Sei persone uccise nel giro di poche settimane dalla listeriosi, malattia infettiva trasmessa attraverso gli alimenti: quattro vittime in Austria, concentrate nei Länder della Bassa Austria e del confinante Burgenland, due in Germania. Troppe sei vittime in così poco tempo per un morbo che si manifesta raramente in forma conclamata e che statisticamente registra sette casi (di infezione, non di decesso!) su un milione di persone. Comprensibile allora l’allarme suscitato dal caso nelle autorità sanitarie austriache e le febbrili indagini avviate per venirne a capo. Ci sono voluti alcuni mesi, ma alla fine il mistero è stato risolto: le sei persone decedute erano state uccise da batteri di “listeria monocytogenes” presenti in un formaggio uscito dallo stabilimento Prolactal di Hartberg (Stiria).
Le modalità con cui si è giunti al “killer” non hanno nulla da invidiare alla trama di un poliziesco. I primi casi di persone colpite da listeriosi erano stati segnalati nel giugno dello scorso anno. Dopo poche settimane le segnalazioni erano salite a 15, comprese le sei riguardanti le persone decedute. Le quattro vittime austriache erano rispettivamente di 57, 61, 84 e 88 anni; di quelle tedesche non si conosce l’età, ma erano entrambe del Baden-Württemberg. L’Ages, Agenzia austriaca della sanità, aveva mobilitato tutti i suoi esperti. Ai familiari delle persone infettate era stato raccomandato di recuperare e conservare gli scontrini di tutti i prodotti alimentari acquistati negli ultimi tempi. Un loro confronto aveva permesso così di riscontrare la presenza frequente della voce “Quargel” (un formaggio dal sapore molto forte ricavato da latte acido). I sospetti si erano così concentrati su quell’alimento e, sempre attraverso gli scontrini, l’Ages era potuta risalire alla Prolactal di Hartberg.
Si tratta di un’azienda di grandi dimensioni per lo standard medio austriaco: cinque stabilimenti, 160 dipendenti, 65 milioni di fatturato annuo. Il 90% della produzione non è destinata al consumatore finale: si tratta di latte in polvere per l’industria dolciaria. I prodotti caseari, invece, vengono distribuiti attraverso catene di supermercati come Billa, Merkur, Spar presenti in tutta l’Austria. Ma una parte è destinata anche all’esportazione: in Germania attraverso i negozi Lidl (due vittime, come si è detto, sono tedesche), in Cechia e in Slovacchia. Non si sa con certezza se i formaggi della Prolactal raggiungano anche il mercato italiano. Un quesito in questo senso è stato posto al nostro Ministero della sanità dall’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori).
Dal 23 gennaio, in ogni caso, il formaggio “incriminato” è stato ritirato dalla vendita, mentre la magistratura ha aperto un fascicolo: l’ipotesi è di omicidio colposo.
Nella foto, la sede della Prolactal a Hartberg, in Stiria