Sabato 18 Maggio 2024

19.07.29 Sebastina Kurz visita a Uber (Silicon Valley)La rottamazione degli hard-disk dell’ex cancelliere Sebastian Kurz forse ci riserverà ancora qualche sorpresa o forse no. La polizia indaga, ma può darsi che non cavi un ragno dal buco. Ma anche se non sapremo mai quali fossero i segreti inconfessabili celati in quelle memorie digitali, resta documentato il fatto che uno stretto collaboratore di Kurz, il suo fotografo di fiducia nei momenti culminanti della sua carriera politica, si era preoccupato con largo anticipo di fare sparire quelle memorie e lo aveva fatto come un ladro, dando un falso nome alla ditta incaricata della rottamazione.

La vicenda, che Peter Filzmaier, noto politologo austriaco, ha definito “imbarazzante, problematica, assurda, ridicola”, ha anche un risvolto politico. È un segnale che il giovane “Basti” non ha più il suo staff di lavoro in pugno.

Il successo che nel corso di un anno e mezzo lo ha portato ad assumere la guida del partito, a vincere strepitosamente le elezioni e guadagnare ogni giorno il consenso degli elettori, tanto da essere in testa ai sondaggi con largo distacco, era stato progettato a tavolino nei minimi dettagli. Non c’era mossa di Kurz, dichiarazione alla stampa, intervista, uscita pubblica, che non fosse stata preventivamente studiata, per ricavarne i benefici maggiori in termini di immagine. Per fare un esempio, l’incontro con i fans del partito che lo avevano acclamato il 27 maggio, subito dopo la sfiducia in Parlamento, sembrava un evento spontaneo. Era stato invece organizzato fin dai giorni precedenti, con bus che avevano portato a Vienna i fedelissimi del giovane leader da tutta l’Austria.

Ora quella macchina sembra essersi inceppata. Kurz ne ha perso il controllo. Altrimenti non sarebbe mai accaduto che a un suo collaboratore venisse l’idea di far rottamare gli hard-disk di cinque computer, presentandosi sotto falso nome. Un incidente “imbarazzante, problematico, assurdo e ridicolo”, che sta mettendo l’ex cancelliere in grandi difficoltà.

Ma Kurz sembra aver perso anche il controllo del partito, che fino all’altro ieri era totale. Erano tutti con lui e chi non era con lui taceva. Un unanimismo interno che non s’era mai visto prima in un partito segnato da quotidiani contrasti tra la direzione nazionale e i vari “principati” regionali. Per non parlare delle voci dissidenti delle varie organizzazioni collaterali dei dipendenti pubblici, degli agricoltori, degli imprenditori, delle categorie professionali, ciascuna preoccupata di difendere il proprio orticello, anche a costo di recar danno così al partito.

Kurz era riuscito nel miracolo di mettere in riga e far tacere tutte queste voci. Almeno fino a ieri, ora non più. L’episodio più recente è legato proprio alla vicenda degli hard-disk. Kurz aveva giustificato la scelta del suo collaboratore di farli distruggere da una ditta esterna con l’impossibilità di fidarsi del personale tecnico della cancelleria, troppo infiltrato da esponenti “rossi”. Che reagissero immediatamente i sindacalisti socialdemocratici era prevedibile. Ma questa volta è intervenuto anche Norbert Schnedl, capo dei sindacalisti dell’Övp, il partito di Kurz, che è maggioritario nel sindacato dei dipendenti pubblici. Ha reagito indignato, affermando che “generalizzazioni e insinuazioni sono fuori luogo”. Fino a qualche settimana fa un’uscita del genere sarebbe stata impensabile.

Ma il caso più clamoroso riguarda la Wirtschaftskammer, la Camera dell’economia, che rappresenta il mondo imprenditoriale e che è un dominio del Partito popolare (è un esponente di punta dell’Övp l’attuale presidente Harald Mahrer e lo era il suo predecessore Christoph Leitl). Nei giorni scorsi, mentre era in visita alla Silicon Valley, Kurz era rimasto abbagliato dai prodigi informatici in quell’area del mondo e in un incauto twitt aveva manifestato la necessità di dotare anche l’Austria di un proprio “cloud”, senza dover dipendere da quelli di altri Paesi.

A un twitt si risponde con un twitt e pochi minuti dopo era arrivato quello ufficiale della stessa Wirtschftskammer, che aveva il sapore di una pernacchia: “Illustrissimo Sebastian Kurz, Noi abbiamo per lei una grande notizia. L’Austrian cloud da lei auspicato esiste già, grazie all’impegno di un’azienda viennese”. Un modo non troppo gentile per dire: non sai di cosa parli, informati prima di twittare.

Siamo in presenza di un fuoco amico, che potrebbe ripetersi in futuro, ridando vita alle tradizionali turbolenze all’interno dell’Övp. Come a volte accade, le minacce più serie Kurz le ha in casa.

 

NELLA FOTO, Sebastian Kurz durante il suo tour nella Silicon Valley (qui nella sede di Uber con il suo dirigente Dara Khosrowshahi). È nel corso di questo viaggio che gli è venuta l’idea di creare un “cloud” interamente austriaco, ignorando che esisteva già.

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