Lunedì 7 Ottobre 2024

21.04.09 Vaccino russo Sputnik VLa prima consegna di vaccini Sputnik V all’Austria potrebbe essere imminente. Due giorni fa, infatti, la casa farmaceutica russa ha consegnato al Basg (Bundesamt für Sicherheit im Gesundheitswesen), ovvero l’Ufficio federale austriaco per la sicurezza nella salute, equivalente dell’Ema a livello nazionale) una documentazione sul vaccino di alcune migliaia di pagine. Il dossier è ora all’esame delle autorità sanitarie austriache. Non si vuole dare l’impressione di acquistare il farmaco a scatola chiusa, pur di fare in fretta, senza le garanzie necessarie per le persone a cui sarà somministrato. Lo standard di qualità da verificare – si afferma – non dovrà essere inferiore da quello richiesto dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che a sua volta sta facendo lo stesso lavoro.

La posizione dell’Austria è stata indicata chiaramente dal cancelliere Sebastian Kurz: per accelerare le vaccinazioni si devono utilizzare tutte le risorse disponibili, senza paraocchi ideologici. Quindi anche lo Sputnik V può andar bene ed è perciò auspicabile un sollecito pronunciamento dell’Ema. La soluzione europea è quella preferibile, ma, se tardasse a venire, l’Austria andrebbe avanti autonomamente, avvalendosi del parere del proprio Ufficio per la salute, così come hanno già fatto Ungheria e Slovacchia e come sta facendo anche la Baviera, il cui presidente Markus Söder ha confermato il contratto preliminare di una azienda farmaceutica di  per l’acquisto di 2,8 milioni di dosi..

Kurz, in ogni caso, punta ad avere la precedenza sulle forniture del vaccino russo, per le quali aveva avviato contatti con la società produttrice e con lo stesso Vladimir Puntin già a fine febbraio. L’accordo abbozzato prevedrebbe la fornitura di 300.000 dosi questo mese, altre 500.000 in maggio e infine 200.000 in giugno.

I tempi, come è ovvio, contano, specie considerando i ritardi nelle consegne di AstraZeneca. Lo ha sottolineato anche Oswald Wagner, vicerettore dell’Università medica di Vienna, in una conferenza stampa. Un punto molto importante per uscire dalla pandemia – ha detto Wagner – è accelerare le vaccinazioni. L’uso dello Sputnik V è perciò consequenziale, tenendo conto dell’efficacia segnalata negli studi di cui si è a conoscenza.

Naturalmente è necessario che lo Sputnik in arrivo sia lo stesso di cui riferiscono gli studi e non qualcosa d’altro. È accaduto invece proprio così alla Slovacchia, dove le 200.000 dosi giunte in marzo avevano l’etichetta Sputnik sulle fiale, ma – come ha riferito il giornale Dennik N – il vaccino non era quello stesso che era stato usato in altri Paesi e di cui aveva dato notizia anche la qualificata rivista scientifica “The Lancet”. Quelle 200.000 dosi erano state acquistate dal primo ministro Igor Matovic, all’insaputa del suo governo, e il 29 marzo era stato costretto a dimettersi. Nella pagina web del Dennik N si leggeva ieri: “Matovic ha ricevuto un calcio da Mosca”.

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