Sabato 18 Maggio 2024

20.06.26 Esercito austriacoL’esercito austriaco è alla vigilia di un ridimensionamento di tale portata da assomigliare piuttosto a uno “scioglimento”: vengono cancellate brigate, chiuse caserme, ridotto il numero dei militari di truppa e dei quadri. Già ora le forze armate sono allo stremo, senza neppure i mezzi per muoversi. Domani di questo esercito non resterà pietra su pietra, tanto da far dire a un ufficiale, intervistato in tv, che in futuro l’Austria non avrà più soldati, ma una sorta di vigili del fuoco dotati di armi, utili (forse) in interventi di protezione civile o di supporto ai servizi sanitari (come è accaduto in occasione dell’epidemia da Coronavirus), ma non più in grado di combattere e di difendere con le armi il Paese.

Era quello che auspicavano da tempo i Verdi, che hanno il pacifismo nel loro dna: proponevano l’abolizione delle forze armate o la loro trasformazione in unità da affiancare alla polizia, per l’ordine pubblico, o alla protezione civile. Il paradosso è che la riforma di cui stiamo dando notizia questa volta non è venuta dai Verdi, che pure stanno al governo, ma dalla ministra della Difesa, Klaudia Tanner, che è del Partito popolare (Övp) e che sembra abbia fatto tutto da sola, senza consultare e nemmeno informare il Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, cui la Costituzione affida il comando supremo delle Forze armate.

E questo rappresenta un altro paradosso: Van der Bellen viene dai Verdi, di cui è stato il segretario politico di più lunga durata, e proprio lui qualche mese fa aveva auspicato che alle Forze armate fossero destinate maggiori risorse, affinché potessero esercitare più dignitosamente le loro funzioni. Il progetto di Tanner, di cui Van der Bellen ha avuto notizia soltanto dai giornali, lo ha colto di sorpresa e probabilmente lo ha anche infastidito, a tal punto che in giornata ha convocato alla Hofburg l’imprudente ministra (nella nota della cancelleria presidenziale non si parla di “convocazione”, ma di una “preghiera di accogliere l’invito a conferire con il Presidente”).

Che cosa si siano detti i due non si sa. Per cui per ora possiamo soltanto prendere nota dei propositi di smantellamento trapelati dal ministero della Difesa. L’idea da cui partire è che la difesa del territorio austriaco in senso tradizionale è definitivamente abbandonata, dato che le probabilità di un aggressione convenzionale al Paese è pari a zero. Il futuro esercito sarà impiegato sul territorio nazionale in situazioni di emergenza, a fianco della polizia e delle autorità amministrative.

Va detto subito che l’esercito austriaco è l’unico di leva rimasto in Europa. Una leva che dura soltanto 6 mesi: un periodo così breve basta appena per indossare l’uniforme, imparare a marciare e a salutare, prendere un po’ di confidenza con il fucile… ed è subito sera. Si torna a casa! In pratica, non serve a nulla, perché i soldati cessano il servizio quando sarebbero appena diventati operativi.

Ecco allora che ridiventa importante la milizia territoriale, che negli ultimi due decenni era stata abbandonata al suo destino. La milizia è formata da ex militari di leva ed è su di essi che la ministra Tanner conta per il suo nuovo esercito di “vigili del fuoco armati”. Naturalmente richiamarli in servizio quando serve non basta, perché non saprebbero da che parte incominciare. Il progetto Tanner prevede perciò che questi “militi” si sottopongano a un addestramento biennale, per essere operativi. Saranno obbligati a farlo? Neanche per sogno! Se fosse così il partito di Tanner perderebbe quei voti che il suo cancelliere Kurz ha tanto faticosamente guadagnato con le politiche anti-migranti e dei confini chiusi. L’addestramento della milizia avverrà su base volontaria, con incentivi economici.

E che ne sarà del resto dell’Esercito, ovvero dei militari in servizio permanente? Attualmente sono 25.000 (cui si aggiungono 10.000 soldati di leva che, come detto sopra, non servono a nulla), ma il loro numero sarà drasticamente ridotto, cogliendo l’occasione delle ondate di pensionamenti dei prossimi anni. Con quadri così striminziti, ovviamente, dovranno essere sciolte almeno quattro brigate. Scompariranno tutte le unità carri e di artiglieria (rimarranno in piedi soltanto alcuni reparti, perché resti memoria di come si guida un cingolato o si carica un obice, Dio non voglia che un brutto giorno non sia necessario farne uso di nuovo). Molte caserme saranno chiuse.

Nel progetto Tanner non si fa cenno alle bande militari. Ce n’è una per ogni Land. Forse saranno risparmiate dalla falce, perché erano e restano l’orgoglio degli austriaci. Al tempo del Kaiser e anche oggi. L’Esercito immaginato da Klaudia Tanner non sarà in grado di difendere gli austriaci, ma almeno li terrà allegri con la musica.

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