Sta per essere inaugurata a Klagenfurt una moschea. Si trova nella Ebenhofstrasse, non lontano dalla stazione centrale. Sarà la più grande della Carinzia, per poter accogliere i tanti musulmani che ormai risiedono nel capoluogo del Land o nei dintorni. L’edificio ha una base quadrata e una copertura a cupola del diametro di 17 metri, decorata con il “fiore di Sebrenica”. È un fiore stilizzato che ricorda vagamente una margherita, con i petali bianchi, simbolo dell’innocenza delle oltre 8.000 vittime del massacro perpetrato 26 anni fa nella città bosniaca, e al centro un bulbo verde, simbolo di speranza.
I lavori di costruzione avevano avuto inizio due anni fa, prima della pandemia da Coronavirus, e avevano suscitato qualche contestazione in città, in particolare da parte dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, che aveva lamentato un’insufficiente informazione e trasparenza sul progetto. Si era formato anche un comitato di cittadini contrari all’edificio di culto, che in una sottoscrizione on line avevano raccolto oltre 12.000 firme.
I lavori, tuttavia, non avevano subito interruzioni, anche perché il progetto della moschea corrispondeva ai requisiti urbanistici previsti nell’area e non contemplava l’erezione di un minareto, per non contravvenire a una legge dei tempi di Jörg Haider. Per la verità, quella legge non vietava la costruzione di moschee con minareti, perché sarebbe stata discriminatoria nei confronti di una fede religiosa e pertanto incostituzionale, ma edifici non conformi ai modelli tradizionali carinziani (lasciando intuire che un minareto non sarebbe stato conforme).
Da allora sono passati due anni e ora la moschea è quasi pronta. Il “mihrab” (la nicchia dove prega l’imam) e il grande lampadario centrale sono già al loro posto. Mancano soltanto il pulpito per il predicatore, il grande tappeto sul pavimento e poche altre cose. Quasi tutti i materiali e i lavori sono stati prestati da aziende carinziane. Soltanto il lampadario arriva dalla Turchia, mentre per la cupola è intervenuta una ditta della Stiria, perché in Carinzia pare che nessuno fosse in grado di realizzare un’opera del genere.
I costi ammontano a un milione di euro e sono stati finanziati interamente con le offerte della comunità islamica della Carinzia, che è prevalentemente di provenienza bosniaca. La comunità si è costituita nel 1994, negli anni delle guerre balcaniche seguite alla dissoluzione della Jugoslavia . Attualmente conta circa 350 membri e la nuova moschea è così grande che potrebbe accoglierli tutti contemporaneamente.
Attualmente i musulmani di Klagenfurt si riuniscono in una “casa di preghiera” nella Villacher Strasse, più che sufficiente per i pochi frequentatori quotidiani, ma non al venerdì, quando l’affluenza è maggiore. Per questo la comunità ha sentito l’esigenza di poter disporre di una “vera” moschea. “Qui – ha spiegato Suvan Emric, responsabile dell’associazione culturale bosniaca Gazi Husrev Beg – ci sarà spazio per gli uomini al pian terreno e per le donne su una specie di tribuna. Naturalmente, se vi saranno poche persone, anche le donne potranno scendere al pian terreno. Le prediche saranno tenute sia in tedesco che in lingua bosniaca”.
La data dell’inaugurazione non è stata ancora stabilita, perché si vorrebbe attendere la fine dell’epidemia. In ogni caso si spera che possa avvenire entro l’inizio di aprile, prima che incominci il mese del Ramadan. “È prevista una giornata delle porte aperte – spiega Emric – a cui saranno invitate tutte le persone, di ogni fede religiosa. Vogliamo che tutti possano guardare dietro le quinte e sapere chi siamo e che cosa facciamo”.
Attualmente vivono in Austria circa 700.000 islamici. È la comunità più numerosa, dopo i cattolici e gli ortodossi. Una parte preponderante è costituita da turchi e da bosniaci. Alla comunità bosniaca appartiene anche l’attuale ministra della Giustizia, Alma Zadic, giunta anch’essa in Austria con la famiglia negli anni ’90, per sfuggire alle violenze serbe.
Gli islamici hanno creato nel tempo oltre 400 “luoghi di preghiera”. Per lo più si tratta di sale in normali edifici di civile abitazione, soltanto cinque sono vere e proprie moschee, di cui quattro con minareto. La più vecchia si trova a Vienna e fu costruita nel 1979 su commissione del re dell’Arabia Saudita. Tre moschee appartengono alla comunità turca e si trovano a Telfs (Tirolo), a Bad Vöslau (Bassa Austria) e a Saalfeld (Salisburghese). La quinta si trova in un quartiere di Graz (Stiria) e appartiene alla comunità bosniaca, come la sesta che sta per essere aperta a Klagenfurt.
NELLE FOTO, un rendering della nuova moschea di Klagenfurt e una immagine dell’interno, ancora in fase di allestimento.
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