chi svolge funzioni pubbliche debba rassegnarsi ad essere trasparente anche nella sua vita privata.
La seconda considerazioni riguarda invece gli acquisti in farmacia di Heinz-Christian Strache. Quegli 8.000 euro erano stati spesi tra il 2015 e il 2018. Quali che siano le disfunzioni di cui soffre il nostro uomo, l’importo sembra davvero esorbitante e sorprende che la spesa sia stata addossata al partito, senza che nessun cassiere, nessun revisore dei conti battesse ciglio.
La reazione degli elettori, invece, è stata virulenta. Il video di Ibiza, in cui il loro idolo vendeva l’Austria a un magnate russo, non li aveva turbati granché. Non gli hanno perdonato, invece, lo spreco di denaro del partito e dello Stato.
NELLA FOTO dei bei tempi andati, Heinz-Christian Strache a Roma si fa un selfie con Matteo Salvini, al tempo ministro degli Interni. Erano entrambi sulla cresta dell’onda e pensavano di poter dettare le regole in Europa insieme con Orban.
__________________
Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.