Domenica 2 Giugno 2024

17.05.15 Vienna, Hofburg, Van der Bellen e Sebastian KurzI casi sono due: o Sebastian Kurz è straordinariamente fortunato, oppure è dotato di poteri paranormali. Non ci sono altre spiegazioni per quel che è riuscito a ottenere in meno di 48 ore. Domenica aveva convinto l’intera direzione nazionale dell’Övp, il Partito popolare austriaco, a designarlo segretario, conferendogli pieni poteri, come mai nessun altro leader aveva avuto in passato, forse nemmeno negli anni dell’austrofascismo. E ieri è riuscito a raccogliere l’unanimità di tutte le altre forze politiche sulla sua richiesta di scioglimento del Parlamento e di elezioni anticipate.

Entrambi gli obiettivi sembravano irraggiungibili o, comunque, complicati. Non per Kurz, però, che ha giocato il tutto per tutto e ha vinto. Anzi, a un certo punto si è avuto l’impressione che i suoi avversari facessero a gara per assecondarlo.

Prendiamo in esame la richiesta di elezioni anticipate. Era una delle condizioni poste da Kurz domenica pomeriggio. Il giovane segretario designato (abbiamo usato ieri la definizione “designato” e la ripetiamo oggi, perché la direzione non ha i poteri di eleggere un segretario, ma soltanto quello di designarlo, appunto, mentre l’elezione formale dovrà essere fatta in un congresso straordinario), il giovane segretario, dicevamo, non vuole proseguire l’azione di governo come partner minore della coalizione con i socialdemocratici (Spö), perché ritiene, a ragione, che il rapporto continuerebbe a essere inconcludente, come era stato finora, e logorerebbe soltanto la sua immagine. Meglio, dunque, andare subito alle urne, con il conforto di sondaggi che attribuiscono all’Övp un grande balzo in avanti. Kurz confida, con voti quasi raddoppiati, di essere nelle condizioni per diventare il prossimo cancelliere.

Il problema è che per sciogliere il Parlamento servono i voti di due terzi dei suoi membri. Fino alla settimana scorsa soltanto i liberal-nazionali dell’Fpö erano favorevoli a elezioni anticipate. Lo erano anche i Verdi, ma non immediatamente, per non far arenare sul nascere la commissione d’inchiesta appena costituita, che dovrebbe far luce sullo scandalo degli Eurofighter, la più grossa commessa militare del dopoguerra.

Ieri, invece, il colpo di scena. L’Fpö, di sua iniziativa, invita a un incontro tutti i gruppi parlamentari di opposizione, cioè i Verdi, i Neos (movimento liberale-conservatore) e il Team Stronach (movimento anomalo, creato alle precedenti elezioni dal multimiliardario austro-canadese Frank Stronach, che nel frattempo si è stancato di far politica ed è tornato alle sue attività imprenditoriali). Le quattro delegazioni discutono e alla fine concludono di presentare già  questa settimana una mozione per chiedere lo scioglimento del Parlamento.

Da non credere. Fpö, Verdi, Neos e Team Stronach si assumono proprio l’iniziativa che voleva assumersi Kurz. Tant’è che nemmeno un’ora più tardi la segreteria di Kurz comunica che anche l’Övp voterà la mozione dei partiti di opposizione. Da soli questi non avrebbero raggiunto i due terzi del Parlamento, ma con i voti dell’Övp il gioco è fatto.

L’aspetto più sorprendente e inspiegabile è che per i Neos e per il Team Stronach (non per Fpö e Verdi) andare ad elezioni anticipate rappresenta un suicidio. Il Team Stronach, senza i finanziamenti di mister Stronach, è un movimento morto e alle prossime elezioni, se si ripresenterà, non riuscirà a eleggere nessuno. Anche i Neos rischiano la stessa sorte: molti dei loro elettori erano ex elettori dell’Övp e probabilmente ritorneranno all’ovile, ora che a guidare i popolari è Kurz; è probabile quindi che non riusciranno a superare la soglia del 4%, necessaria per poter entrare in Parlamento.

Non basta. Poco più tardi si fa sentire anche l’Spö. Anche il Partito socialdemocratico, che guida il governo in carica, è disposto ad andare ad elezioni anticipate, ritenendo inutile stiracchiare  una legislatura che di fatto è ormai morta. Chiede soltanto all’Övp di utilizzare i mesi che intercorreranno di qui al voto per portare a completamento alcune riforme già in cantiere e ormai quasi pronte per l’approvazione: i programmi per contrastare la disoccupazione, la riforma scolastica e la creazione dei nuovi centri sanitari.

A questo punto le elezioni anticipate non sono più soltanto una ipotesi, ma una prospettiva certa e, stando alle dichiarazioni di tutte le parti, dovrebbero aver luogo nel prossimo ottobre, il giorno 8 oppure il 15. Avremo di nuovo un autunno denso di emozioni: il 24 settembre le elezioni in Germania e, due o tre settimane dopo, quelle in Austria. Offriranno entrambe l’occasione per vedere se è rimasto il clima antipopulista che aveva portato alla vittoria Van der Bellen in Austria, Rutte in Olanda e più recentemente Macron in Francia.

 

NELLA FOTO, l’incontro avvenuto ieri pomeriggio tra il segretario designato dell’Övp Sebastian Kurz (senza cravatta) e il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen. Nella stessa giornata Van der Bellen ha ricevuto anche il cancelliere e segretario dell’Spö Christian Kern.

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