Venerdì 4 Ottobre 2024

10.03.31 Ombudsstelle Johannes WancataQuanti sono in Austria i casi di molestie sessuali e violenza subiti nel corso degli anni dagli ospiti di seminari e convitti religiosi? Quelli segnalati finora – uno stillicidio quotidiano di denunce – facevano supporre che ci si potesse trovare di fronte alla punta di un iceberg. L’ipotesi è stata confermata dal primo rapporto presentato dalla conferenza dei “difensori civici” (in tedesco vengono definiti “Ombudsstellen”) diocesani: gli episodi denunciati finora (quasi tutti nelle ultime settimane, dopo lo scoppio dello scandalo a Regensburg, in Germania) sono 566, un numero destinato ad aumentare, perché nuove segnalazioni, per telefono o via e-mail, si aggiungono ogni giorno.

I contenuti del rapporto – che sarà aggiornato mensilmente – sono stati illustrati alla stampa da Johannes Wancata, direttore del servizio di “difensore civico” nella diocesi di Vienna. Wancata ha sottolineato che 566 è il numero totale delle denunce pervenute fino a quel momento nelle sedi di assistenza istituite presso ciascuna diocesi, ma di molte non se ne conosce ancora la gravità e la consistenza. Di quasi la metà (47%) si dispone per ora soltanto delle segnalazioni inviate dalle vittime (talvolta per lettera, talvolta per telefono o per e-mail), che hanno esposto il loro caso, chiedendo di essere ricontattate.

Della restante metà (o poco più della metà: 53%) è stata avviata un’istruttoria, per ricostruire tutte le circostanze, individuare i responsabili, avviare se possibile pratiche risarcitorie. Le direttive impartite dai vertici della Chiesa austriaca e in particolare dal suo primate, cardinale Chistoph Schönborn, sono molto chiare: a differenza di quanto era avvenuto in passato, l’ordine ora è di non nascondere nulla e, ove ricorrano le condizioni, di denunciare all’autorità giudiziaria chi si è macchiato di delitti sessuali nei confronti delle persone affidate alla sua custodia, senza tener conto del discredito che potrebbe derivarne alle istituzioni ecclesiastiche.

Purtroppo, come ha riferito Johannes Wancata nella conferenza stampa, soltanto l’1% degli episodi denunciati è posteriore al 1993 è quindi ancora perseguibile penalmente, non essendo caduto in prescrizione.

Si tratta di una svolta epocale. Basti considerare che il cardinale Schönborn in passato era stato tra quanti avrebbero preferito “lavare in casa i panni sporchi”. Tanto che si era sempre rifiutato – e tuttora si rifiuta – di concedere interviste all’autorevole settimanale “Profil”, rimproverandolo di aver rese pubbliche nel 1995 le molestie sessuali che il suo predecessore, il cardinale Hermann Groer, aveva esercitato nei confronti di giovani seminaristi affidati alle sue cure. In seguito all’inchiesta di “Profil” Groer era stato costretto a dimettersi e a ritirarsi in un convento all’estero.

Oggi, frattanto, dovrebbe avvenire il primo incontro tra il cardinale Schönborn e Waltraud Klasnic, la donna incaricata di presiedere una commissione di laici, con gli stessi compiti già affidati ai “difensori civici” diocesani, ma con una maggiore indipendenza e autonomia dalla gerarchia ecclesiastica e capace così di risultare più credibile nei confronti delle vittime di molestie. Il fatto peraltro che siano quasi 600 le persone che già si sono rivolte ai “difensori civici” diocesani dimostra che non è venuta meno la fiducia nei loro confronti e che il ruolo della commissione Klasnic potrebbe risultare superfluo.

Nella foto, Johannes Wancata, direttore del servizio di “difensore civico” nella diocesi di Vienna.

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