Sabato 18 Maggio 2024

hypo_apa_726neuPer la prima volta, nella discussione in corso tra Monaco, Klagenfurt e Vienna circa il salvataggio di Hypo Bank, compare la parola “liquidazione”. Nessuno per ora osa parlare di “fallimento”, ma di “liquidazione” sì. O, in alternativa, di “nazionalizzazione”. L’evoluzione del lessico politico e giornalistico dà la misura della gravità della situazione in cui si è venuta a trovare la holding bancaria carinziana, che fino all’altro ieri aveva registrato crescite annuali costanti a due cifre percentuali con utili da far invidia alle banche concorrenti. Improvvisamente ci si accorge che non era tutto oro quello che luccicava, soprattutto nei Balcani, dalla Croazia in giù, dove Hypo Group, attraverso le sue controllate, aveva perseguito un’espansione fortunata quanto avventurosa.

Forse, se non ci fosse stata la crisi finanziaria ed economica internazionale, molti investimenti ad alto rischio avrebbero avuto un esito positivo, confermando le “magnifiche sorti e progressive” di un istituto che Wolfgang Kulterer aveva trasformato in 15 anni da sonnacchiosa banca pubblica regionale in una holding internazionale. Ma la crisi c’è stata, uno dopo l’altro i crediti concessi soprattutto in Croazia, Bulgaria e Ucraina sono divenuti inesigibili e il castello di carte costruito negli anni passati da Kulterer & Co. è rapidamente crollato.

Il bilancio 2009 segnerà  un disavanzo di oltre 1.400 milioni, forse addirittura di 1.700. Urge una ricapitalizzazione di almeno 1.500 milioni. L’assemblea straordinaria per deciderla è stata convocata per il 10 dicembre. Mancano meno di due settimane, ma i soci di Hypo Group – Bayern Lb 67,1%, Grawe 20,5, Land Carinzia 12,4 – non si sono ancora accordati su chi debba mettere in tavola i soldi. O, per essere più precisi: la Bayern Lb (banca di Monaco di proprietà del Land Baviera) era pronta a investire un miliardo, ma ora non più: il Landtag della Baviera ha posto il suo veto. Grawe e Land Carinzia non hanno risorse per farlo.

Di fronte a una situazione di stallo che ormai dura da dieci giorni, il confronto è salito di livello. Pur non dandolo a vedere, se ne stanno occupando il governo della Baviera e quello austriaco. Pare che il ministro delle finanze bavarese Georg Fahrenschon e lo stesso presidente Horst Seehofer abbiano colloqui telefonici quotidiani con il vicecancelliere e ministro delle finanze austriaco Josef Pröll. Il problema non è soltanto politico, è anche finanziario. La Bayern Lb appartiene al Land, che lo scorso anno, a fronte di un disavanzo di 5 miliardi, aveva dovuto ricapitalizzarla con 10 miliardi di denaro pubblico. La crisi di Hypo Group, comunque vada a finire, porrebbe nuovi problemi di bilancio per la controllante Bayern Lb e, di conseguenza, per il Land Baviera.

Idem per il governo austriaco, che lo scorso anno ha già erogato un aiuto a Hypo Group per 900 milioni (in una forma analoga ai Tremonti bond) e che considera l’istituto carinziano una “banca di sistema”, una banca cioè che non può essere lasciata fallire, perché comprometterebbe l’intero sistema finanziario nazionale.

Fino a questo momento, nessuna delle parti ha fatto un passo avanti nella direzione dell’aumento di capitale, che diventa di giorno in giorno sempre più urgente. Anzi, voci da Monaco fanno ritenere che il Land Baviera, e di conseguenza la Bayern Lb, a fronte dell’indisponibilità dei soci austriaci a concorrere alla ricapitalizzazione, si sarebbero rassegnati ad abbandonare alla sua sorte Hypo Group, pur rimettendoci i circa 3 miliardi di euro finora investiti. Se così fosse, per la holding carinziana si aprirebbe la strada della liquidazione o quella, più probabile, della nazionalizzazione.

C’è un precedente in Austria: la Kommunalbank, nazionalizzata lo scorso anno per evitarle fallimento. Per Hypo Group potrebbe accadere la stessa cosa. Si tratterebbe di una soluzione provvisoria, in attesa di tempi migliori, per procedere a una privatizzazione, in blocco o a fette. Uno scenario che non può lasciare indifferenti i dipendenti, soprattutto in Carinzia, dove sono previsti drastici tagli dei posti di lavoro.

Il problema riguarda naturalmente anche Hypo Bank Italia, anche se da noi non se ne fa parola. La controllata italiana e una delle poche “dipendenze” all’estero di Hypo Group che ha chiuso sempre i bilanci in attivo e lo farà anche quest’anno. Potrebbe essere la prima a trovare un acquirente e a cambiare nome.

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