Ci sono partiti che perdono voti perché hanno sbagliato politica, deludendo i propri elettori. Altri che subiscono perdite per una sorta di autolesionismo: si fanno male da soli, fino ad autodistruggersi.
Un esempio da manuale ci viene offerto dall’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista austriaca, che negli ultimi anni aveva visto crescere di giorno in giorno i consensi. Nel 2016 risultava addirittura in testa ai sondaggi e già molti in Austria prefiguravano un futuro governo per la prima volta a guida Fpö.
Poi la parabola ha iniziato la sua china discendente. Ma il colpo di grazia è venuto dal famoso video di Ibiza, di cui abbiamo riferito così spesso che non è il caso di riparlarne. L’Fpö ha cercato di correre ai ripari, costringendo il suo leader (e al tempo vicecancelliere) Heinz-Christian Strache a farsi da parte. Ma è stato tutto inutile: Strache si è dimesso, ma poi è tornato alla carica per riprendersi la scena. Nel frattempo sono state rese pubbliche le spese esorbitanti da lui sostenute in qualità di segretario. La conseguenza è stata che alle elezioni politiche di settembre il partito ha perso quasi 10 punti, scendendo al 16,17%.
Da notare: sembra che la trappola di Ibiza fosse stata architettata da una guardia del corpo di Strache, a scopo estorsivo, e che le spese pazze siano state rese pubbliche dagli stessi funzionari del partito. Insomma, niente trame di servizi segreti stranieri o manovre di partiti avversari. Tutto fatto in casa.
Il disastro poteva finire lì e da quelle macerie i nuovi dirigenti dell’Fpö avrebbero potuto tentare di dare inizio alla ricostruzione. Invece no, Strache, che nel frattempo è stato espulso dal partito, fa capire chiaramente che intende presentarsi con una propria lista alle elezioni comunali di Vienna del prossimo ottobre. Di conseguenza a destra ci saranno due liste, che si divideranno gli elettori, con alta probabilità di non contare più nulla né l’una, né l’altra.
Ma non basta. Per non farsi mancare nulla, sovranisti vecchi e nuovi incominciano a litigare fra loro, dando il via a un’azione giudiziaria. La vertenza riguarda 500.000 euro di spese legali sostenute dall’Fpö per la difesa di Strache, dopo lo scoppio dello scandalo di Ibiza. L’enorme costo di quelle parcelle era stato approvato dalla direzione del partito nella convinzione che il loro leader fosse innocente.
Ora si sa invece che Strache davvero aveva chiesto tangenti alla sedicente russa: c’è un video che lo dimostra e ci sono perfino più inchieste giudiziarie in corso. Per questo l’Fpö quei soldi li rivuole. Strache replica che non deve nulla e Karl Baron, segretario della Daö (Die Allianz für Österreich), il nuovo partitino vicino a Strache fondato da fuoriusciti dell’Fpö, parla di “granata fumogena” per gettare discredito sull’ex e nuovo leader.
Siamo al battibecco tra comari. Una delle comari è il segretario viennese dell’Fpö, Michael Stumpf, che accusa Baron di avere “vuoti di memoria”. Lo stanziamento dei 500.000 euro – spiega Stumpf – fu deciso dalla direzione del partito, con la clausola della restituzione da parte di Strache, qualora l’autenticità del video fosse stata confermata. A quella riunione era presente e aveva dato il suo voto anche Baron, che allora non aveva ancora lasciato il partito.
Baron a sua volta replica che si tratta di “ricorrenti menzogne”, dette al solo scopo di danneggiare Strache. Minaccia inoltre che, se non sarà posta fine a questa campagna di fango, ci si difenderà con tutti i mezzi legali a disposizione. Controreplica di Stumpf: “Se nella Daö vi sono tali vuoti di memoria, noi possiamo volentieri rinfrescarla. L’Fpö augura una buona giornata nel mondo parallelo”.
L’espressione “mondo parallelo” la sentiremo spesso d’ora in poi. È un mondo avulso dalla realtà in cui gli ex camerati accusano Strache di vivere. Un giudizio che le sue ultime uscite sembrerebbero confermare. A proposito dell’esito disastroso delle elezioni di domenica nel Burgenland, Strache aveva twittato: “Il voto nel Burgenland mostra che sotto la guida di Hofer & C. l’Fpö si avvia verso l’irrilevanza, mentre va perso ciò che io avevo a suo tempo guadagnato”. Non lo sfiora il dubbio che forse il salasso di voti in quel Land fosse dovuto proprio al suo comportamento irresponsabile e non a ciò che hanno fatto “Hofer & C.” nel breve tempo intercorso tra il video di Ibiza e le elezioni.
Ricordiamo, per chi non avesse seguito le ultime vicende dell’Fpö, che dopo le dimissioni e poi l’espulsione di Strache, la guida del partito è stata affidata a Norbert Hofer. Il quale ha risposto al twitt del suo ex capo pubblicando semplicemente un’immagine tratta dal video-scandalo di Ibiza, accompagnata dalle parole “Mille grazie…”.
A rispondere per le rime ci ha pensato invece Markus Abwerzger, segretario dell’Fpö in Tirolo: “Provocare una crisi di Stato (ricordiamo che lo scandalo di Ibiza portò alla caduta del governo e a nuove elezioni, nda), vivere da nababbi a spese del partito, scaricare le responsabilità sugli altri. Rimorso, ravvedimento? Nulla. Tutto il contrario. Occorre lo psichiatra o l’esorcista, ogni altro aiuto non è sufficiente”.
NELLA FOTO, un’immagine di altri tempi: Heinz-Christian Strache e Norbert Hofer, quando ancora si volevano bene.
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