Sabato 18 Maggio 2024

10.05.25 Elezioni Burgenland 2347527_BLD_OnlineDomani si vota nel Burgenland, la regione più orientale dell’Austria, da sempre feudo socialdemocratico. Pur trattandosi del Land più piccolo per numero di abitanti, il test elettorale è molto atteso. Il Partito socialdemocratico (Spö), che pure ha la maggioranza relativa in Austria e che dal 2006 è alla guida del governo federale, sta attraversando la più grave crisi della sua storia. Da quando è cancelliere Werner Faymann non ha vinto una sola elezione e la consultazione di domani arriva dopo 11 sconfitte consecutive, alcune di proporzioni drammatiche.

Si può capire, dunque, di quali significati sia stato caricato il voto nel minuscolo Burgenland, anche in vista delle elezioni ben più importanti che si terranno in autunno a Vienna e in Stiria. Un successo socialdemocratico ridarebbe fiato e speranze al partito; una sconfitta potrebbe provocare addirittura una crisi di governo, in un momento in cui anche l’Austria, come tutti i Paesi europei, ha invece assoluta necessità di una guida stabile per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale.

I partiti in campo sono sempre quelli, perché in Austria le sigle non cambiano con tanta frequenza come in Italia. In testa, l’Spö, che alle elezioni del 2005 aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (52,53%) e dei seggi nel Landtag (19 su 36). Al secondo posto, i popolari (Övp) con il 36,34%; terzo il Partito liberalnazionale (Fpö) con il 5,2%; quarti i Verdi con il 5,20%. Sulla scheda di voto gli elettori troveranno anche una quinta lista civica, guidata da un ex esponente dell’Fpö, che però appare del tutto marginale.

A Hans Niessl, governatore uscente, è stata affidata la “mission impossible”: conservare la maggioranza assoluta. Per raggiungere l’obiettivo ha messo da parte tutto il bagaglio ideologico socialdemocratico, concentrando la campagna  elettorale su un solo tema, quello che sembra preoccupare di più i suoi concittadini: l’immigrazione, vista come una minaccia alla sicurezza. Nei suoi comizi, che con il passare del tempo hanno incominciato a riecheggiare i toni della destra populista di Haider, ha coniato addirittura un nuovo vocabolo: “Sicherfühlland”, la “regione dove ci si sente sicuri”.

Da Vienna il ministro della difesa Norbert Darabos – compagno di partito e lui pure del Burgenland – gli ha dato una mano, spedendo nel Land una guarnigione militare con compiti di sorveglianza ai confini. Un compito inutile, come quello della Fortezza Bastiani nel “Deserto dei tartari”, in attesa di un nemico che non arriva mai. I soldati schierati nel Burgenland costano all’erario 22 milioni all’anno e finora sono riusciti a fermare non più di 5 (cinque) clandestini! Lo sforzo militare, più che corrispondere a esigenze di sicurezza, sembra motivato soltanto dal sostegno alla campagna elettorale di Niessl.

Ma anche così facendo, gli osservatori dubitano che l’Spö riesca a pescare voti nell’elettorato di destra, come aveva fatto nel 2005. A quel tempo l’Fpö era in piena crisi (Haider aveva spaccato in due il partito) e aveva avuto un tracollo elettorale. Questa volta, invece, dovrebbe raddoppiare i consensi, superando il 10%. L’Övp dovrebbe mantenere le posizioni, mentre i Verdi rischiano di scendere sotto il 5% ed essere esclusi quindi dal consiglio regionale.

Nella foto, un manifesto dell’Fpö, il Partito liberalnazionale austriaco, che mette al centro della campagna elettorale il tema dell’immigrazione, vista come una minaccia alla sicurezza. La scritta dice infatti: “Difendere la patria, confini impenetrabili”.

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