Sabato 18 Maggio 2024

15.09.27 Linz, Heinz Christian Strache abbracciato da Manfred Haimbuchner (a dx Kickl)Le elezioni di ieri in Alta Austria hanno segnato il trionfo della destra austriaca dell’Fpö – ormai più populista che nazionalista – che ha raddoppiato i suoi voti, scavalcando i socialdemocratici (Spö) e collocandosi a soli 5 punti percentuali di distacco dietro ai popolari (Övp), anch’essi perdenti, ma comunque sempre al primo posto. Un  risultato annunciato, che ha una sola spiegazione: una campagna elettorale che l’Fpö ha condotto dal primo all’ultimo giorno giocando sull’ansia degli elettori per il fenomeno migratorio. Cioè sul nulla.

Perché l’Alta Austria è uno dei Länder austriaci che ha la minor presenza percentuale di rifugiati. In queste settimane è stata attraversata in treno da 120 mila profughi, che sul suo territorio non hanno nemmeno messo piede. Come anche gli italiani sanno, la marea in arrivo dai Balcani fa tappa a Vienna (quasi tutti hanno imparato a conoscere la Westbahnhof, dalle immagini televisive) e da lì viene trasferita direttamente a Salisburgo (anche di quella stazione affollata abbiamo visto qualche immagine), porta d’ingresso per la Germania. A Linz e in Alta Austria il treno passa, ma non scende nessuno.

E purtuttavia sul tema dei migranti l’Fpö ha vinto ieri le elezioni e di sicuro vincerà tra due domeniche anche quelle più importanti che si terranno a Vienna. Che l’Alta Austria abbia superato quasi indenne gli anni di crisi economica, che la disoccupazione sia ai livelli più bassi, che i servizi pubblici siano eccellenti, che la giunta di governo Övp-Verdi non sia mai stata nemmeno sfiorata da uno scandalo (a differenza di molti uomini dell’Fpö) evidentemente non interessa a nessuno. L’Fpö ha dettato il copione della campagna elettorale e i suoi avversari non hanno saputo che reagire in maniera balbettante e poco convincente.

A dar man forte al candidato capolista Manfred Haimbuchner, 37 anni, è venuto spesso in Alta Austria lo stesso segretario nazionale Heinz Christian Strache, che pure avrebbe dovuto preoccuparsi delle prossime elezioni a Vienna, la sua città. Ma Strache ha ereditato da Haider il fiuto politico e sa che, dopo la vittoria di ieri a Linz, quella di Vienna, l’11 ottobre, ce l’ha già in tasca. E ormai si pensa a quel che accadrà a livello nazionale dopo il risultato di ieri e dopo il voto nella capitale. Le sedie dei leader dei partiti di governo – Spö e Övp – traballano. In particolare quella di Reinhold Mitterlehner, vicecancelliere e segretario dei Popolari, il cui collegio elettorale è proprio nell’Alta Austria. Qualche politologo più ardito avanza addirittura l’ipotesi che a breve potrebbe essere rimpiazzato da Sebastian Kurz (il ministro più giovane della storia repubblicana austriaca, di soli 27 anni, ma anche il più gradito nei sondaggi), per affrontare con qualche probabilità di successo le elezioni politiche nel 2018.

Ma torniamo ai risultati di ieri, che hanno coinvolto poco più di 800.000 elettori. La partecipazione è stata più alta del solito (84%). L’Övp, da sempre egemone nel Land, ha mantenuto il primo posto con il 36,4% (-10,4). L’Fpö ha raddoppiato i voti, diventando il secondo partito con il 30,4% (+15,1). L’Spö, che già nelle precedenti elezioni aveva subito un tracollo, perde un quarto dei propri elettori, scendendo al 18,4% (-6,5). In fine i Verdi, in lieve crescita al 10,3% (+1,1).

La politica è anche matematica e la distribuzione dei 56 seggi dice chiaramente che la coalizione uscente Övp-Verdi non potrà essere riproposta, perché non raggiungerebbe la maggioranza. Le sole coalizioni possibili sono quella tradizionale Övp-Spö o quella di uno dei due partiti citati con l’Fpö. L’impossibile in Austria è possibile, come ci hanno insegnato le elezioni di primavera nel Burgenland, dove i socialdemocratici si sono alleati con la destra nazionalista.

 

NELLA FOTO, il candidato capolista dei liberalnazionali in Alta Austria, Manfred Haimbuchner, nell’entusiasmo per il successo elettorale abbraccia il leader nazionale del suo partito, Heinz Christian Strache.

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