Domenica 2 Giugno 2024

21.04.08 Herbert Kickl e Norbert HoferMascherina sì o mascherina no? Sull’obbligo di indossarla, per ridurre i contagi da Coronavirus, si divide l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista. “Dividere” è forse una parola eccessiva, perché nessuna scissione è in vista. È clamorosamente in vista, invece, una netta distinzione tra i parlamentari dell’Fpö che si schierano con i movimenti di piazza contro le misure restrittive disposte dal governo (distanziamento, chiusura di bar e ristoranti, limitazioni alla mobilità) e quelli che invece preferiscono la via della prudenza e che sono propensi ad accettare ciò che viene ordinato (o raccomandato).

Appartiene all’ala dei “libertari” il capogruppo in Parlamento, Herbert Kickl, già ministro degli Interni nel primo governo Kurz; è invece un esponente dei moderati il segretario politico del partito, Norbert Hofer.

La differenza tra i due è messa in evidenza in questi giorni dalla direttiva emanata dal presidente del Parlamento, Wolfgang Sobotka (Övp), che prescrive l’obbligo della mascherina in aula. Finora gran parte dei deputati dell’Fpö si rifiutava di indossarla, in nome della libertà. Non è ben chiaro quanto la direttiva di Sobotka possa essere vincolante, perché pare che la Costituzione consenta ai membri del Parlamento di comportarsi come credono. Per costringerli a mascherarsi servirebbe una legge di rango costituzionale, che però richiede una maggioranza dei due terzi dell’assemblea.

Kickl ha già fatto sapere che non intende rispettare la prescrizione del presidente. Il quale, nell’annunciarla, aveva osservato: “Ciò che vale per i signori e le signore austriache vale anche per noi in Parlamento”. Kickl ha replicato: “Io sono per l’adozione volontaria della misura e non considero questo affatto come un privilegio. Noi combattiamo perché tutti gli uomini in questo Paese abbiamo la libertà di scegliere”. Come dire: non siamo noi, deputati al Parlamento, che dobbiamo metterci la mascherina, sono gli altri, i cittadini normali, che devono potersela togliere.

Di tutt’altro avviso Norbert Hofer, che proprio ieri ha preso le distanze dal suo capogruppo. “Certo – ha fatto sapere in un twitt – il libero mandato parlamentare ci consente di non attenerci alle disposizioni del Parlamento, ma chi si comporta così si colloca al di sopra di tutti i cittadini, che a quelle disposizioni invece devono attenersi. Come presidente di questa Camera (nel Parlamento austriaco i presidenti sono tre e Hofer è il terzo, nda) io intendo rispettare il provvedimento e mi attendo che lo stesso facciano tutti gli altri deputati”.

I commentatori politici sottolineano spesso la coabitazione nell’Fpö di un’ala radicale e protestataria e di un’ala moderata e di governo. Un po’ come avviene da noi nella Lega, che vede da una parte un Salvini e dall’altra un Giorgetti. In questo momento nell’Fpö le due componenti hanno una la faccia di Kickl e l’altra quella di Hofer.

L’interpretazione che se ne dà è che, da un lato, Kickl cerchi di cavalcare il malcontento della popolazione, in particolare di alcune categorie come i commercianti, gli esercenti, i ristoratori, alcuni settori dell’artigianato e delle aziende, particolarmente colpiti dalla crisi, per lucrare voti ai prossimi appuntamenti elettorali. Dall’altro, Hofer, più cauto e disposto ad accettare le misure di contenimento del Coronavirus, probabilmente per apparire affidabile anche agli elettori non dell’Fpö, in vista di una sua probabile ricandidatura alla presidenza della Repubblica.

 

NELLA FOTO, il terzo presidente del Parlamento, Norbert Hofer, a destra, con il capogruppo del suo partito, Herbert Kickl, durante una pausa dei lavori dell’assemblea nella sede provvisoria annessa alla Nationalbibliothek.

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