Domenica 2 Giugno 2024

17.05.14 Sebastian Kurz (condizioni per guidare partito)Questo pomeriggio si riunirà la direzione nazionale dell’Övp, il Partito popolare austriaco, per decidere il da farsi dopo le dimissioni improvvise del suo segretario Reinhold Mitterlehner (che ha lasciato in contemporanea anche la carica di vicecancelliere nel governo di coalizione Spö-Övp). La seduta non dovrebbe riservare sorprese, perché molti esponenti di vertice del partito si sono già espressi ieri e l’altro ieri: saranno accolte le dimissioni di Metterlehner; alla segreteria sarà eletto al suo posto Sebastian Kurz; sarà chiesto lo scioglimento del Parlamento con conseguenti elezioni anticipate.

Sulle ragioni della brusca uscita di scena di Mitterlehner abbiamo già scritto tre giorni fa. Oggi è opportuno fare il punto della situazione, per arrivare preparati alla direzione di questo pomeriggio.

Sebastian Kurz, 30 anni compiuti ad agosto, è considerato ormai da tempo l’astro nascente del Partito popolare austriaco. Da sottosegretario per l’Integrazione (degli immigrati) e poi da ministro degli Esteri è stato molto attivo sul piano internazionale (a differenza dei suoi predecessori), facendosi promotore di un dialogo con i Paesi dell’area balcanica (in particolare sul tema profughi), mentre in sede Ue ha saputo rappresentare efficacemente le posizioni dell’Austria su molti temi caldi, tra cui, per esempio, quello delle relazioni con la Turchia.

Con due anni di anticipo Kurz aveva indicato la linea da seguire per affrontare la questione dei profughi in arrivo dai Balcani e dall’Italia. Una linea di rigore, ma non xenofoba come quella delle destre populiste europee: limiti all’accoglienza, respingimenti per quanti non hanno i requisiti di rifugiato, ma integrazione e sostegno per le persone accolte. Sono indirizzi ora condivisi dall’intero governo, ma lui c’era arrivato prima.

Le scelte di Kurz non mirano tanto a sigillare i confini dell’Austria, ma a dare sicurezza ai suoi connazionali. Il giovane ministro aveva capito meglio di altri che questa era l’esigenza più avvertita dagli austriaci, un popolo solidale e niente affatto xenofobo (l’accoglienza offerta in passato a decine di migliaia di profughi provenienti dall’Ungheria, dalla Cechia e più recentemente dalla Jugoslavia in frantumi lo dimostra), ma che ha bisogno di sentirsi sicuro e protetto e di poter uscire di casa anche di notte senza avere paura.

Da tempo Kurz è in testa nei sondaggi e l’Övp, che dal 2002 ha continuato a perdere voti in tutte le elezioni, può contare soltanto su di lui per recuperare consensi. Lo vuole alla guida del partito e lo vuole candidato capolista alle prossime elezioni, per puntare alla carica di cancelliere. Kurz questo lo sa e probabilmente in questi anni ha lavorato mirando proprio a questo obiettivo.

Ma, come scrivevamo tre giorni fa, non è scemo. Non vuole assumersi le nuove responsabilità, senza solide garanzie. Non vuole rischiare che le beghe interne al partito gli taglino le gambe subito dopo essere stato eletto. Negli ultimi dieci anni l’Övp ha fatto fuori in questo modo tre suoi segretari (e vicecancellieri), uno dopo l’altro: Mitterlehner è soltanto l’ultimo della serie.

Questo avviene perché l’Övp, come accadeva nella vecchia Democrazia Cristiana in Italia, è un partito conservatore di ispirazione cattolica, ma è soprattutto un partito interclassista, in cui convergono imprenditori, professionisti, ma anche agricoltori e soprattutto la grande massa dei “Beamten”, i dipendenti pubblici. A differenza che nella Dc, nell’Övp queste “corporazioni”  sono organizzate in federazioni, che chiedono, anzi esigono di essere rappresentate e di far valere i propri interessi. Hanno la forza politica (i voti), ma anche i soldi per pretenderlo. Un segretario nazionale che non si pieghi al loro volere è finito.

