Sabato 18 Maggio 2024

13.07.25 Schloss Reifnitz 10F44347-8921-4AB7-A21D-33433DA8D76BPochi lo sanno, ma esiste un “castello di Miramare” anche sul Wörthersee, il lago più grande della Carinzia. Sorge su un promontorio roccioso lungo la sponda meridionale, in comune di Maria Wörth. L’architetto Zekonski di Amburgo, che lo progettò e ne diresse la costruzione nel 1898, si ispirò alla lontana al più sontuoso e imponente palazzo eretto sulla costa triestina per l’arciduca Massimiliano. Per questo fu subito chiamato “Klein Miramar”, “Piccolo Miramare”. Committente ne era stato Adolf Heinrich Bercht, che dopo la prima guerra mondiale sarebbe diventato per alcuni anni sindaco di Klagenfurt.

 

Oggi però nessuno usa l’espressione “Klein Miramar” per quel castello, ma “Schloss Reifnitz”, dal nome del paese che sorge ai suoi piedi. E con il nome di “Schloss Reifnitz” il castello del Wörthersee è entrato di recente nelle cronache giudiziarie austriache, ultimo capitolo dell’infinita storia di abusi, malversazioni, tangenti lasciata in eredità alla Carinzia da Jörg Haider.

 

Schloss Reifnitz apparteneva fino al 2004 al Comune di Maria Wörth, che lo vendette a Frank Stronach, il miliardario ottuagenario austro-canadese, proprietario, tra l’altro, di un’industria automobilistica in Stiria, di recente entrato in politica con un partito da lui fondato. Fu una vendita combinata in fretta e furia, su pressione di Haider. Il consiglio comunale, convocato d’urgenza con sole 24 ore di anticipo, la deliberò nella notte del 22 dicembre. Il voto fu unanime, perché una clausola del contratto prevedeva che l’acquirente avrebbe ristrutturato il palazzetto, trasformandolo in un hotel di lusso con 275 posti letto. Ne avrebbe fatto, insomma, un gioiello destinato a promuovere e a qualificare il turismo nella zona. La destinazione dell’immobile era garantita da un’ulteriore clausola: se entro 5 anni Schloss Reifnitz non fosse diventato hotel, il Comune avrebbe potuto riacquistarne il possesso.

 

Nonostante queste garanzie, l’operazione era parsa fin dall’inizio poco limpida. Per l’intervento personale di Haider, per la fretta con cui era stato combinato l’affare, ma soprattutto per il prezzo irrisorio pagato: 6,4 milioni di euro per un’area (castello compreso) di 6,3 ettari. Basti dire che Stronach subito dopo aveva acquistato altro terreno confinante, per allargare la sua proprietà, pagandolo a un prezzo dieci volte superiore.

 

Più che una vendita, insomma, era stata una svendita, con grave danno per il Comune. Ma la Procura nazionale anticorruzione allora non era intervenuta. Lo ha fatto dopo il 2011 allorché, scaduti i 5 anni senza che Schloss Reifnitz diventasse un hotel (Stronach ne aveva fatto invece una sua residenza privata), il Comune aveva accettato, con i voti contrari di Verdi e Popolari, di rinunciare al diritto di riacquisto, in cambio di un milione di euro. In due anni di indagini sono stati perquisiti gli uffici del Comune, del Land Carinzia, dell’Azienda turistica regionale, dell’azienda di proprietà di Stronach, giungendo alla denuncia per infedeltà patrimoniale nei confronti del sindaco (del partito di Haider), di mezzo consiglio comunale e dello stesso Stronach.

 

La vicenda ha un’appendice. Nella compravendita ha svolto un ruolo di consulente l’avv. Gert Seeber, legale di fiducia di Haider, che ha incassato una parcella di 900.000 euro, di cui 240.000 sono finite nelle casse del Partito liberalnazionale. Agli inquirenti che gli chiedevano le ragioni di quel versamento, Seeber aveva spiegato candidamente che, in caso contrario, non avrebbe più avuto altri incarichi dal Land Carinzia. Cioè da Haider.

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