Sabato 18 Maggio 2024

11.11.29 Tribunale di Klagenfurt pic_593012Pretendevano 500.000 euro per tacere, per non rendere pubblici presunti affari e transazioni di denaro poco limpidi. La vittima è Paola Nardini, 51 anni, avvocata civilista di Venezia, nonché da circa15 anni console onoraria della Repubblica federale di Germania. Gli estorsori, due cittadini austriaci, sono stati denunciati dalla ricattata e già condannati dal Tribunale di Klagenfurt. Si tratta di Willibald Kattnig, di 67 anni, e della moglie Birgit, di una ventina d’anni più giovane. L’uomo è stato condannato a 24 mesi di reclusione, di cui 6 senza i benefici della condizionale, per tentata estorsione; la donna, a 18 mesi di reclusione per concorso nello stesso reato (per lei la pena è stata interamente sospesa).

 

I Kattnig, di origine stiriana, ma residenti in Carinzia, avevano conosciuto l’avv. Nardini parecchi anni fa. I due gestivano un allevamento di cavalli alla periferia di Villach e la professionista veneta si era rivolta più volte a loro per acquistarli. Così, fino a due anni fa, quando la Nardini aveva proposto ai due austriaci di lasciare l’azienda in Carinzia e trasferirsi nella sua tenuta in Veneto; Willibald Kattnig si sarebbe occupato della gestione dell’allevamento, la moglie Birgit delle pratiche d’ufficio.

 

Tutto era filato liscio per un anno, finché il rapporto si interruppe. “Improvvisamente venni cacciato via”, ha riferito il Kattnig in tribunale. I coniugi furono costretti a far ritorno in Carinzia, senza mezzi, trovando alloggio in un appartamento in affitto. E, siccome le disgrazie non vengono mai da sole, anche il loro matrimonio entrò in crisi, tanto da arrivare quasi al divorzio. “Mio marito era molto risentito, perché eravamo stati trattati così ingiustamente”, ha spiegato la donna al giudice.

 

Fu in quelle circostanze che gli venne l’idea di spedire alla Nardini una lettera di minaccia. Avrebbe informato la giustizia – aveva scritto – sui pagamenti in nero effettuati su un conto bancario. Per ragioni che sfuggono, curiosamente il Kattnig fece scrivere la lettera alla moglie. “Me la dettò lui – ha testimoniato la donna – Io non ne sapevo nulla”. Una spiegazione che non sembra aver convinto nessuno, nemmeno il giudice Manfred Herrnhofer, che presiedeva la seduta, e gli altri due magistrati membri del collegio giudicante.

 

Dopo l’invio della lettera, la Nardini ebbe un incontro con il Kattnig: “Mi disse che con 500.000 euro potevo risolvere i suoi problemi, altrimenti mi avrebbe trascinato nel baratro”. Parole di cui il Kattnig ha dato in tribunale una interpretazione meno minacciosa: “Volevo metterle paura, non abbiamo mai parlato di denaro”. Ma l’avv. Nardini non parve affatto intimorita e andò subito a denunciare la coppia alla polizia.

 

Tanto per non lasciare nulla all’oscuro, il giudice ha posto alla parte lesa una domanda con risposta incorporata: “Sul suo conto bancario non sono mai affluiti proventi da traffico di droga o riciclaggio di denaro sporco?”. Scontata la risposta negativa della Nardini. L’avv. Hans Gradischnig, difensore degli imputati, ha lasciato intendere che non tutto era venuto alla luce e che i suoi assistiti avevano preferito tacere circostanze che avrebbero comportato per essi sanzioni maggiori. Ma il Tribunale si è dovuto attenere soltanto ai fatti emersi nel dibattimento e ha ritenuto i due imputati colpevoli di tentata estorsione, condannandoli alla pena indicata sopra.

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