Sabato 18 Maggio 2024

Ritorna oggi “Liebe Carinthia”, l’appuntamento del lunedì con proposte di escursioni alla scoperta degli angoli meno noti e più interessanti della Carinzia. Gli itinerari, suggeriti da Kärnten Werbung e dalle altre organizzazioni turistiche del Land, sono alla portata di tutti.

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10.06.02 Strada del Grossglockner hochtor01La strada alpina del Grossglockner fu costruita 75 anni fa (ne abbiamo riferito in questo blog il 23 giugno) e scavalca i Tauri a oltre 2500 metri di quota. Nei mesi invernali è chiusa al traffico, perché a quella altitudine la neve è tanta che occorrerebbero sforzi titanici per sgomberarla. Eppure per secoli, anzi per millenni, fu questa la via percorsa a piedi o a cavallo da viandanti, pellegrini e mercanti. Per quanto impervia essa possa sembrare, era comunque meno impervia di altre vie di transito che ai nostri occhi sembrano più comode soltanto perché agevolate oggi da tunnel sotto i Tauri, che evitano ardui scavalcamenti.

Già Franz Wallack, progettista negli anni ’30 del secolo scorso della “Großglockner Hochalpenstraße”, era solito dire che gran parte del suo tracciato seguiva una strada commerciale romana. La sua tesi sembrò trovare conferma nel 1933 (la strada sarà inaugurata nel 1935) con il ritrovamento di una statuetta in bronzo di Ercole, di epoca romana, sulla cui autenticità si discusse a lungo. Si dovette attendere fino al 1992 per trovare prove inconfutabili di ciò che Wallack aveva intuito.

In quell’anno furono avviati scavi archeologici nella zona dell’Hochtortunnel, il tratto più alto della strada del Großglockner, che attraversa in galleria il confine tra Carinzia (a sud) e Salisburghese (a nord). Quelle ricerche portarono alla luce frammenti di oltre 20 statuette (per lo più di mani e di parti di piede). Altri scavi condotti lo scorso anno permisero di scoprire un pezzo di piede di 5 centimetri appartenuto a una statuetta. Nel sito furono trovate inoltre più di 200 monete celtiche e romane, probabilmente lasciate in offerta a un santuario situato sul valico, in segno di ringraziamento alle divinità per il superamento delle insidie della montagna. Sempre in zona furono trovati una collana d’oro e vari frammenti di fibbie e di armi, che fanno supporre che quella del Großglockner fosse una via di traffici fin dall’età del bronzo.

Tutti questi cimeli di una storia millenaria di viaggi tra l’area adriatica e quella centroeuropea sono stati ora raccolti in una mostra permanente allestita in locali adiacenti all’Hochtortunnel, situato a 2503 metri di altitudine. Si tratta di un viaggio temporale di millenni, nei quali il valico del Großglockner aveva rappresentato il collegamento più breve e sicuro tra nord e sud. La mostra racconta della ricerca dei cristalli di rocca e delle miniere d’oro che si trovavano lungo il tracciato. Sono esposti abiti e scarpe di epoca medioevale, attrezzi per la ricerca dell’oro, perfino i resti di un minatore morto nel 1792 dopo essere precipitato in un crepaccio. Una catena per legare gli schiavi lunga 8 metri ricorda il commercio di uomini che qui si faceva, per rifornire di rematori le galere veneziane.

La nuova esposizione si intitola “Passheiligtum Hochtor”, santuario al passo dell’Hochtor, e, come si diceva, si trova nel punto più elevato della strada a pedaggio del Großglockner. Normalmente chi la risale si limita a raggiungere il piazzale della Franz Josef Höhe, che si affaccia sul ghiacciaio della Pasterze e sul Großglockner, che lo domina con i suoi 3798 metri. Da quest’anno si raccomanda vivamente di proseguire il viaggio di qualche chilometro e di fare sosta anche all’Hochtor, per visitare la mostra e prendere coscienza che anche lassù, in mezzo alle nevi degli Alti Tauri, è stato scritto un pezzo della storia d’Europa.

Nella foto, il portale della galleria dell’Hochtor, il tratto più elevato della strada del Großglockner. Sopra l’arco di ingresso al tunnel appare la scritta “In Te Domine speravi”.

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