Sabato 18 Maggio 2024

06.10.06 02 Tavagnacco, inaugurazione Hypo Bank; Lorenzo Di Tommaso, Wolfgang Kulterer e interpreteAlla fine la direzione di Hypo Bank Italia ha accolto la richiesta sindacale, incontrando i rappresentanti di Dircredito, Fabi, Cisl-Fiba, Cgil-Fisac, preoccupati per il destino dell’istituto di credito che sta subendo i contraccolpi della crisi della casa madre austriaca. La riunione che si è tenuta ricorda la proverbiale bottiglia di vino riempita a metà: chi la vede mezza piena, chi mezza vuota. C’è chi è uscito dall’incontro con il direttore generale Lorenzo Di Tommaso rasserenato e fiducioso e chi invece con accresciuti motivi di preoccupazione. Una differenza di valutazioni che si è riflettuta anche nel comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio, che parte speranzoso (“Preso positivamente atto…”) e si conclude ravvisando “uno scenario di preoccupazione per la reale tenuta del livello occupazionale e sulla salvaguardia dell’area contrattuale”.

 

Su un solo punto tutti i convenuti sono sembrati d’accordo: i tempi di vendita di Hypo Italia. Come è noto, l’Unione Europea ha imposto alla holding carinziana di liberarsi di alcune delle sue attività, per dimezzare il volume di bilancio che finora superava i 40 miliardi di euro. La controllata italiana è tra i “gioielli” di cui Hypo Group intende disfarsi. Finora era sempre stato indicato il termine del primo semestre del 2012 per la vendita, mentre nell’incontro con i sindacati è stato annunciato uno slittamento a tutto il 2014. Questo per consentire a Hypo Italia di ristrutturarsi, per poter diventare più appetibile ed essere venduta a un prezzo equo. In questo momento – ha riferito una fonte – Hypo Italia è troppo piccola per un acquirente grande e troppo grande per un acquirente piccolo.

 

La ristrutturazione avverrà su due fronti. Da un lato, con il potenziamento della rete delle filiali, sul quale Hypo Italia, sbilanciata sul versante del leasing, era piuttosto debole. Nei mesi scorsi era stata aperta una sede a Piove di Sacco, mentre entro breve dovrebbero vedere la luce quelle di Varese e di Cittadella. Dall’altro, con il ridimensionamento della direzione generale, con ricadute anche sul personale, che dovrà essere in parte licenziato. Sul numero di quelli che dovrebbero andarsene sono state raccolte versioni contrastanti. C’è chi indica tutti i titolari di contratti a tempo determinato e chi un numero molto più limitato e quindi più “gestibile”.

 

In questo contesto verrebbe creata una “bad bank”, facendovi confluire tutti i “non performing loans”, cioè tutti i crediti da recuperare attraverso la vendita degli immobili posti a garanzia. In tal modo la “good bank”, sgravata da queste sofferenze, troverebbe più facilmente un compratore, mentre la “bad bank”, trasformata in una specie di società immobiliare, potrebbe attendere tempi migliori per la vendita dei suoi beni, quando il mercato immobiliare sarà tornato alla normalità.

 

Una soluzione che però solleva altri problemi, perché implicherebbe il passaggio del personale della “bad bank” dal settore del credito a quello del commercio, con condizioni normative ed economiche meno favorevoli, che i sindacati non sembrano disposti ad accettare.

 

Nella foto, Lorenzo Di Tommaso, direttore generale di Hypo Bank Alpe Adria in Italia.

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