Sabato 18 Maggio 2024

18.03.31 Karin Kneissl e Sebastian Kurz - CopiaL’Austria è uno dei nove Paesi dell’Unione Europea a 27 che non ha espulso alcun diplomatico russo, dopo l’attentato alla vita dell’ex agente segreto Sergej Skripal e di sua figlia Julia. L’ambasciatore britannico aveva bussato due volte alla porta della ministra degli esteri Karin Kneissl, per sollecitare dal governo austriaco un gesto di solidarietà con Londra, ma la risposta è stata ed è rimasta sempre negativa.

Kneissl ha spiegato questa scelta con lo status di neutralità dell’Austria e con l’esigenza di mantenere sempre aperti i canali di comunicazione tra le parti, per favorire la soluzione delle controversie internazionali. L’Austria – ha detto la ministra – potrà così svolgere un ruolo di mediazione tra Mosca e Londra, come ha già fatto in passato, favorita anche dalla circostanza di essere sede di organismi internazionali, come l’Onu o l’Osce.

Il richiamo alla neutralità è stato giudicato un pretesto. Vi sono altri Stati neutrali d’Europa, anche non membri dell’Ue, che hanno reagito disponendo il rimpatrio di diplomatici russi. La neutralità quindi non c’entra. In proposito ha preso posizione anche il capodelegazione dell’Övp all’Europarlamento, Othmar Karas: “L’Austria, dopo l’adesione all’Ue nel 1995 – ha scritto in un twitt – ha chiarito anche nella sua Costituzione di non essere neutrale nell’Ue, ma solidale. La neutralità non è una giustificazione! Sorry!”.

Dello stesso parere lo storico Wolfgang Mueller, docente all’Università di Vienna: “Nel diritto internazionale la neutralità non significa politico neutralismo”. E, per quanto riguarda il ruolo di “pontiere” che l’Austria vorrebbe svolgere, ha soggiunto che gli altri Paesi che hanno deciso di allontanare alcuni diplomatici non hanno affatto chiuso i canali di dialogo con Mosca. Quindi anche la seconda spiegazione non reggerebbe.

Da alcune parti è stato mosso il rilievo che la scelta di non “punire” la Russia deriverebbe dagli amichevoli rapporti dell’Fpö, il partito della destra nazionalista e populista austriaca, con Puntin. Karin Kneissl, infatti, non è iscritta a nessun partito, ma è stata voluta dall’Fpö al ministero degli Esteri.

Intervistata in proposito dalla Cnn, Kneissl ha dichiarato che la sua decisione (di non espellere diplomatici russi) non ha “nulla a che fare” con i legami dell’Fpö con il partito di Putin, “Russia unita”. Alle insistenze su questo punto della giornalista dell’emittente americana, la ministra austriaca ha risposto che “non c’era stata alcuna pressione” nei suoi confronti. E poiché l’intervistatrice insisteva sull’isolamento in cui si verrebbe a trovare l’Austria all’interno dell’Ue e in ambito Nato, Karin Kneissl ha replicato che vi sono molti altri Paesi membri dell’Ue che si sono comportati come l’Austria e ha rammentato alla giornalista che si stava sbagliando: “L’Austria non è un membro della Nato”.

La ministra degli Esteri ha anche spiegato che una decisione del genere non l’aveva presa da sola, ma dopo aver consultato e in pieno accordo con il cancelliere Sebastian Kurz, leader dell’Övp (il Partito popolare), suo predecessore alla guida del ministero degli Esteri.

Il quale Kurz, a sua volta, ha twittato di “voler essere un pontiere tra l’Est e l’Ovest e di voler mantenere aperta una via di dialogo con la Russia”. Sul ruolo di pontiere del cancelliere austriaco ha ironizzato poco dopo, su Twitter, l’ex incaricato dell’Osce Peter Neuman: “Questa è l’Austria che brucia i suoi ponti con l’Occidente”.

 

NELLA FOTO, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e la ministra degli Esteri Karin Kneissl, concordi nel non volere l’espulsione di diplomatici russi.

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