Sabato 18 Maggio 2024

Domani il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyj terrà un discorso di 20 minuti al Parlamento austriaco. Ovviamente non in presenza, ma in video-conferenza. Avrebbe dovuto farlo già molti mesi fa, come aveva già fatto al Parlamento europeo e in molti parlamenti nazionali, ma il presidente di quello austriaco, Wolfgang Sobotka, aveva opposto il suo veto. Non perché Sobotka fosse contrario a dare la parola al leader di una nazione martoriata dall’aggressione russa, ma perché, allora come oggi, vi si opponeva l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista e filo Putin. Secondo Sobotka l’ospitalità a Zelenskyj avrebbe richiesto il consenso unanime del Parlamento.

Non sappiamo che cosa sia successo da quella volta, ma ora il presidente del Parlamento austriaco ha cambiato idea e così domani Volodymyr Zelenskyj potrà essere ascoltato dai suoi deputati. Finora erano 24 gli Stati dell’Unione Europea che avevano offerto al presidente ucraino la possibilità di parlare nelle loro assemblee. Da domani alla lista si aggiungerà anche l’Austria. Mancheranno soltanto la Bulgaria e l’Ungheria.

Ma il discorso di Zelenskyj potrebbe essere disturbato dai parlamentari dell’Fpö, che sono rimasti contrari alla sua presenza, sia pure in video e in audio, e che hanno annunciato una manifestazione di protesta. Le ragioni non sono i legami con Putin e con il suo partito, Russia Unita, con cui l’Fpö in passato aveva stretto un accordo di amicizia (peraltro non rinnovato alla sua scadenza), e nemmeno i sospetti finanziamenti clandestini di Mosca all’estrema destra austriaca. Le ragioni sono o sarebbero da ricercare nella neutralità dell’Austria, per cui dare voce al presidente dell’Ucraina – ovvero a una delle parti in guerra, sia pure nel ruolo di vittima – costituirebbe un vulnus.

Quella che ha tutta l’aria di essere una foglia di fico è stata presa a pretesto da Herbert Kickl, segretario dell’Fpö, per giustificare la sua contrarietà. Il presidente ucraino – ha sostenuto – non ha nulla da fare con il nostro Parlamento, così come non lo avrebbe un rappresentante della Russia o di qualsiasi altro Paese in guerra. “In ogni caso – ha soggiunto – noi non vogliamo essere complici di questo attacco alla neutralità austriaca”.

Domani la seduta del Parlamento avrà inizio puntualmente alle 9, con alcune parole di introduzione del presidente Sobotka. Cinque minuti dopo seguirà il collegamento con Zelenskyj. Successivamente ogni gruppo parlamentare avrà a disposizione 5 minuti per una dichiarazione. La protesta di Kickl potrebbe aver luogo in quei 5 minuti, oppure durante l’intervento del presidente ucraino, con l’esposizione di cartelli e striscioni. O, infine, con l’astensione dalla seduta del gruppo dell’Fpö.

NELLA FOTO, l’intervento del presidente ucraino Wolodymyr Zelenskyj al Parlamento europeo.

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