Sabato 18 Maggio 2024

16-10-24-nuovo-manifesto-elettorale-norbert-hofer-e-kickl“Che Dio mi aiuti”. Non è soltanto un modo di dire, è una formula di giuramento adoperata in Austria da chi assume una funzione pubblica. Per esempio dai parlamentari o dai giudici. Un tempo veniva pronunciata dopo le parole canoniche di “fedeltà alla Repubblica”, di “adempimento dei doveri” ecc. Ora è diventata facoltativa. Nell’Austria sempre più laica Dio è un optional: non è obbligatorio invocarlo, ma chi vuole può farlo.

Norbert Hofer, candidato della destra liberalnazionale alla presidenza austriaca lo ha fatto, ma non per giurare. Ha preso in prestito le parole “Che Dio mi aiuti” per la sua ultima serie di manifesti elettorali affissi in questi giorni in tutta l’Austria. E un primo risultato lo ha già raggiunto: è riuscito a risvegliare una campagna elettorale ormai fiacca e sonnolenta. Le presidenziali austriache si trascinano da nove mesi. Il mancato raggiungimento del 50% dei voti da parte di uno dei candidati al primo turno aveva reso necessario un ballottaggio, che è stato poi annullato per irregolarità. Quando si era ormai alla vigilia del ballottaggio-bis anche questo è stato annullato e rinviato al 4 dicembre per difetti nella colla delle buste dei voti postali.

La gente non ne può più e gli stessi candidati – uno è Hofer, l’avversario è Alexander Van der Bellen, indipendente, ma con un passato alla guida dei Verdi – non sanno più che cosa dire e che cosa fare che non abbiano già detto e fatto nei nove mesi precedenti. Ed ecco quel “che Dio mio aiuti” che scuote dal torpore e riaccende di colpo le polemiche.

Era pacifico che l’evocazione dell’Altissimo avrebbe scatenato qualche reazione. La citazione appare in 1800 manifesti di grande formato, con la faccia di Hofer. Metà dei manifesti hanno come slogan principale “Decidere nel vostro senso”, l’altra metà “Per l’Austria con cuore ed anima”. L’appello al Padreterno appare a margine, ma non tanto da passare inosservato.

Se ne sono accorti per primi i rappresentanti della Chiesa evangelica, a cui Hofer aveva aderito qualche tempo fa, abbandonando quella cattolica. Lo sdegno è stato unanime da parte di tutte le sue componenti, che si rifanno al rito di Augsburg, a quello elvetico e alla Chiesa metodista. “È un buon diritto di ogni cristiano invocare l’aiuto di Dio – hanno detto – ma respingiamo che lo si faccia per una campagna elettorale”. Si tratterebbe di “una strumentalizzazione per obiettivi politici”, che costituisce una inosservanza del secondo comandamento, che chiede di “non nominare invano il nome di Dio, tuo Signore”.

Reazioni sono giunte anche da altre comunità religiose, persino da quella islamica. “Ogni strumentalizzazione di contenuti religiosi – ha dichiarato il suo presidente, Ibrahim Olgun – non è tollerabile per la nostra società”.

Più cauta invece la Chiesa cattolica, che si è richiamata anch’essa al secondo comandamento, osservando però che “non è compito della Chiesa – citiamo un intervento della diocesi di Vienna, che fa capo al cardinale Christoph Schönborn – speculare sulle intenzioni di Hofer, ma se si mette in gioco Dio, lo si fa a proprio rischio”.

Sulla questione non ha voluto metter dito il candidato avversario Van der Bellen. Rispondendo, però, a una domanda dei giornalisti, si è limitato a osservare che la citazione di Hofer gli sembrava “inadatta, priva  di gusto e tale da offendere i sentimenti religiosi di molti austriaci”.

Non è la prima volta che esponenti dell’Fpö attingono ai simboli della religione cristiana. Già otto anni fa il segretario del partito, Heinz-Christian Strache, aveva partecipato a una manifestazione di protesta davanti a un centro islamico, brandendo un crocifisso. “Non come simbolo teologico – aveva spiegato allora – ma come riferimento culturale di appartenenza”. E tre anni fa, nei manifesti della campagna elettorale era apparsa la scritta “ama il tuo prossimo”, che era un’esortazione a preferire gli austriaci (“il tuo prossimo”), anziché gli stranieri immigrati (meno prossimi).

Del resto Hofer ha già fatto sapere che, se sarà eletto presidente, alla formula del giuramento aggiungerà anche le parole del manifesto: “che Dio mi aiuti”. Tanto da far sbottare la presidente dell’Azione cattolica austriaca, Gerda Schaffelhofer: “In caso di vittoria, dunque, Hofer la magnificherà come un giudizio di Dio?”

 

NELLA FOTO, il candidato alla presidenza austriaca Norbert Hofer e il segretario generale dell’Fpö Herbert Kickl, accanto al manifesto elettorale che contiene la frase incriminata “Che Dio mi aiuti” (in tedesco “So wahr mir Gott helfe”).

________________________

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

Lascia un commento