Sabato 18 Maggio 2024

11.08.26 Carcere giudiziario di Ried gefaengnis-ap726Gottfried W., l’uomo che per 40 anni ha abusato sessualmente delle figlie, segregandole dal mondo con la minaccia di percosse e di morte, è ora rinchiuso nel carcere giudiziario di Ried, il capoluogo del mandamento dell’Alta Austria cui appartiene Braunau e il suo sobborgo di St. Peter am Hart, teatro dell’indicibile martirio. Il giorno dopo l’arresto del padre-orco il paese è sotto choc, incredulo per la storia sconvolgente venuta alla luce e turbato dall’assalto di giornalisti, fotografi e cameramen.

Contro Gottfried W., oggi ottantenne, il procuratore della Repubblica Alois Ebner ha emesso il pesante capo di imputazione che abbiamo riferito ieri: lesioni personali volontarie, tortura, mancata assistenza a persone minori e inermi, minaccia, violenza, stupro e altri delitti sessuali contro persone indifese.

La Procura ha aperto un fascicolo anche nei confronti delle due figlie, rispettivamente di 53 e 45 anni, per omissione di soccorso: quando il padre aveva tentato nuovamente di abusare della più anziana, questa lo aveva respinto, facendolo cadere; l’uomo non era stato più capace di rialzarsi con le proprie forze e le due donne, spaventate, lo avevano abbandonato a terra per due giorni. “Si tratta di un atto dovuto – ha spiegato il magistrato – le donne vanno considerate prioritariamente come vittime, che si sono difese da un nuovo atto di violenza, e non come ree”. Anche per esse sarà necessaria una perizia psichiatrica, dato l’evidente stato di confusione mentale in cui si trovano.

Uno stato confusionale che aiuta a comprendere come mai l’episodio che ha posto fine al loro martirio risalga al maggio scorso, mentre le manette ai polsi dell’anziano genitore siano scattate soltanto giovedì pomeriggio. Quando tre mesi fa la figlia maggiore, da sola o con l’aiuto della sorella, scaraventò a terra il padre che per l’ennesima volta desiderava abusare di lei, attese due giorni prima di chiamare un’assistente sociale che portasse soccorso al padre.

La donna spiegò allora in modo probabilmente molto nebuloso quel che era accaduto – il padre voleva metterle le mani addosso e lei l’aveva respinto per difendersi – ma senza che venisse alla luce l’intera storia di un incesto continuato per quarant’anni. L’uomo era stato ricoverato in ospedale e poi in una casa di riposo per anziani. Le due figlie, rimaste sole nella casa di St. Peter am Hart, finalmente libere di muoversi in ogni stanza e non soltanto in quella in cui il padre le aveva tenute prigioniere fino allora, avevano riacquistato un po’ alla volta coraggio e avevano incominciato a parlare e a confidarsi con un assistente della Croce rossa. Prima soltanto qualche accenno al loro calvario, timorose di rivelare una storia di cui spesso le vittime finiscono per ritenersi in qualche modo responsabili. Poi un fiume in piena, quasi liberatorio, dopo quarant’anni di silenzi e di terrore.

L’assistente della Croce rossa ha appreso così l’indicibile avvenuto fra le quattro mura di quella casa appartata di St. Peter e ha inviato un esposto a fine giugno al Tribunale mandamentale di Braunau. Solo da quel momento le indagini sono state indirizzate all’ipotesi di incesto. Il primo provvedimento urgente è stato quello di proteggere le due donne dal padre, cui è stato interdetto il ritorno nella casa di St. Peter. “Solo se il padre non era in casa – ha spiegato il procuratore Ebner – le figlie sarebbero state in grado di parlare”. Il racconto che hanno fatto e le verifiche delle circostanze esposte hanno convinto il magistrato che dicevano il vero e così giovedì si è giunti all’arresto di Gottfried W., che peraltro continua a dichiararsi innocente.

Mentre l’azione penale nei confronti del padre- orco è in corso (l’arresto ha carattere provvisorio e scadrà il 9 settembre), il Tribunale sta provvedendo anche alla nomina di un tutore per le due figlie. Le loro condizioni mentali sono talmente precarie che finora, nei colloqui con i giudici, non avevano mai fatto cenno al martirio subito.

Nella foto, il carcere giudiziario di Ried dov’è detenuto attualmente l’uomo che per quarant’anni ha violentato le figlie.

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