Domenica 19 Maggio 2024

16.08.21 Sebastian KurzSi chiama “Familienbeihilfe” (sussidio alla famiglia), ma in realtà è un sussidio ai figli della famiglia. È uno dei tanti strumenti dell’eccellente welfare austriaco, che rendono più facile la vita ai suoi cittadini. Tradotto in italiano significa che le famiglie che hanno figli ricevono un sussidio dallo Stato per ogni figlio, dal giorno della nascita fino al loro 25.mo anno di età.

L’erogazione del contributo non dipende dal reddito della famiglia, ma dall’età. Appena nato il bambino “vale” circa 110 euro al mese. Ma già dal terzo anno il sussidio sale a 117 euro. Un altro scaglione è al 10.mo anno e dopo il 19.mo anno il sussidio raggiunge l’importo massimo di 162 euro. Evidentemente l’erogazione tiene conto di quanto costa mantenere un figlio nelle differenti fasce di età. E se i figli sono due o più? Niente paura, lo Stato austriaco viene in soccorso: oltre al sussidio mensile dell’importo che abbiamo indicato, c’è un supplemento di 6,70 euro al mese per figlio, se sono due, o di 16,60 euro se i figli sono più di due.

Questo trattamento vale non soltanto per le famiglie austriache, ma anche per quelle di immigrati cui sia stato riconosciuto lo status di rifugiati. E vale anche per i cittadini dell’Unione Europea che risiedono in Austria, avendo lasciato i loro figli a casa nel Paese di provenienza. Anch’essi godono dalla “Familienbeihilfe”. Significa che ogni mese incassano il sussidio per i loro figli, anche se lontani.

Questo intervento in favore delle famiglie pesa sul bilancio dello Stato austriaco per 3,4 miliardi all’anno. La quota che va all’estero – per i figli degli immigrati dell’Ue rimasti in patria – ammonta a 249 milioni. Interessa circa 122.000 bambini e ragazzi. Si tratta di un importo ragguardevole che ora il ministro degli esteri e per l’integrazione, Sebastian Kurz, intenderebbe tagliare. Non perché i figli degli stranieri che vivono in Austria debbano essere considerati di serie B, ma perché il sussidio che ricevono è rapportato al costo della vita in Austria, mentre, secondo Kurz, andrebbe rapportato a quello del Paese in cui vivono, nettamente inferiore.

Kurz ha fornito alcuni dati. La fetta più grossa della torta, 64,9 milioni finiscono in Ungheria, a favore di figli di genitori (uno solo o entrambi) che lavorano in Austria. In Ungheria il sussidio pubblico ai figli ammonta a 39 euro al mese, vale a dire a meno di un terzo del sussidio austriaco. Segue la Slovacchia, dove l’Austria versa ogni anno 59,7 milioni: qui il sussidio pubblico è di 24 euro. Al terzo posto la Polonia: 37,3 milioni (sussidio dello Stato polacco 28 euro). Anche in tutti gli altri Stati dell’Est Europa i sussidi per i figli sono nettamente inferiori: 25 euro al mese in Cechia, 21 in Lituania, 20 in Romania, 18 in Bulgaria, 11 in Lettonia, 10 in Estonia. In Grecia scendono a 9 euro.

L’idea di Kurz è di erogare ai figli di lavoratori stranieri sussidi proporzionali al costo della vita nei loro Paesi. È un principio di buon senso, che tuttavia, secondo alcuni osservatori, sarebbe in contrasto con l’ordinamento europeo. Facendo una scelta di questo genere, l’Austria si troverebbe isolata. Non ci sono precedenti in materia. Soltanto per la Gran Bretagna era stata contemplata una distinzione tra i contributi di famiglia sul territorio britannico e all’estero, nel tentativo di impedire la Brexit. Ora che la Brexit è stata votata, qual trattamento speciale è tornato nel cassetto.

Nonostante le incertezze, il ministro Kurz intende proseguire per la sua strada e ha presentato la bozza del suo provvedimento ai partner di governo socialdemocratici. L’Spö non sembra contrario alla proposta, ma vorrebbe capirne di più sull’applicazione e la fattibilità. Kurz si augura di avere presto una risposta, in maniera che il provvedimento possa diventare legge prima dell’estate.

 

NELLA FOTO, il ministro degli esteri e per l’integrazione, Sebastian Kurz.

______________________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

 

 

Lascia un commento