Sabato 18 Maggio 2024

19.07.28 Reisswolf, distruzione documenti.jpg 3 - CopiaCambia il governo e i ministri uscenti se ne vanno portando con sé i loro effetti personali, la corrispondenza privata, la cornice con la foto della moglie, qualche oggetto ricordo. Di solito si ripulisce la memoria del computer, perché occhi indiscreti non vadano a curiosare, e si affida all’archivio tutta la documentazione che si ritiene meriti di essere conservata per i posteri. Accade così anche in Austria, ma dopo l’ultimo cambio di governo è successo qualcosa che sarebbe un eufemismo definire strana e che ora sta mettendo in serio imbarazzo l’ex cancelliere Sebastian Kurz.

Ricordiamo che il governo era caduto a fine maggio in seguito a un voto di sfiducia del Parlamento. All’origine di tutto, lo scandalo del video di Ibiza, che aveva costretto alla dimissioni il vicecancelliere e leader dell’estrema destra Heinz-Christian Strache, con effetto domino sui ministri del suo partito, l’Fpö, e quindi su tutto l’esecutivo. Al governo Kurz, formato dai popolari dell’Övp e dall’Fpö, era succeduto un governo tecnico, che è tuttora in carica e vi resterà fino alla formazione di un nuovo governo politico, dopo le elezioni del 29 settembre.

Ed ecco il fatto strano. Alcuni giorni prima del voto di sfiducia uno stretto collaboratore di Kurz preleva i dischi rigidi da cinque computer della cancelleria e li fa rottamare. Come fa a sapere con tanto anticipo che il governo sarebbe caduto di lì a poco, tanto da avvertire la necessità di non lasciare tracce quando verrà il momento di abbandonare gli uffici?

La domanda rimane per ora senza risposta. Ma le perplessità maggiori vengono ora. La cancelleria dispone di propri tecnici informatici, a cui ci si può rivolgere proprio per distruggere definitivamente documenti digitali. Ma il collaboratore di Kurz non se ne avvale. Esce dalla cancelleria, portando con sé i dischi sfilati dai computer, e si reca alla Reisswolf, azienda specializzata nella eliminazione di documenti, radiografie, dischi rigidi interni ed esterni, pellicole cinematografiche, telefonini e altro ancora. Ha 90 sedi in tutta Europa, quattro in Austria, la casa madre ad Amburgo e si occupa soltanto di questo. Reisswolf in tedesco è il porcospino, ma la parola significa anche “distruggi documenti”.

Forse l’uomo di Kurz non si fida dei tecnici della cancelleria e preferisce affidarsi a una azienda esterna. Ma la cosa sorprendente è che alla Reisswolf si presenta con una falsa identità, quasi volesse non far sapere la provenienza del materiale che sta portando al macero, e pretende di assistere alla distruzione dei dischi.

Fornisce un nome falso, ma ingenuamente lascia alla ditta il suo numero di telefono vero e l’indirizzo per l’invio della fattura. È proprio per via di quella fattura (che ammonta a soli 76 euro) che la strana operazione nei giorni scorsi è venuta alla luce. Il nostro uomo, infatti, non paga il conto e la Reisswolf, che conosce il suo indirizzo, si rivolge alla polizia per incassare i 76 euro. Si scopre così il vero nome del personaggio in questione e si scopre altresì che è un uomo vicinissimo a Kurz. Viene prelevato dalla sede centrale dell’Övp per essere interrogato, mentre nel frattempo la polizia perquisisce la sua abitazione, senza peraltro trovarvi nulla.

Tanto impegno degli inquirenti viene giustificato con il fatto che è di poche settimane prima lo scandalo del video di Ibiza. Gli inquirenti stanno indagando su quell’episodio, che avrebbe rivelato una prassi di finanziamenti illeciti ai partiti, e sospettano che anche l’anomala rottamazione delle memorie della cancelleria possa c’entrare in qualche modo.

Sebastian Kurz, che in quei giorni si trovava in visita alla Silicon Valley in California, manda a dire che quella seguita dal suo collaboratore sarebbe una “prassi abituale”. L’attuale cancelliera Brigitte Bierlein, con l’autorevolezza che le deriva dall’essere stata fin prima presidente della Corte costituzionale, gli dà ragione: “La cancellazione di determinati dati sensibili, che non sottostanno alla legge che disciplina l’Archivio federale, corrisponde a una prassi seguita a ogni cambio di governo”.

Ma, a parte che finora nessun governo si era rivolto a una ditta esterna per “fare le pulizie” (il responsabile della Reisswolf, Siegfried Schmedler, ha dichiarato che in 25 anni di lavoro non gli era mai capitato un caso del genere), a parte ciò, resta da chiarire se i documenti distrutti fossero di carattere privato o rivestissero interesse pubblico e quindi andassero conservati secondo la legge sull’Archivio federale.

A peggiorare la situazione ha contribuito da ultimo lo stesso Kurz, che, intervistato dall’emittente privata Servus Tv, ha dichiarato che non sapeva che il suo collaboratore si era rivolto a una ditta privata per la rottamazione dei dischi e che certamente non era corretto che lo avesse fatto fornendo una falsa identità.  Alla domanda perché si fosse proceduto in quel modo alla rottamazione proprio per quei cinque dischi, Kurz ha risposto che in essi erano memorizzati documenti riservati relativi al semestre di presidenza austriaca dell’Unione Europea.

Pare strano che l’ex cancelliere, solitamente fin troppo lucido, non si sia accorto che in questo modo si dava la zappa sui piedi. Se i dischi non contenevano materiale privato del cancelliere e dei suoi collaboratori, ma i documenti relativi alla presidenza europea, sarebbero dovuti andare per legge all’Archivio di Stato. Era materiale riservato? Nessun problema: i documenti conservati all’Archivio di Stato restano secretati per 25 anni, per essere resi pubblici quando ormai non interessano più alla cronaca o alle diatribe politiche correnti, ma alla storia.

NELLA FOTO, uno dei mezzi della società Reisswolf.

______________________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

Lascia un commento