Sabato 18 Maggio 2024

CIMG0890La coreografia è stata rispettata, com’è d’uso in tutte le cerimonie di avvio di un cantiere in Austria. Ieri mattina a Deutschalndsberg, nella Stiria sud-occidentale, è stato dato quello che noi definiremmo il primo “colpo di piccone” (in Austria si dice “colpo di pala”) del tunnel ferroviario sotto la Koralpe, il lotto più importante, complesso e costoso del nuovo asse ferroviario Klagenfurt-Graz, destinato a integrare il Corridoio Baltico-Adriatico, infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del trasporto di passeggeri e merci tra il nord e il sud dell’Europa centrale. Ieri erano tutti lì, con la pala in mano, a smuovere la terra: la ministra austriaca dei trasporti Doris Bures, Désirée Oen, collaboratrice del commissario europeo dei trasporti Siim Kallas, i governatori della Stiria e della Carinzia, Franz Voves e Gerhard Dörfler, il direttore delle Ferrovie austriache Christian Kern .

C’era anche il presidente della nostra Regione, Renzo Tondo, a testimoniare il significato che l’opera ha anche per la nostra regione.Tondo ha parlato di “una giornata importante per la coesione di questa parte dell’Ue e per la crescita socio-economica del Centro Europa, ma soprattutto per il Friuli Venezia Giulia. Un passo in avanti per il progetto Unicredit di sviluppo della portualità alto-adriatica, che ha la necessità di avere alle spalle un sistema ferroviario molto veloce e molto solido”.

Da quello che hanno detto tutti si è capito che l’opera rappresenta una vera sfida per il sistema infrastrutturale austriaco. La linea della Koralm (130 km a doppio binario) ridurrà di due ore il viaggio tra Klagenfurt e Graz, ma avrà un costo elevatissimo (5,2 miliardi più gli oneri finanziari). Il nodo principale è costituito dal tunnel di base lungo 32,9 chilometri, che attraverserà la Koralpe, a una profondità di 1200 metri. Ieri è stato dato il via al lotto più importante di 20 chilometri. Del tracciato fuori galleria, circa 80 chilometri sono in costruzione o già ultimati, con un investimento finora di 2 miliardi. Nel costo sono comprese 10 nuove stazioni e oltre 100 tra ponti o sottopassi.

Nei discorsi di ieri è stata ribadita la necessità che, dopo la ferrovia della Koralm, sia realizzata anche quella del Semmering per Vienna, in modo da garantire continuità all’asse ferroviario che dal Baltico scenderà fino a Trieste e a Bologna. Sono state date anche certezze circa i tempi di realizzazione (la linea della Koralm entrerà in funzione nel 2022, quella del Semmering nel 2024) e la disponibilità dei finanziamenti. Ma a volte si è avuto l’impressione che si volesse esorcizzare il timore che l’opera resti un’incompiuta.

È ben vero che il tunnel sotto la Koralm rappresenta “un punto di non ritorno”, perché costa tanto che, una volta costruito, non converrà più fare marcia indietro. Ma è altrettanto vero che a Vienna lavora un partito trasversale contrario alla “ferrovia meridionale”, considerata un inutile spreco di risorse. E ieri mattina il notiziario radiofonico da Vienna annunciava che i costi alla fine risulteranno il doppio del previsto e che prima o poi mancheranno le risorse.

Anche in quest’ottica la presenza di Tondo ieri non è stata soltanto un gesto di cortesia. È servita a far capire meglio alla ministra Bures e agli altri ospiti viennesi che il nuovo asse ferroviario non serve soltanto ai pendolari tra Graz e Klagenfurt, ma a un traffico intercontinentale, che ha in Trieste-Monfalcone e in Danzica le porte di ingresso in Europa. Servirà all’economia della nostra regione, ma anche a quella dell’Austria.

Nella foto, da sinistra, il presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, la collaboratrice del commissario Ue dei trasporti Désirée Oen e il governatore della Carinzia Gerhard Dörfler. Con la pala in mano danno il simbolico inizio ai lavori del tunnel della Koralm.

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