Sabato 18 Maggio 2024

22.07.17 Salisburgo, Dietrichsruh, Grotta di ErcoleL’Amministrazione delle fortezze e dei castelli del Salisburghese (Verwaltung der Salzburger Burgen und Schlösser) ha deciso di restaurare la cosiddetta “Grotta di Ercole”, che si trova nel centro storico di Salisburgo, tra l’Alte Residenz e la Chiesa dei Francescani. La “grotta” non è in realtà una grotta, ma una struttura architettonica realizzata nei primi anni del 1600 dal principe-arcivescovo Wolf Dietrich von Reitenau. Faceva parte di un complesso più ampio, detto “Dietrichsruh”, dal nome del committente.

La “Grotta di Ercole” è tutto ciò che rimane di quell’opera edilizia, perché l’ultimo principe-vescovo di Salisburgo – quel conte Hieronymus di Colloredo, che molti ricordano soprattutto per aver preso a calci il piccolo Wolfgang Amadeus Mozart – fece abbattere l’intera struttura, per fare spazio a nuovi edifici di nessun pregio architettonico.

La grotta di Dietrich è la sola cosa sopravvissuta allo scempio. È ancora “viva”, ma non “vegeta”. C’è al centro la statua di Ercole (da cui il nome), che però fino al 1952 non si trovava lì, ma nel parco del castello di Klessheim, ma le pareti e il soffitto a volta dell’edificio sono malandati. A soffrire di più sono i fregi che, secondo i gusti del tempo, erano stati realizzati incollando all’intonaco valve di conchiglie, in modo da formare immagini floreali e altri ornamenti.

Quelle conchiglie ormai non ci sono quasi più e, siccome non si trovano in vendita da Leroy Marlin, i responsabili dell’Amministrazione delle fortezze e dei castelli hanno pensato di coinvolgere i cittadini di Salisburgo (ma non sono esclusi i forestieri), rivolgendo loro un appello ad approfittare delle vacanze al mare in Italia o sulla costa dalmata per raccogliere le conchiglie che servono.

Per la verità, temendo che in molte località la raccolta di conchiglie non sia consentita, almeno ufficialmente, l’appello è di mettere a disposizione dell’ente le conchiglie che alcuni potrebbero avere in soffitta, avendole raccolte in passato. Il messaggio può essere inteso come si vuole: a chi consegnerà le conchiglie non sarà chiesto un certificato di provenienza.

Naturalmente non tutte le conchiglie si prestano al restauro della ”Herkules Grotte”. L’azienda incaricata del lavoro ha predisposto uno stampato in formato pdf con le indicazioni specifiche relative alle conchiglie. Devono essere del tipo arsella o tellina o cozza zebrata. Le più piccole di dimensioni 2,5 per 3 centimetri; le più grandi, di 5 centimetri per 6.  Vanno spedite entro agosto all’ente responsabile (l’indirizzo in tedesco è: Verwaltung der Salzburger Burgen und Schlösser, Residenzplatz 1, 5020 Salzburg), ben impaccate e con sopra l’indirizzo del mittente, perché i primi 50 a fare la spedizione saranno premiati con voucher di una sagra.

Va detto che l’idea di chiedere l’aiuto dei salisburghesi non è nuova. Un appello del genere era stato rivolto già negli anni ’50 e la popolazione aveva risposto con entusiasmo. Poi, per ragioni che non conosciamo, i lavori di restauro della “Grotta di Ercole” erano stati accantonati e nessuno sa più dove siano finite le conchiglie raccolte allora. Si spera che almeno questa volta i responsabili dell’intervento siano più attenti.

I lavori sono già in corso e dovrebbero concludersi entro l’autunno, restituendo ai salisburghesi e ai tanti turisti che visitano la città un pezzo della loro storia. Il principe-arcivescovo Wolf Dietrich von Reitenau aveva fatto costruire quel palazzo per la sua amante Salome Alt. Aveva voluto che fosse adiacente alla sua “Residenz”, perché l’amata potesse raggiungerlo per corridoi interni, senza dare nell’occhio. Di quel palazzo non resta più nulla, se non la “grotta di Ercole”, che dopo quattro secoli continua a ricordarci la storia di quella passione che l’arcivescovo avrebbe voluto che restasse segreta.

 

NELLA FOTO, la statua di Ercole, al centro della cosiddetta “grotta”, le cui pareti e volta devono essere restaurate con la collocazione di oltre 6.000 conchiglie.

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