Domenica 19 Maggio 2024

16.04.26 Norbert HoferNorbert Hofer, del Partito liberalnazionale (Fpö) ha vinto alla grande il primo turno delle elezioni presidenziali in Austria. Al secondo turno, tra quattro settimane, potrebbe diventare proprio lui il nuovo presidente della Repubblica. Nel valutare le conseguenze politiche di questo risultato e gli effetti che esso potrebbe produrre anche nei confronti dell’Italia e, in particolare, nelle regioni confinanti con l’Austria, come la nostra, si deve tener conto di quali elezioni stiamo parlando.

Il presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato, ma non è il Parlamento e non è il Governo. Ha compiti di rappresentanza istituzionale e funzioni importanti, come quella di affidare l’incarico della formazione di un governo e di nominare i ministri, ma non decide la linea politica del Paese, che spetta all’esecutivo.

Non sarà dunque Hofer a stabilire dove e come fermare i profughi, non sarà lui a sigillare i confini meridionali dell’Austria (una scelta, del resto, già decisa dal governo in carica, formato da Spö e Övp) e non potrà nemmeno modificare i rapporti con l’Unione Europea o pensare, per esempio di uscire dall’euro. Ma anche se, per il momento, non accadrà nulla di tutto questo, è chiaro che gli effetti si vedranno a breve termine.

L’Fpö, di cui Hofer fa parte, è ormai da quasi un anno in testa a tutti i sondaggi e il successo nelle votazioni di ieri accentuerà inevitabilmente questa tendenza. Se non si andrà a elezioni politiche anticipate – il che non è da escludersi, dopo il terremoto di ieri – non più tardi del 2018 l’Austria eleggerà un nuovo Parlamento che verosimilmente sarà anch’esso prevalentemente di colore blu, come la carta geografica austriaca di domenica sera. L’Fpö sarà il primo partito e il capo dello Stato – probabilmente Hofer – affiderà al suo leader Heinz-Christian Strache la guida del nuovo governo. Accadrà, insomma, ciò che non era riuscito nemmeno a Jörg Haider.

Ed è allora che la musica potrebbe davvero cambiare. È già cambiata in Ungheria, in Polonia e in altri Paesi del Centro e dell’Est Europa, che hanno virato a destra. Ad essi si aggiungerebbe l’Austria. I risultati elettorali di ieri sono stati accolti con esultanza in Italia da Salvini. Nascerà dunque un fronte comune europeo delle destre populiste e xenofobe, esteso alla Francia di Le Pen?

È una bella domanda, a cui è difficile rispondere. Perché le destre hanno in comune un amor di patria che di solito diventa un egoismo di patria. Il concetto di solidarietà internazionale non esiste. Gli obiettivi sembrano comuni, mentre in realtà sono contrapposti. Salvini vuole chiudere i confini in Friuli e al Brennero, perché non arrivino gli stranieri dall’Austria. Ma l’Austria dell’Fpö – maldestramente imitata da partiti un tempo europeisti e solidali, che anche perciò sono stati puniti dagli elettori – vuole chiudere gli stessi confini, perché in Austria non arrivino gli stranieri dall’Italia. Insomma, forze politiche affratellate, che però già non si intendono più su una questione cruciale, quella dei profughi, che ci accompagnerà nei prossimi anni e sulla quale si sono giocate domenica le elezioni in Austria.

Il Friuli ha tutti i motivi per temere che in futuro gli eccellenti rapporti con la Carinzia possano essere compromessi e a maggior ragione ne ha l’Alto Adige, che è legato al Tirolo da una storia comune. Entrambe le parti nei giorni che verranno dovranno impegnarsi perché ciò non avvenga.

 

NELLA FOTO, il candidato dell’Fpö alla presidenza della Repubblica, Norbert Hofer.

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