Sabato 18 Maggio 2024

21.09.02 Elisabeth Marie Absburg (Petznek) con Otto von Windisch-GraetzMayerling è un luogo che evoca in molti la tragica figura di Rodolfo d’Asburgo e della sua amante diciassettenne Mary Vetsera. All’omicidio-suicidio (ma sarebbe più corretto parlare di “femminicidio-suicidio”) del principe ereditario dell’impero d’Austria sono state dedicate decine di libri, anche in edizioni italiane, perché il macabro suscita sempre un morboso interesse nei lettori.

Ma che ne fu di Stefania Clotilde del Belgio, sposa di Rodolfo da 8 anni? Quando il marito infedele si tolse la vita, aveva appena 25 anni e una figlia di 5, Elisabetta. E che ne fu della figlia? Anche alla moglie precocemente vedova e alla figlia sono stati dedicati dei libri, ma si possono contare sulle dita di una mano.

L’ultimo è apparso di recente in Austria è parla della figlia dell’infelice coppia, Elisabetta, che nel titolo del libro viene definita “arciduchessa rossa”. L’autrice è Michaela Lindinger, una studiosa austriaca che lavora al Wien Museum, come curatrice di mostre e pubblicazioni di contenuto storico e biografico.

L’ultima sua fatica è molto interessante, perché riguarda la conversione alla socialdemocrazia dell’unica figlia di quello che sarebbe potuto essere il successore di Francesco Giuseppe al trono dell’impero d’Austria e del regno di Ungheria. Che Elisabetta dopo la caduta della monarchia fosse diventata una fervente socialdemocratica ovviamente non era un mistero. Ma la ricerca di Lindinger fa ora piena luce sulla movimentata vita di questa esponente della casa imperiale, unitasi alle lotte del mondo operaio austriaco.

Alla morte del padre, il vecchio Francesco Giuseppe ne assunse la tutela e ne ebbe cura, mentre fu difficile il rapporto con la madre, che la bambina riteneva responsabile della tragica fine del padre. Nel 1902 andò a nozze con il conte Otto von Windisch-Graetz, contro il desiderio del nonno, che non riteneva adeguato per la nipote il grado di nobiltà dello sposo. Per questa ragione Elisabetta dovette rinunciare a tutti i diritti dinastici (ma non ai benefici economici), mentre al conte Windisch-Graetz l’imperatore concesse a titolo personale la qualifica di “principe”.

Di lì a pochi anni quei titoli aristocratici non avrebbero contato più nulla, perché la Repubblica nata alla fine del 1918 dalle ceneri dell’impero avrebbe abolito la nobiltà e tutti i suoi privilegi. Ma già nei primi anni di matrimonio i rapporti all’interno della coppia avevano incominciato a scricchiolare. Le cronache del tempo riferiscono di frequenti episodi di reciproca infedeltà.

21.09.02 Tomba di Elisabeth Marie Absburg (Petznek) cimitero Hüttelsdorf - CopiaIl libro di Lindinger, per esempio, segnala la relazione del marito con una cantante dell’Opera di Praga. Elisabetta li aveva colti in flagrante a letto, esplodendo un colpo di pistola contro la rivale. La corte aveva faticato per mettere a tacere lo scandalo, risarcendo la cantante sopravvissuta al tentato omicidio e convincendola a lasciare il suolo austriaco. Ma anche Elisabetta si era data da fare, allacciando una relazione con un ufficiale sommergibilista durante un soggiorno a Pola, mentre il marito si trovava al fronte.

Dopo la guerra Elisabetta e il marito erano ormai separati di fatto, anche se il divorzio sarebbe stato dichiarato soltanto nel 1948. Anche del sommergibilista non si hanno più notizie. La svolta nella vita dell’ex arciduchessa arriva nel 1921, quando, partecipando a un congresso del Partito socialdemocratico, conosce il deputato Leopold Petznek e se ne innamora. Nasce una relazione solida, che questa volta durerà fino alla morte dei due.

L’”amor che move il sole e l’altre stelle” moverà anche lei, discendente della più antica dinastia d’Europa, ad abbracciare la causa del socialismo e a iscriversi al partito nel 1925. Da allora sarà per tutti i compagni l’”arciduchessa rossa”. Negli anni dell’austrofascismo e poi dell’Anschluss dell’Austria alla Germania nazista, il compagno Petznek verrà incarcerato in Austria e in seguito anche nel campo di sterminio di Dachau, mentre a lei sarà concesso il privilegio della libertà. I due si sposeranno nel 1948, dopo il divorzio ottenuto da Elisabetta dal suo primo marito.

Alla morte, avvenuta il 16 marzo 1963, l’”arciduchessa rossa” lascerà il suo patrimonio, quasi per intero, alla città di Vienna. Al suo funerale, avvenuto il 23 marzo, parteciperà anche il futuro cancelliere socialdemocratico Bruno Kreisky, a quel tempo ministro degli Esteri, perché la defunta non apparteneva più alla casta della nobiltà, ma era ormai una “compagna”.

La nascita di Elisabetta d’Asburgo, il 2 settembre 1883, era stata salutata con 21 colpi di cannone, esplosi in tutte le terre ereditarie della monarchia. La sepoltura, al contrario, è avvenuta senza pompa, per volontà espressa della defunta. E sulla tomba, nel cimitero di Hütteldorf (il quartiere alla periferia ovest di Vienna, nel 14 distretto), non appare alcuna scritta.

* * *

21.09.02 Copertina libro Michaela Lindinger su Elisabeth Marie Absburg (Petznek)Michaela Lindinger, “Elisabeth Petzek: Rote Erzherzogin – Spiritistin – Skandalprinzessin. Die Biografie”, edizioni Molden, 302 pagine, 28 euro.

NELLE FOTO, dall’alto, l’arciduchessa Elisabetta d’Asburgo con il primo marito Otto von Windisch-Graetz; la tomba anonima in cui è sepolta nel cimitero di Hüttelsdorf; la copertina del libro biografico di Michaela Lindinger.

______________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

Lascia un commento