Il quadro è complicato poi dal ruolo dei Länder. In uno Stato federale anche i partiti hanno strutture federali, con grandi autonomie in ciascun Land. Ci sono Land in cui l’Övp è una potenza e può impartire ordini anche al segretario politico che sta a Vienna. L’esempio più recente ed eclatante è stata la sostituzione della ministra degli Interni Johanna Mikl-Leitner con Wolfgang Sobotka (entrambi della Bassa Austria), nel pieno della bufera profughi. Era evidente quanto quell’operazione fosse inopportuna in quel frangente, ma così aveva deciso il governatore uscente della Bassa Austria, Erwin Pröll, perché voleva che il suo posto al vertice del Land fosse assunto da una sua fedelissima (Mikl-Leitner), anziché dall’inviso Sobotka. E Mitterlehner, a Vienna, aveva dovuto ubbidire ed eseguire gli “ordini”, disponendo lì per lì un rimpasto di governo.

Kurz non vuole che situazioni del genere si ripetano. Già ieri ha fatto conoscere le sue condizioni in un documento in sette punti. Chiede, tra l’altro, di avere carta bianca nella composizione delle liste elettorali in tutti i Länder, che saranno compilate con l’alternanza di genere, di modo che il 50% dei candidati sia donna. Chiede i pieni poteri nella nomina dei vertici del partito e nelle trattative che dovrà condurre con gli altri partiti nella formazione del prossimo governo. Ma la condizione più importante, indicata al primo punto dell’elenco, è quella di andare  alle prossime elezioni anticipate non più con il simbolo tradizionale dell’Övp, ma con una lista recante il suo nome, del tipo “Lista Sebastian Kurz – Övp e indipendenti”, aperta, dunque, anche a candidati senza tessera di partito. Visti i voltafaccia precedenti, Kurz pretenderà oggi che la direzione si impegni per iscritto a introdurre queste condizioni nello statuto dell’Övp.

Più che condizioni da discutere, sembrano un ultimatum. Ciononostante quasi tutti i maggiorenti dell’Övp, tra cui quelli che attualmente si trovano alla guida di un Land (Vorarlberg, Tirolo, Salisburghese, Alta Austria, Bassa Austria e Stiria), hanno già fatto sapere di essere d’accordo. Evidentemente la situazione deve essere disperata e tutti sanno che senza Kurz l’Övp alle prossime elezioni rischierebbe di precipitare nell’insignificanza. Stasera sapremo se la direzione dell’Övp ha alzato bandiera bianca e si è consegnata nelle mani del suo giovane astro nascente. Sebastian Kurz, dunque, potrebbe tra poco essere il più giovane segretario nella storia dell’Övp e il più giovane cancelliere nella storia dell’Austria.

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Due parole sullo scioglimento anticipato del Parlamento. Non è affatto automatico, soltanto perché si è dimesso un vicecancelliere. Teoricamente Mitterlehner potrebbe essere sostituito da un altro esponente dell’Övp, come ha subito proposto il cancelliere socialdemocratico Christian Kern. Può darsi che ciò avvenga, almeno per governare il Paese nei prossimi mesi, ma l’Övp vuole che si vada al voto e probabilmente già martedì presenterà una mozione in tal senso in Parlamento, per chiederne lo scioglimento.

Servono i voti di due terzi dell’aula. Il Partito liberal-nazionale (Fpö) è pronto ad appoggiare la mozione, ma i suoi voti sommati a quelli dell’Övp non bastano. Anche i Verdi sono per elezioni anticipate, ma vorrebbero rinviare la mozione di sfiducia a fine giugno, perché proprio questa settimana si è insediata la commissione di inchiesta sullo scandalo Eurofighter, a cui tengono molto, e probabilmente vogliono che si tengano almeno alcune sedute, prima di chiudere bottega.

Insomma, che si vada a elezioni anticipate ormai è certo, resta incerta soltanto la data di scioglimento del Parlamento. Gli esperti in materia hanno fatto un po’ di conti, concludendo che le votazioni potrebbero tenersi il 1. oppure l’8 ottobre.

Ne sapremo qualcosa di più dopo la direzione dell’Övp di oggi. Era stata convocata per la sera, ma poi l’incontro è stato anticipato al pomeriggio. E sapete perché? Al mattino, nel programma televisivo “Pressestunde”, è prevista un’intervista al cancelliere Kern. Come sempre accade, quando l’ospite è un personaggio di spicco, le sue dichiarazioni sono riprese in sintesi nei telegiornali successivi della giornata e in particolare in Zeit im Bild delle 22, quello più seguito. L’Övp, anticipando la direzione al pomeriggio, vuole rubare la scena all’avversario nel notiziario televisivo più seguito della serata.

 

NELLA FOTO, Sebastian Kurz, nella sede del Ministero degli Esteri, mentre illustra alla stampa le sue condizioni per assumere la guida del partito.

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