Sabato 18 Maggio 2024

15.07.09 Unione Europea eu5Dal 1995 ad oggi sono trascorsi vent’anni, un arco di tempo che corrisponde esattamente al periodo di permanenza dell’Austria nell’Unione Europea. Com’è cambiato il Paese? Ha beneficiato dell’adesione alla comunità europea o ne ha subito soltanto gli svantaggi, a cominciare da quello di essere un “Nettozahler”, vale a dire un Paese membro che, come l’Italia, versa alle casse dell’Ue più di quanto riceva di ritorno in forma di contributi?

La risposta l’ha data uno studio dell’Ifo (Institut für Wirtschaftsforschung, ossia Istituto di ricerche economiche) di Monaco: l’Austria è stata avvantaggiata su tutti i fronti. A cominciare, per esempio, dagli investimenti stranieri, che dal 1995 si sono quadruplicati. L’Austria è quello degli Stati europei che più ha tratto vantaggio dall’estensione a Est dell’Ue, aumentandone la competitività sui mercati internazionali.

Tra il 50 e il 64 per cento del Pil è dovuto all’esportazione. È dunque importante che negli ultimi vent’anni, grazie all’appartenenza al grande mercato europeo, le esportazioni austriache si siano triplicate, passando da 42 a 128 miliardi. Le importazioni, nello stesso tempo, sono cresciute da 49 a 130 miliardi. La bilancia commerciale austriaca, tradizionalmente negativa, ha visto così ridursi il disavanzo a soli 2 miliardi.

L’ingresso nell’Ue ha avuto inoltre positivi effetti sull’occupazione, con un aumento dei lavoratori dipendenti di mezzo milione, mentre anche la situazione reddituale è sensibilmente migliorata. L’Austria appartiene a quei Pesi dell’Ocse con il più basso tasso di disoccupazione, mentre il potere d’acquisto medio per cittadino è cresciuto dai 30.000 euro di vent’anni fa ai 44.000 euro di oggi.

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