Sabato 18 Maggio 2024

22.02.20 Wolfgang MücksteinSembrava che l’Austria avesse rinunciato all’obbligo vaccinale, che pure era in vigore soltanto dall’inizio di questo mese. Nessuno, per la verità, aveva ancora parlato di un’abrogazione della legge che lo aveva istituito, ma tutti i segnali erano in quella direzione. Lo aveva fatto capire anche il cancelliere Karl Nehammer, in un’intervista rilasciata pochi giorni fa, in cui aveva lasciato intendere che l’obbligo potrebbe essere revocato.

E invece non è così. Ieri mattina, in un’intervista alla radio, il ministro della Salute Wolfgang Mückstein (nella foto) ha eliminato ogni dubbio: la legge resta in vigore e, come annunciato più volte in precedenza, ne sarà controllata l’applicazione da metà marzo. La Polizia, è vero, non andrà casa per casa a scovare i renitenti, ma, se nei suoi controlli di routine si imbatterà in persone non vaccinate, le segnalerà alle autorità sanitarie distrettuali, che provvederanno a notificare le sanzioni previste (si tratta di una pena pecuniaria di 600 euro, che tuttavia può essere inflitta una sola volta nel trimestre).

Ricordiamo, per chiarezza, com’era stata prevista l’applicazione della legge e, stando alle parole del ministro di ieri, com’è prevista tuttora. L’obbligo vaccinale è entrato in vigore il 4 febbraio, ma fino al 15 marzo resterà una norma senza sanzione. Significa che fino a quella data i non vaccinati non saranno “puniti”, ma soltanto esortati a mettersi in regola. Il governo ha inteso utilizzare questo primo mese e mezzo di tempo soltanto per svolgere una campagna di persuasione. Che, peraltro, non ci risulta stia avvenendo, perché non ci sono manifesti stradali, spot televisivi, inserzioni sui giornali che esortino a recarsi ai centri di vaccinazione.

Dal 16 marzo prenderà il via la “fase 2”, nella quale i non vaccinati, se individuati in controlli casuali della Polizia, saranno sanzionati. A questa “fase 2” ha fatto riferimento il ministro Mückstein nell’intervista radiofonica di ieri. Va precisato che anche in questa seconda fase l’obbligo vaccinale sarà imposto con guanti di velluto: i non vaccinati saranno segnalati all’autorità distrettuale, è vero, ma saranno concesse loro due settimane di tempo per ricevere il vaccino. Se lo faranno, la sanzione sarà automaticamente annullata.

C’è poi la “fase 3”, che consisterà nell’individuazione sistematica di tutti i no-vax, incrociando il database nazionale dei vaccinandi con quello dei vaccinati. La “fase 3” in realtà sarebbe dovuta coincidere con la “fase 2”, ovvero partire fin dal 16 marzo, ma il software necessario non era pronto. Da ciò la necessità di rimandarne la partenza.

Rimandarla di quanto? Dal punto di vista tecnico, l’elaborazione del programma informatico richiede soltanto due mesi al massimo, per cui potrebbe aver inizio fin da aprile, ma a livello politico l’intenzione sarebbe di rinviarla più in là nel tempo. Nell’intervista alla radio è stato chiesto al ministro se l’inizio potrebbe avvenire in settembre, ovvero all’inizio della stagione in cui le epidemie virali, non solo di Covid-19, riprendono vigore, ma Mückstein ha preferito rimanere nel vago.

Ieri intanto si sono visti i primi allentamenti alle restrizioni finora in vigore. Nei bar, nei ristoranti, nei luoghi del tempo libero, come gli impianti di sci, è cessata la regola delle “2G” (vaccinati o guariti) e ora possono accedervi anche i non vaccinati, esibendo un test negativo (regola delle “3G”). Il paradosso del provvedimento è evidente: dal 1. febbraio vige l’obbligo di vaccinazione, ma si ammette che in tanti luoghi pubblici della ristorazione e del tempo libero possa entrare anche chi, in violazione della legge, non è vaccinato. L’impressione è che il governo sia in uno stato confusionale, il che di certo non giova a persuadere i cittadini a sottoporsi alla vaccinazione.

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