Sabato 18 Maggio 2024

21.09.15 Green passOrmai in Austria non ci si muove – o non ci si dovrebbe muovere – senza avere in tasca il green pass, che qui talvolta viene indicato come “documento 3G” (il riferimento è alle parole “vaccinato”, “guarito da Covid” o “sottoposto a test negativo”, che in tedesco cominciano tutte con la lettera G). Tuttavia non sempre viene richiesto o viene richiesto senza poi controllare che appartenga proprio alla persona che lo esibisce e che attesti che davvero quella persona si trova nelle condizioni richieste.

È forse questo modo di prendere alla leggera il provvedimento che ha favorito il diffondersi di green pass falsi. Se poi non vengono controllati scrupolosamente – questo il ragionamento – perché affrontare i disagi di procurarsene di autentici? Tanto vale procurarsi una fotocopia che sembri come l’originale, modificandone soltanto i dati anagrafici.

Ovviamente chi è vaccinato non ha bisogno di ricorrere a simili stratagemmi. Sono più propensi a farlo quelli che non si sono ancora vaccinati (in Austria sono ancora tanti) e che pertanto dovrebbero ricorrere a frequenti test. In Austria per il momento sono ancora gratuiti, ma comportano comunque disagi e perdite di tempo.

Ecco allora che alcuni hanno pensato di ricorrere alla falsificazione del “documento 3G”. Finora ne sono stati identificati già 400, “ma dobbiamo dedurne – ha dichiarato il direttore generale per la sicurezza pubblica, Franz Ruf – che il numero reale sia molto superiore”, anche in considerazione della grande offerta che si registra in rete, anche dall’estero.

Per contrastare il fenomeno il ministro degli Interni, Karl Nehammer, ha intensificato i controlli, soprattutto in bar e ristoranti, affiancando pattuglie di polizia al personale sanitario incaricato di fare le verifiche. Le ipotesi di reato riscontrabili vanno dalla truffa al falso, all’uso improprio di documenti di persone terze. Possono comportare multe fino a 500 euro e, in casi particolari, addirittura la pena detentiva di 3 anni.

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Con quanto rigore vengono applicate in Austria le misure previste per il contenimento dell’epidemia? Ognuno ha fatto esperienze diverse. Solo a titolo di esempio, possiamo riferire la nostra, al ritorno da tre giorni di escursioni sulle montagne al confine tra Stiria e Bassa Austria.

Il primo impatto lo abbiamo avuto al confine, nel botteghino in cui si acquista la vignetta per l’autostrada. Qui non è prevista l’esibizione del green pass. Nessuna delle signore agli sportelli indossava la mascherina e anche il flacone all’ingresso con il gel disinfettante era vuoto (doveva esserlo da tempo, perché le signore del botteghino, interpellate in proposito, non si ricordavano nemmeno dell’esistenza del flacone e ci guardavano con l’aria di chi si chiede: ma che cavolo vogliono questi?).

Un paio di chilometri dopo l’ingresso in territorio austriaco, deviazione obbligatoria nell’area dell’ex dogana, dove i militari (non la polizia) fanno controlli sistematici di tutti i veicoli in transito. Un soldato ci chiede in italiano il green pass. Si accontenta di vedere che ce l’abbiamo, senza verificarne l’autenticità.

Sosta in un bar nella regione alpina di Rax (Bassa Austria), per un caffè con una fetta di torta. Il cameriere chiede il green pass e lo controlla accuratamente. Non è abilitato a leggere il Q-Code, ma apre il documento per verificare se risulta fatta la vaccinazione e con quale vaccino.

Arrivo alla sera nell’unico albergo di Nasswald, ai piedi delle Schneealpen. Siamo gli unici ospiti. Non ci viene chiesto né il green pass, né ci viene fatta compilare l’abituale scheda di registrazione. Il giorno successivo salita alla Habsburghaus, un rifugio alpino a 1400 metri di quota. Anche qui non ci viene chiesto il green pass e non veniamo registrati.

Viaggio di ritorno il terzo giorno, con sosta per uno spuntino in un’area di servizio lungo l’autostrada. Qui le norme vengono applicate con scrupolo: dobbiamo esibire il green pass e compilare il modulo previsto per essere contattati e avvertiti, qualora nel locale si registrino successivamente dei contagi. La stessa cosa accade più tardi, in un bar di Neumarkt.

Rientro in Italia, senza ulteriori controlli.

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