Venerdì 4 Ottobre 2024

20.11.27 Bild Zeitung, Markus Söder contro Sebastian KurzAprire o non aprire, questo è il dilemma… Aprire gli impianti di sci alla vigilia delle festività di Natale o attendere per prudenza fino a gennaio o febbraio? Questo è il dilemma che si pongono i responsabili politici alle prese con il Covid-19, un’epidemia che, facendosi beffe dei negazionisti, seppellisce ogni giorno centinaia di vittime (ieri altre 822 in Italia, 106 in Austria). Da un lato ci sono le comprensibili attese di un mondo che vive del turismo invernale e per il quale il rinvio della stagione significherebbe un disastro economico (in molte stazioni sciistiche il fatturato di Natale rappresenta quasi la metà del fatturato dell’intera stagione). Dall’altro c’è la preoccupazione che tra un paio di mesi si debba fare i conti con una “terza ondata”, che sarebbe non meno disastrosa della prima e della seconda: altri morti e nuove chiusure di scuole, negozi, bar ecc.

L’Austria sembra aver scelto la strada della riapertura. Una parola definitiva sarà detta dopo il 6 dicembre, al termine del lockdown “duro” di tre settimane. Era stato disposto con il chiaro obiettivo di piegare la curva dei contagi, in modo da alleggerire la stretta nei giorni dell’Avvento (e dello shopping prenatalizio).

Il numero dei contagi, dei ricoveri ospedalieri, dei decessi invece è rimasto sempre alto, per cui, in teoria, il lockdown dovrebbe essere prolungato. Ma il governo non sembra orientato in questa direzione. Alla prudenza del ministro della Salute, Rudolf Anschober, si contrappone la propensione all’azzardo del cancelliere Sebastian Kurz. Per capire quale linea prevarrà dovremo attendere il 6 dicembre. Molti, in ogni caso, danno per certo il via libera alle stazioni sciistiche, che potrebbero aprire il 18 o il 19 dicembre.

L’Italia di Giuseppe Conte al contrario ha scelto la strada della prudenza, ritenendo opportuno rinviare a dopo Natale le eventuali aperture, e ha proposto di concordare una chiusura temporanea a livello europeo. Qualche politico ha visto in questa scelta un “isolamento” dell’Italia rispetto agli altri Paesi, dove invece si potrà sciare già da dicembre (o dove, come in Svizzera, già si scia). In realtà sono l’Austria e la Svizzera (e qualche Paese dell’Est) che rischiano l’isolamento dal resto dell’Europa.

La proposta del nostro presidente del Consiglio, infatti, ha subito trovato il sostegno del presidente della Baviera, Markus Söder: “Sarebbe meglio se non solo noi, in Germania, dicessimo: no alle piste di sci, no al turismo. Sarebbe un gesto di solidarietà europea”. Subito dopo anche la cancelliera Angela Merkel si è unita a Söder nel proporre un’intesa tra tutti i Paesi dell’Ue, per rimandare ovunque l’apertura della stagione al 10 gennaio. Della stessa opinione il presidente Macron.

Ma può l’Unione Europea intervenire in questo campo? Già ieri avevamo scritto che non rientra tra le sue competenze e che la proposta di Conte è di un’intesa volontaria tra i singoli Paesi. La conferma è venuta da Martin Selmayr, che dirige la rappresentanza della Commissione europea in Austria. “È naturale – ha detto – che l’Ue non abbia alcuna competenza nello sci e non può e non vuole imporre alcun divieto”.

Quindi non ci sarà un “lockdown sciistico” di tutti i Paesi europei, ma ognuno deciderà per sé. L’Austria andrà per conto suo verso l’apertura prenatalizia. La reazione dalla Baviera non si è fatta attendere. Ieri il governo del Land ha deliberato le sue contromisure: i cittadini tedeschi che si recheranno a sciare in Austria, anche per un solo giorno, al ritorno dovranno sottoporsi a una quarantena di 10 giorni. Per giunta, non avranno diritto ad alcun risarcimento per mancato guadagno. Anche le regole in vigore per il traffico di frontiera all’interno delle 24 ore subiranno una stretta. Non ci sarà l’obbligo della quarantena soltanto quando ci si muoverà per “motivi plausibili”. Tra questi non rientrano il turismo e lo sport.

Una doccia fredda per l’Austria. “I tedeschi – ha affermato Oliver Fritz, esperto del Wifo, intervistato alla radio al giornale di mezzogiorno – sono il più importante gruppo di ospiti stranieri e di conseguenza è di estrema importanza che essi possano giungere senza limitazioni in Austria e trascorrere qui le loro vacanze invernali”.

Le premesse non sono buone. La linea Kurz sta portando l’Austria all’isolamento. Prima i dissapori con l’Italia con la proposta del doppio passaporto per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, poi il braccio di ferro con l’Ue sui fondi europei del Next Generation caldeggiati da Parigi e Berlino, poi ancora la contrarietà alla ridistribuzione dei flussi migratori e lo scontro con Roma in maggio quando Vienna si era opposta alla “riapertura dei nostri confini a Paesi che non hanno ancora sotto controllo la situazione”: il giovane “Basti” ha molti consensi in patria, ma in pochi mesi ha demolito gli eccellenti rapporti che l’Austria aveva costruito con l’Italia nel corso di anni. E soprattutto ha compromesso le sue relazioni con la Germania, principale partner del suo Paese.

Proprio ieri il governo austriaco ha avuto l’”onore” di essere citato nel dibattito al Bundestag. Lo ha fatto Angela Merkel, ormai da tempo infastidita dal collega austriaco. Parlando delle vacanze invernali nel bel mezzo della crisi da Covid-19, la cancelliera ha sostenuto la necessità che in Europa sia presa una decisione comune sulla chiusura dei poli sciistici. “Purtroppo – ha soggiunto – non sembra che ciò sia facilmente raggiungibile, se si ascoltano gli annunci che arrivano dall’Austria, ma noi cercheremo di farlo”.

I conti si faranno alla fine e non riguarderanno soltanto i morti e i danni economici causati dal Coronavirus. Se in marzo la responsabilità della diffusione del contagio poteva essere circoscritta a Ischgl e all’avidità dei suoi amministratori, una nuova ondata di contagi dovuta all’affollamento delle piste e degli impianti di sci ricondurrebbe la responsabilità in capo al governo di Vienna.

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Ieri avevamo dato notizia della riapertura dell’après-ski bar “Kitzloch”, il locale di Ischgl che in marzo era stato il focolaio da cui si era diffuso il virus in mezza Europa. Ci eravamo sbagliati. È vero, i festeggiamenti per la riapertura erano previsti per il 25 novembre e noi avevamo letto quell’annuncio. Ma il lockdown ha costretto i proprietari del locale ad annullare l’appuntamento. La sostanza però non cambia, perché la riapertura è soltanto rinviata al 17 dicembre.

NELLA FOTO, la prima pagina della “Bild Zeitung” con il titolo principale dedicato allo scontro tra Söder e Kurz sulle vacanze sulla neve. Nel sommario si legge che “il capo della Csu vuole evitare una seconda Ischgl”.

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