Sabato 18 Maggio 2024

15.05.25 Peter Kaiser e Gaby Schaunig - CopiaIl clima politico attuale in Carinzia richiama un po’ quelli delle situazioni di emergenza, che richiedono governi di unità nazionale. C’è una guerra, c’è un terremoto, c’è un’alluvione catastrofica, c’è una fuga radioattiva da una centrale nucleare? In casi del genere non si può perdere tempo in diatribe tra maggioranza e opposizione, occorre che tutti remino nella stessa direzione, perché ne va della salvezza di vite umane. Le decisioni da prendere sono difficili, richiedono sacrifici e sono quindi impopolari. Per questo devono essere decise insieme da tutte le forze politiche.

La Carinzia ha da poco scansato il rischio della bancarotta. Qui non sono in pericolo vite umane, ma non è comunque esagerato parlare di emergenza, perché per i suoi abitanti nulla sarà più come prima: meno ospedali, meno scuole, minore sostegno allo sport e alla cultura, ridimensionamento drastico dello stato sociale. Perfino le strade saranno rimpicciolite in larghezza. Il Land, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, citando il governatore Peter Kaiser, dovrà stringere la cinghia di molti buchi.

Sono queste le condizioni poste dal governo di Vienna, per far avere alla Carinzia il prestito di 343 milioni di cui ha assoluto bisogno, attraverso l’agenzia federale che svolge questa funzione, la Öbfa (Österreichische Bundesfinanzierungsagentur). L’accordo quadro inviato a Klagenfurt dal ministro delle finanze Jörg Hans Schelling è stato approvato all’unanimità in una seduta straordinaria della giunta del Land. Domani passerà al vaglio della commissione consiliare per l’economia e la finanza. Giovedì sarà discusso e posto in votazione nel Landtag, il consiglio regionale della Carinzia.

Si deve fare in fretta, perché a fine mese le casse del Land saranno completamente vuote. Serve che l’accordo entri in vigore e che le risorse finanziarie possano affluire dall’Öfba, costi quel che costi, affinché già nella seduta del 2 giugno la giunta possa deliberare la ripresa di lavori che erano stati bloccati per mancanza di risorse da marzo, mettendo a repentaglio 800 posti di lavoro. È scontato che in commissione e nel Landtag la proposta di accordo sarà approvata come in giunta: all’unanimità. Perché è questo che l’emergenza richiede.

Il governatore Kaiser in una conferenza stampa ha usato la parola “Gemeinsamkeit”, che significa “comunanza”. Tutti dalla stessa parte, destra e sinistra. Questo accadrà giovedì in consiglio regionale e questo è già accaduto in giunta, dove – per il curioso meccanismo istituzionale presente in Carinzia e in alcuni altri Länder – coabitano assessori di maggioranza e di opposizione. Si chiama “Konzentrationsregierung”, o “governo di concentrazione”, come avevamo spiegato nel blog del 7 gennaio 2015, a cui rinviamo chi volesse rinfrescarsi la memoria. Qui ci basta far rilevare che sull’accordo per il prestito dell’Öbfa, condizionato da tagli di spesa da lacrime e sangue, tutti gli assessori, di maggioranza e di opposizione, hanno detto sì.

Si tratta di un’unanimità assolutamente necessaria e che probabilmente si renderà necessaria anche in futuro. Ora serve per ottenere il finanziamento dall’Öbfa, ma tra un anno servirà per affrontare un’altra emergenza di gran lunga più grave: nel giugno 2016, infatti, scadrà la moratoria decisa dal governo per i creditori di Heta Asset Resolution (la bad bank nata da Hypo Alpe Adria Bank) e, siccome lo Stato proprietario non intende più pagare nulla, i creditori agiranno nei confronti del Land Carinzia, che in altri tempi aveva sconsideratamente garantito obbligazioni della banca per 10,2 miliardi di euro. 

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A proposito di “Konzentrationsregierung”. L’accordo politico con cui nel 2013 si era formato l’attuale governo del Land Carinzia (Spö, Övp e Verdi) prevedeva tra l’altro una riforma costituzionale, che sostituisse gli anacronistici “governi di concentrazione” con governi di coalizione, simili a quelli delle nostre regioni, formati cioè soltanto da rappresentanti dei partiti della maggioranza. I numeri c’erano e ci sono: per modificare norme costituzionali serve una maggioranza di due terzi dei consiglieri.

Da allora sono passati due anni e della riforma istituzionale non si è incominciato nemmeno a parlare. Il governatore Kaiser all’inizio del 2015 l’aveva annunciata per quest’anno, ma subito dopo è scoppiata l’emergenza finanziaria. È difficile che nel nuovo clima si possa pensare a modifiche costituzionali, ma non lo si può escludere a priori. Se vi saranno novità, lo riferiremo.

 

NELLA FOTO, il governatore della Carinzia Peter Kaiser e, alle sue spalle, l’assessora alle finanze Gaby Schaunig, entrambi dell’Spö.

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