Sabato 18 Maggio 2024

15.06.23 Migranti minorenni in AustriaDegli oltre 35 mila disperati, in fuga da Paesi in guerra, che solo quest’anno hanno chiesto asilo all’Austria, più di un migliaio sono ragazzi, se non addirittura bambini. Molti hanno intrapreso il lungo viaggio da soli, altri assieme a fratelli di qualche anno più giovani o più vecchi di loro. Il linguaggio burocratico li definisce “minori non accompagnati” e, siccome le burocrazie sono uguali in tutto il mondo e adoperano gli stessi vocabolari, anche in Austria vengono chiamati così: “unbegleitete Minderjährige”, che è la traduzione esatta delle parole italiane.

La Carinzia ne ospita attualmente 30, in un convitto di Görtschach, zona di Ferlach. Dopo alcuni lavori di adattamento dei locali il numero sarà portato a 50. Ma il Land intende accoglierne in totale circa 80, offrendo loro non soltanto da mangiare e da dormire, ma anche l’aiuto necessario per ritrovare la serenità di cui hanno bisogno. Quasi tutti sono traumatizzati. Arrivano da zone di guerra e hanno visto la morte in faccia. Ad alcuni sono stati uccisi i familiari e per questo si sono visti costretti a fuggire. Altri lo hanno fatto per non essere obbligati a loro volta a imbracciare le armi.

Un contributo importante alla loro accoglienza lo sta dando “Sos Kinderdorf”, un’associazione no-profit che si occupa di assistenza all’infanzia e che in Carinzia intende istituire una casa-famiglia per una dozzina di ragazzi giunti dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Iraq, così come sta già facendo in Tirolo e nel Salisburghese. Sabato scorso l’associazione aveva lanciato un appello alle famiglie carinziane, ad accogliere singoli bambini, una decina in tutto, nelle loro case, per un breve periodo o per un tempo prolungato, a seconda dei casi.

La risposta è stata immediata e sorprendente: oltre 70 persone hanno scritto o telefonato, per rispondere all’appello. Maria-Theresia Unterlecher, responsabile di “Sos Kinderdorf” a Klagenfurt e a Villach, non si aspettava un risultato di questa dimensione. Le adesioni all’appello sono giunte da ogni parte del Land e da persone di ogni età: la più giovane è una mamma di 23 anni, la più anziana un pensionato di 85. Lui e sua moglie – ha riferito la Unterlecher – vivono con la figlia e un nipotino in una casa molto grande, dove hanno detto che c’è posto anche per altri giovani.

La “Kleine Zeitung”, giornale della Carinzia che sabato aveva pubblicato l’appello di “Sos Kinderdorf”, ha intervistato alcuni di quelli che si sono resi disponibili. Ci sono genitori i cui figli attualmente sono assenti da casa per ragioni di studio, ci sono  insegnanti, ci sono persone che a loro volta sono state in passato migranti. Molti sono pensionati e hanno spazio in casa, tempo libero ed esperienza per occuparsi di ragazzi. Un pensionato di Klagenfurt ha dichiarato al giornale: “Abbiamo una casa grande con giardino, i nostri figli se ne sono andati da tempo. Abbiamo avuto fortuna senza alcun merito e vogliamo far partecipi altri di un po’ della nostra fortuna”.

Andrea Bergmann, giornalista della “Kleine Zeitung” ha scritto: “Non è un compito facile accompagnare questi ragazzi nell’inserimento in una nuova vita. E purtuttavia oltre 70 famiglie si sono fatte avanti. È bello che nei confronti del tema scottante dell’immigrazione vi sia questo atteggiamento positivo. È bello che questo atteggiamento si manifesti in Carinzia. È bello che la gente dica: abbiamo avuto una vita felice, vogliamo darne un po’ ad altri”.

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