Abbiamo visto alla televisione le immagini di camion in uscita dallo stabilimento belga della Pfizer, diretti con il loro prezioso carico di vaccini in tutta Europa. In Austria l’arrivo è previsto sabato. I camion dell’industria farmaceutica attraverseranno il confine a Passau, portando con sé 10.000 dosi.
Inizialmente era previsto che fossero destinate tutte a Vienna, per la necessità di conservarle in frigoriferi a temperature inferiori ai 70 gradi sotto zero. Nel frattempo tutti i Länder si sono dotati di impianti del genere, per cui ognuno di essi riceverà 975 dosi (è il numero contenuto in ciascuna confezione), in modo da partire tutti contemporaneamente o quasi.
Le prime vaccinazioni saranno effettuate il giorno dopo, domenica 27 dicembre, con inizio alle 9, in contemporanea con tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea. In Austria si partirà da Vienna, dall’Alta e Bassa Austria, dal Salisburghese e dal Tirolo. Negli altri Länder (Carinzia, Stiria, Burgenland, Vorarlberg) l’inizio è rinviato al 12 gennaio, anche se non si esclude che il 27 possano essere effettuate alcune vaccinazioni, soltanto quale gesto simbolico dell’impegno solidale di tutta l’Unione Europea nella lotta al virus.
I primi a vaccinarsi davanti alle telecamere saranno il presidente della Camera austriaca dei medici, Thomas Szekeres, e la presidente della Società austriaca di vaccinologia, Ursula Wiedermann-Schmidt. Non avrebbero l’età per meritare la precedenza, ma lo faranno per dare l’esempio e per far capire a tutti che il vaccino non è pericoloso. Sono entrambi esperti in materia, sanno che cosa c’è dentro le fialette della Pfizer-Biontech e se starebbero alla larga se avessero soltanto il minimo sospetto di mettere a rischio la loro salute.
Naturalmente le prime 10.000 dosi partite dal Belgio sono soltanto una “goccia”, che soddisfa in minima parte l’esigenza di vaccino in Austria. Ma già nei primi tre mesi del nuovo anno gli austriaci avranno a disposizione circa un altro milione di dosi e quantitativi crescenti giungeranno nei mesi successivi, fino a raggiungere i 18,5 milioni. Dovrebbero bastare per una doppia somministrazione di vaccino all’intera popolazione, ammesso che tutti siano disposti a riceverlo. Nessuno sarà obbligato a farlo, ma il governo confida su una massiccia adesione volontaria.
Fino a qualche settimana fa il popolo dei “no-vax”, unito a quello dei dubbiosi e perplessi, era maggioritario in Austria, ma negli ultimi giorni l’atteggiamento dell’opinione pubblica è cambiato. Ora due terzi degli austriaci sembrano pronti a farsi vaccinare e le autorità sanitarie confidano che il numero dei favorevoli aumenti ulteriormente, soprattutto se, come si spera, i primi vaccinati non manifesteranno disturbi collaterali.
Alle prime vaccinazioni saranno sottoposte le persone più a rischio, ovvero gli ultraottantenni ospiti di case di riposo. È in questa fascia di età che il virus ha fatto strage. In Austria il tasso dei decessi è stato del 25% tra gli anziani con più di 85 anni e del 10% tra quelli con oltre 75. Seguiranno le categorie più esposte – non per età, ma per il lavoro svolto – dai medici agli infermieri, al personale delle case di riposo, a quanti lavorano nei servizi legati alla sicurezza (polizia, organizzazioni di soccorso, vigili del fuoco ecc.).
Si ritiene che questa fase impegnerà l’intero primo trimestre. Poi toccherà a tutti gli altri e l’operazione richiederà del tempo e uno sforzo notevole del personale sanitario, con il contributo dell’Esercito nel trasporto dei vaccini nei vari centri di somministrazione sul territorio, anche in quelli più periferici, perché i nuovi vaccini non dovranno essere conservati a temperature così basse, come quello della Pfizer-Biontech.
NELLA FOTO, un camion frigorifero lascia la sede della Pfizer in Belgio con un carico di vaccini da distribuire in Europa.
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