Sabato 18 Maggio 2024

21.08.17 Donne e bambini in fuga da Afghanistan verso PakistanAlla fine anche Karl Nehammer, ministro degli Interni austriaco, si è convinto dell’impossibilità di rimandare in patria gli afghani giunti in Austria senza avere i requisiti per ottenere il titolo di rifugiati. Fino all’altro ieri, chiudendo gli occhi davanti all’evidenza di un Paese allo sbando, con migliaia di uomini, donne e bambini in fuga, Nehammer aveva insistito sulla necessità dei rimpatri, eventualmente anche attraverso una triangolazione con Islamabad (Pakistan), essendo di fatto preclusi voli da e per Kabul.

Ieri il ministro ha cambiato registro: se non nel loro Paese, gli afghani che non hanno diritto di restare in Austria andrebbero rispediti almeno in uno dei Paesi confinanti con l’Afghanistan. Ovviamente non si vede perché uno di questi Paesi, verso i quali in queste ore si stanno riversando migliaia di afghani in fuga, dovrebbero accoglierne anche quelli in arrivo dall’Austria. Il ragionamento di Nehammer ricorda quello del cancelliere Sebastian Kurz, di qualche tempo fa, che proponeva di creare campi di raccolta di profughi in Sud Italia, dove far convergere anche quelli approdati in Austria. Quel che si dice “fare i conti senza l’oste”.

Nehammer è talmente convinto dell’idea di creare “Abschiebezentren” (centri di espulsione) ai confini dell’Afghanistan, che insieme con il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, ha chiesto che se ne discuta in una seduta straordinaria dei ministri degli Esteri e degli Interni dei Paesi dell’Unione Europea. “Serve una linea comune dell’Europa – hanno dichiarato i due ministri – per reagire alla situazione in Afghanistan e alla minaccia di una nuova ondata migratoria”. Una politica europea dell’immigrazione è credibile, secondo Nehammer, soltanto se riesce a respingere fuori dall’Europa chi non ha diritto alla protezione.

Di opposte vedute i Verdi, alleati di governo dell’Övp (a cui appartengono Nehammer e Schallenberg). Dopo la presa del potere in Afghanistan dei talebani, esponenti del radicalismo islamico, il Ministero degli Interni dovrebbe accantonare definitivamente l’idea dei rimpatri. “Chi ancora pensa che si debbano rimandare uomini in Afghanistan, anziché offrire loro asilo – ha dichiarato Gebi Mair, capogruppo dei Verdi nel consiglio del Land Tirolo e portavoce del movimento per la politica estera – manca di cuore o di cervello, o di entrambi”.

Al di là delle valutazioni contrastanti tra i due partner di governo, ciò che stupisce è il nulla su cui si discute. Come abbiamo scritto ieri, in poco più di 4 anni l’Austria era riuscita a rimandare in Afghanistan 166 immigrati a cui non era stato riconosciuto il titolo di rifugiati. Per ben che vada, potrebbe rimandarne altri 166 nei prossimi quattro anni (ma non può andare bene, perché finora per i rimpatri l’Austria aveva potuto utilizzare voli della Svezia, che ora sono stati sospesi). Una goccia nel mare, se si considera che gli afghani ora presenti in Austria sono 45.000 circa.

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