Sabato 18 Maggio 2024

Ferruccio Tassin, appassionato di storia locale – quella della Bassa friulana orientale, già parte della contea principesca di Gorizia e Gradisca, ai tempi dell’Austria – ha dato alle stampe un libro dal titolo “Robononis”, il terzo della serie. Come i precedenti, contiene ritratti di personaggi di quel territorio, la cui storia è strettamente legata alla storia dell’Austria, di cui era stato parte fino a 100 anni fa. Ed è per questo che ne riferiamo in questo blog.

Il libro sarà presentato domani, alle 16, nella sala Italia di Cormons, in via Friuli 30. Ne parlerà lo scrittore ed editore Hans Kitzmüller, di cui pubblichiamo, qui sotto, una recensione al libro. L’autore leggerà alcune pagine della sua opera. L’evento vedrà la presenza dell’assessora comunale Elena Gasparin e sarà accompagnato dalle note della fisarmonica di Guerrino Mazzon

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15.11.21 RudaQuesto ‘numero 3’ di Robononis riserva al lettore attento e ben disposto nuove piacevolissime sorprese su quel ‘piccolo mondo d’antan’ di Ferruccio Tassin, che nei primi due  numeri ha già fatto riscoprire e rivivere con un insperato e straordinario successo umanità e umorismo di una friulanità storicamente e linguisticamente particolarissima, ossia quella del Friuli ex-austriaco e del “Sonziaco”, il furlan con la “a”. Ecco quindi ancora scenette, battute, macchiette di paesi piccoli e grandi, parroci, contadini, osti, mogli severe, ragazzini e chierichetti di un territorio che per l’autore ha  biograficamente il suo centro a Ruda, al quale in questo volume è infatti dedicata l’intera parte centrale.

Robononis numar 3 non offre però solo i consueti simpatici episodi di ‘celebrità paesane’ con vivace e irresistibile ironia, ma anche alcuni veri e propri saggi di spontanea prosa rievocativa di taluni aspetti, come gli ambienti delle osterie o del calcio o delle parrocchie e di personalità come quella esemplare e poetica di “barba Rafaèl,  artist dai dîs di vora”.

L’inosservanza della grafia ufficiale non ha qui nulla di polemico, ma è dettata soltanto da una volontà di una adeguata rappresentazione di una inconfondibile parlata dialettale della memoria immaginata, come sarebbe stata resa al tempo dei fatti narrati da chi avesse voluto mettere per iscritto nel secolo scorso narrazioni popolaresche in realtà appartenenti soltanto ad una tradizione orale, ricostruzione dunque di una ingenua grafia popolare storica.

La prima delle quattro sezioni in cui si articola questo volumetto è dedicata alla mai dimenticata Austria, la seconda alla Visco di confine, la terza alla Ruda dei Tassin appunto e infine la quarta a Romans d’Isonzo e a un vagabondaggio per il più vasto territorio della Bassa.  Anche in questo ‘numero 3’ non può essere sottaciuto come Ferruccio Tassin abbia ulteriormente approfondito e impreziosito quel monumento alla Bassa e alla sua identità storica, innalzato nei due precedenti, con un rinnovato gesto non solo affettuoso e nostalgico, ma anche letterario e poetico.

Hans Kitzmüller

 

NELLA FOTO, un’immagine aerea di Ruda.

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