Dopo l’Ungheria, anche l’Austria cerca una scorciatoia per colmare i ritardi nella fornitura dei vaccini acquistati per il tramite dell’Unione Europea. Da tempo ha avviato discrete trattative con la Russia per rifornirsi per proprio conto dello Sputnik V. Si parla di un milione di dosi, che dovrebbero arrivare tra aprile e giugno. La notizia è stata confermata dalla cancelleria federale, che tuttavia ha voluto precisare che per il momento nessuna decisione è stata ancora presa.
L’Ema, ovvero l’Agenzia europea per i medicinali, sta esaminando il vaccino russo, ma non ha dato ancora l’autorizzazione a farne uso. Ciò, tuttavia, non ha impedito all’Austria di mettere le mani avanti, per procurarsi le dosi che le servono, non appena quell’autorizzazione sarà rilasciata. O anche se non sarà rilasciata, come sta facendo l’Ungheria.
Non è una grande prova di solidarietà europea, ma, conoscendo il cancelliere Sebastian Kurz, la cosa non deve stupire. Per risparmiare, aveva liberamente rinunciato alle dosi di Pfizer-Biontech che l’Ue aveva messo a sua disposizione, mentre ora si dice pronto ad acquistare e a pagare il vaccino russo.
Ieri la cancelleria ha confermato la firma di un accordo riservato per lo scambio di documenti sul vaccino, che saranno sottoposti alle valutazioni delle autorità sanitarie austriache. Se non vi saranno veti, le forniture dovrebbero avere inizio immediatamente con 300.000 dosi in aprile, 500.000 dosi in maggio e altre 200.000 dosi in giugno. Ovviamente da sommare ai vaccini Pfizer-Biontech, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson ricevuti dall’Ue. Un milione di dosi in più sono tante per un Paese come l’Austria, pari alla Lombardia per numero di abitanti, e le consentirebbero una accelerazione formidabile del piano vaccinazioni.
Il primo passo per verificare la possibilità di accedere al vaccino russo era stato mosso già il 26 febbraio. Risale a quella data una telefonata di Kurz a Vladimir Putin. Nello stesso giorno erano stati avviati contatti con il Russian Direct Investment Fund (Rdif), l’istituzione russa che ha il compito di piazzare lo Sputnik all’estero. Il 5 marzo il cancelliere austriaco aveva avuto un colloquio con Kirill Dmitriev, presidente del Rdif, cui erano seguite numerose telefonate e videoconferenze con Mosca e con l’ambasciatore russo a Vienna, Dmitri Ljubinski.
La posizione ufficiale del cancelliere austriaco è che precondizione per l’acquisto e la somministrazione del vaccino russo sia un’autorizzazione rilasciata dall’Ema. Ieri ha tuttavia ribadito che per il vaccino “non devono sussistere paraocchi geopolitici”, aggiungendo: “L’unica cosa che conta è che il vaccino sia efficace e sicuro, non da dove proviene”. Kurz ha poi commentato: “Se l’Austria riceve un milione di dosi in più, ciò renderebbe possibile un ritorno anticipato alla normalità e servirebbe a salvare molte vite umane e molti posti di lavoro”.
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