Sabato 18 Maggio 2024

20.04.28 Elisabeth KöstingerNon è un segreto che l’Austria conti molto sulla ripresa del turismo estivo, dopo la rovinosa conclusione della stagione invernale. È questa la ragione per cui insiste sulla riapertura dei confini al transito delle persone (quello delle merci non si è mai fermato) e cerca alleanze nei Paesi che condividono i suoi propositi, come la Cechia, la Slovenia, la Croazia.

Ovviamente all’Austria non interessa tanto che i suoi cittadini vadano a trascorrere le vacanze sulle coste istriane e dalmate. Anzi, ai connazionali viene rivolto ripetutamente l’invito a godersi le ferie in patria, in nome di un sano patriottismo economico. Ma, grazie all’asse che si è venuto a creare con Slovenia e Croazia, punta con il loro aiuto a convincere la Germania ad aprire le sue porte. Perché è da là, come è ovvio, che possono arrivare i clienti più numerosi e danarosi delle strutture ricettive e turistiche.

Ieri il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, in una intervista rilasciata al quotidiano popolare tedesco “Bild”, ha dichiarato di essere consapevole che “le vacanze estive quest’anno saranno diverse dal solito” e che “il turismo transfrontaliero sarà possibile solo con prudenza e passo per passo”. Ha anche detto che l’Austria e i Paesi partner lavoreranno in stretto contatto con la Commissione europea “per trovare soluzioni comuni”, per una ripresa del turismo estivo. E i Paesi a cui pensa sono quelli, “che nella lotta contro il Corinavirus sono a una fase avanzata come l’Austria e registrano numeri di contagi altrettanto bassi”.

I Paesi che corrispondono a questa descrizione sono quelli che abbiamo menzionato sopra, ma non l’Italia, che sta un po’ peggio. Schallenberg non ha nominato il nostro Paese, ma né a lui, né al cancelliere Sebastian Kurz interessa l’Italia. Ai due e alla ministra del Turismo, Elisabeth Köstinger (nella foto) – che ieri ha partecipato a una riunione in videoconferenza con i colleghi dell’Ue, per discutere delle conseguenze del Coronavirus sull’economia turistica – interessa far vedere ai “cugini” tedeschi l’immagine di un’Austria risanata, dove ormai si può tornare tranquillamente per una vacanza.

Ma la risposta ricevuta dalla Germania non è stata incoraggiante. Già sappiamo che il governo di Angela Merkel è piuttosto cauto in materia. Ci sono meno restrizioni rispetto all’Italia, l’attività produttiva e commerciale non è stata paralizzata, ma ci si muove con prudenza, nella ipotesi – ben descritta dal virologo Christian Drosden, di cui domenica abbiamo riportato in sintesi l’intervista concessa al telegiornale austriaco – che si sia appena all’inizio dell’epidemia da Coronavirus e che un allentamento dell’attenzione potrebbe scatenare una seconda ondata di contagi.

Questo atteggiamento ha trovato conferma nelle parole del ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, in un’intervista a “Bild am Sonntag”. “Una gara in Europa a chi permette per primo viaggi per turismo – ha affermato – porterebbe a rischi insostenibili”. Un’altra doccia fredda per le speranze austriache, perché Maas, per fare un esempio del pericolo a cui si potrebbe andare incontro, ha scelto proprio il disastro di Ischgl, il polo sciistico del Tirolo, divenuto in marzo un focolaio di infezione che ha causato la diffusione del virus in tutta la Germania e in molti Paesi del Nord Europa, comprese la Gran Bretagna e la lontanissima e disabitata Islanda. “Abbiamo già sperimentato – ha concluso lapidario il ministro – quel che può accadere, quando si forma un ‘cluster’ di infezione in una località prediletta per le vacanze”.

Prima che arrivi l’estate deve passare ancora un mese e mezzo e in questo tempo potrebbero accadere tante cose. L’epidemia potrebbe attenuarsi fino quasi a scomparire o, al contrario, riprendere vigore, come è accaduto in alcune regioni dove la guardia è stata abbassata. Nella prima ipotesi, che tutti ovviamente auspichiamo, è possibile che la Germania allenti la stretta e che i tedeschi decidano, anche a loro rischio, di scendere in Austria (o addirittura in Italia) per le loro vacanze. I dati sui contagi, i decessi, le guarigioni in Germania sono confortanti.

Non altrettanto confortanti sono i dati relativi alla Svezia, che, in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei, ha scelto di non disporre alcuna limitazione alla vita normale dei suoi cittadini. Ieri i decessi erano saliti a 2.274, su una popolazione di 10 milioni di abitabnti (per un confronto: in Norvegia fino a ieri 204 decessi, in Danimarca 427, in Austria 549).
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