Sabato 18 Maggio 2024

20.08.23 Controlli di polizia confine austriaco CoccauDalle parole ai fatti: venerdì l’Austria ha posto in atto controlli sanitari e di polizia al confine con l’Italia. Li aveva annunciati già la settimana scorsa, ma certe iniziative richiedono tempo per essere attuate. Ci sono voluti sette giorni, ma ora anche dall’Italia l’ingresso in Austria diventa più difficile, anche se i controlli sono mirati non tanto verso gli italiani, ma verso gli austriaci che rientrano dalle ferie, perché si temono in particolare quelli che hanno scelto la Croazia per le loro vacanze al mare.

In questo momento l’Italia è considerata dall’Austria un Paese sicuro e, secondo alcuni austriaci, addirittura più sicuro della stessa Austria. Quindi chi è stato al mare a Grado, Lignano, Jesolo, Bibione o più in giù non ha nulla da temere. Il pericolo è la Croazia, perché è da lì che nelle ultime settimane è stato importato il maggior numero di contagi.

Chi entra in Austria in autostrada da Tarvisio viene subito deviato nell’area doganale di Rainer , che si trova poco dopo il confine di Stato. Qui tutti i veicoli vengono passati al setaccio. Sono impiegati 112 poliziotti, per poter controllare più auto contemporaneamente, con l’aiuto di 52 allievi dell’Accademia di polizia. Ad essi si è aggiunto un contingente di 114 militari dell’Esercito.

Non è un segreto che si cercano soprattutto, per non dire esclusivamente, quelli che rientrano dalla Croazia e che si suppone abbiano scelto il giro più lungo per Tarvisio, anziché servirsi dei valichi delle Caravanche o del passo Loibl, sapendo che lì sono in atto da tempo i controlli di polizia. Ma questa strategia non ci è stata confermata dal portavoce della Polizia carinziana, Rainer Dionisio, ed è logico che sia così. Ufficialmente i controlli sono per tutti quelli che entrano in Austria, italiani compresi. Di fatto, chi c’è stato, ci riferisce che di norma le auto con targa italiana sono fatte subito proseguire, senza nemmeno far abbassare i finestrini, mentre l’attenzione si concentra su quelle austriache.

Ma come fa a sapere la polizia se gli austriaci che rientrano arrivano da Pirano o Rovigno e non invece da Caorle o Lignano? Risponde Franz Millonig, ispettore capo: “Devono dimostrare in modo credibile che non erano in Croazia, per esempio, esibendo la fattura di un hotel italiano”. Millonig, che ha 39 anni di esperienza alle spalle, assicura che, alla domanda “dove è stato in vacanza”, la stragrande maggioranza degli automobilisti non se la sente di mentire e, se lo fa, i poliziotti lo capiscono al volo.

A tutti viene misurata la febbre, ma a chi arriva dalla Croazia, anche senza febbre, viene chiesto il solito certificato che attesti la negatività al virus, rilasciato nelle precedenti 72 ore. O altrimenti c’è l’obbligo della quarantena a domicilio per 10 giorni, che cessa se al rientro in Austria ci si sottopone a un tampone con esito negativo.

I controlli all’area doganale dell’autostrada, ad Arnoldstein/Thörl-Maglern, sono incominciati venerdì, alle 6 del mattino, e sono proseguiti anche ieri. Fino a quando? Dionisio ci ha spiegato che non si tratta di un’attività permanente. Sarà svolta a intervalli, con maggiore intensità nei week-end. Non si esclude che controlli possano essere effettuati anche sulla strada statale, al valico di Coccau, o a ridosso del valico di Monte Croce Carnico.

Alle 16 di ieri la direzione del distretto ha diramato un primo bollettino dell’attività svolta: 962 veicoli fermati al valico autostradale, con 2.148 controlli sanitari; 13 persone inviate in quarantena. Al valico della strada statale di Coccai, 584 veicoli fermati, con 510 controlli sanitari e nessuna persona inviata in quarantena.

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