Sabato 18 Maggio 2024

12.01.26 thumbDi_Besuch1-apa-roland-schlager20111031134337Quando un Paese è in recessione, l’unica speranza è l’export. Quello che il mercato interno non chiede, perché non ha i soldi per comprare, si deve cercare di venderlo altrove, dove non c’è recessione e quindi ci sono i soldi. Se si vende, si produce. Se si produce, si crea occupazione e si rimette in moto la crescita.

 

L’Austria non sta molto meglio di noi, ma negli ultimi due anni ha potuto respirare proprio grazie alle esportazioni. La Carinzia c’è riuscita meglio degli altri Länder. Qui l’export ha raggiungo i 5 miliardi di euro, un record senza precedenti. Parliamo di esportazione di merci, senza considerare anche i servizi.

 

Gli imprenditori carinziani puntano sempre di più ai mercati esterni, anche a quelli molto lontani e finora inesplorati. Lo possono fare, perché hanno al loro fianco la Camera dell’economia, che da alcuni anni organizza regolarmente missioni all’estero, dal Brasile alla Cina, che sta diventando uno dei “porti” di arrivo più importanti, accanto a quelli europei. E pensare che in Italia soltanto da un mese, grazie al governo Monti, è stato ricostituito l’Ice (l’Istituto per il commercio estero o, come si chiama ora, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) che precedenti governi avevano soppresso!

 

Recentemente una delegazione di 17 imprese carinziane è stata accompagnata in Colombia, dove ha avuto un intenso programma di contatti con aziende di quel Paese. Nei prossimi mesi la Camera dell’economia ha in programma altri viaggi in Russia, in Giappone, nella Corea del Sud. L’obiettivo è allargare il raggio delle vendite al di là dei clienti tradizionali tedeschi e italiani, che pure restano per la Carinzia (come del resto per l’intera Austria) i più importanti clienti per volume di affari.

 

Per avere un’idea della distribuzione dell’export austriaco, bastano pochi elementi: la Germania è il principale mercato e assorbe merci per 1,53 miliardi. Al secondo posto viene l’Italia, che importa dall’Austria per 852 milioni. Gli altri mercati, per ora, sono meno importanti, ma in crescita: Usa 218 milioni, Francia 182, Svizzera 180, Slovenia 177, Ungheria 174, Cina 163, Cechia 100, Taiwan 96.

 

È interessante osservare la posizione della Cina, un mercato immenso, ma lontanissimo, fino a poco tempo fa assente dalle statistiche. Nel 2011 l’export austriaco verso quel Paese, soprattutto di tecnologia, è aumentato del 40% . Ora la Cina si trova all’ottavo posto e, se le cose continuano così, presto supererà altri Stati europei.

 

Quanto all’Italia, continua ad essere il partner commerciale più importante della Carinzia dopo la Germania. Basterebbe questo per indurre i carinziani ad essere meno euroscettici. Se, anziché l’euro, avessimo avuto ancora la lira, i loro prodotti sarebbero stati meno competitivi di fronte alle sistematiche svalutazioni della nostra valuta.

 

Nella foto, il capo dello Stato cinese Hu Jintao ricevuto a Vienna dal presidente Heinz Fischer con gli onori militari.

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