Sabato 18 Maggio 2024

10.10.26 Festa nazionale a Vienna nationalfeiertag726apa25100L’Austria ha celebrato ieri la sua festa nazionale, paragonabile a quella del 2 giugno in Italia. Il 26 ottobre ricorre infatti l’anniversario della riacquistata sovranità dopo la guerra e dopo dieci anni di occupazione alleata. Davvero curioso. Quasi tutti i Paesi hanno scelto per la loro festa nazionale il giorno dell’indipendenza o della costituzione della Repubblica. In Austria, invece, coincide con il giorno della “liberazione dai liberatori” (il 25 ottobre aveva lasciato il territorio austriaco l’ultimo reparto militare britannico) e questo la dice lunga sull’ambiguo atteggiamento degli austriaci nei confronti del loro recente passato.

Che qualcuno consideri ancor oggi la capitolazione del Terzo Reich (8 maggio 1945) una sconfitta e la partenza degli alleati una “liberazione” non deve stupire molto. Per anni era stata opinione diffusa che l’Austria non potesse esistere come Stato indipendente, dopo il crollo della monarchia absburgica, e che l’annessione (Anschluß) al Reich fosse un destino ineluttabile. Haider, del resto, aveva definito l’Austria un aborto e il suo patriottismo è sempre stato inteso come patriottismo germanico, non austriaco. Ben per questo l’estremismo di destra austriaco, che trova espressione politica nell’Fpö, è definito tedesco-nazionale (deutsch-national).

Qual è allora la festa che celebrano gli austriaci il 26 ottobre, schierando sulla Heldenplatz di Vienna alcuni reparti del loro esercito, facendo giurare mille reclute davanti alla Hofburg, aprendo ai cittadini le porte della cancelleria federale, del palazzo presidenziale, del Parlamento? La domanda si può riformulare anche in altro modo: qual è il senso di identità nazionale che oggi gli austriaci hanno? concepiscono il loro Paese come una nazione o condividono l’opinione di Haider che si tratti di un aborto?

I sondaggi condotti annualmente in questa stagione dagli istituti demoscopici ci dicono che nel tempo il senso di identità austriaca è cresciuto. Oltre sessant’anni di vita democratica evidentemente hanno lasciato il segno. Oggi ormai pochi mettono in discussione la ragion d’essere dello Stato austriaco. Al contrario, sembrano preoccupati per la conservazione della sua identità, che avvertono minacciata da un lato dall’omologazione all’interno dell’Unione Europea, dall’altro da un’immigrazione incontrollata.

Quest’anno non è stato più chiesto agli austriaci se ritengano che l’Austria sia uno Stato. La domanda oggi potrebbe sembrare banale e probabilmente lo è, ma non lo era fino a qualche anno fa. Quest’anno è stato chiesto loro se siano orgogliosi di essere austriaci. Il sondaggio su mille intervistati di età superiore ai 14 anni lo ha fatto il Centro di studi sul futuro della Scuola superiore di Salisburgo. La risposta “sì” è stata data da quasi la metà del campione (48%), ma è risultata disomogenea sul territorio nazionale. Nel Burgenland e nel Tirolo circa due terzi degli intervistati (64%) si sono detti orgogliosi; nel Salisburghese il 60%. Soltanto il 17%, invece, nel Vorarlberg, il Land più occidentale (dopo la prima guerra mondiale in questa regione si voleva indire un referendum per chiedere l’annessione alla Svizzera). Questo l’esito negli altri Länder: 38% in Carinzia, 42% in Alta Austria, 48% a Vienna, 49% in Stiria, 50% in Bassa Austria.

Nel sondaggio è stato anche chiesto agli intervistati se siano contenti di vivere in Austria e i risultati sono stati sensibilmente diversi. I più contenti sono risultati i salisburghesi (addirittura il 68% ha risposto sì), seguiti dai tirolesi (75%), dagli abitanti della Bassa Austria (71%). Ultimi in questa classifica gli abitanti del Burgenland (20%), per ragioni di difficile comprensione: i più orgogliosi di essere austriaci e al tempo stesso i meno contenti di vivere in Austria.

Il sondaggio ha poi toccato anche l’Europa, un tasto dolente in uno dei Paesi più euroscettici del continente. Agli intervistati è stato chiesto se si sentissero, oltre che cittadini austriaci, anche cittadini europei. Il 63% ha risposto sì in Tirolo, il 60% nel Salisburghese, I meno europei si sono dichiarati gli stiriani (23%), i carinziani (19%) e gli abitanti del Burgenland (12%). Anche in questo terzo sondaggio l’atteggiamento del Burgenland ha sorpreso. Perché se c’è un Land in Austria che più ha beneficiato dell’adesione all’Unione Europea, che grazie ai fondi strutturali europei ha visto crescere gli investimenti e cambiare radicalmente la propria economia, questo è proprio il Burgenland. Segno che il senso di appartenenza all’Europa non è necessariamente connesso ai benefici che se ne ricavano.

O forse è anche un problema culturale. L’analisi dei risultati del sondaggio ha dimostrato che più è elevato il livello di istruzione degli intervistati, più sale il senso di far parte di una grande famiglia europea.

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