Sabato 18 Maggio 2024

Schloss VeldenLa vendita (per ora soltanto tentata) dello Schlosshotel di Velden, da parte di Hypo Group, è utile per farci capire, senza infingimenti, i giudizi, o pregiudizi, che gli austriaci hanno nei confronti degli italiani.

Come abbiamo riferito in questo blog, ci sono due potenziali acquirenti che si contendono il palazzo-albergo in riva al Wörthersee. Uno è il medico-imprenditore di Padova, Ugo Barchiesi, che si è fatto avanti per primo, firmando un preliminare di acquisto e versando una caparra di 4 milioni di euro. Barchiesi conosce lo Schlosshotel, ne è stato ospite in passato con la famiglia e ha in mente di farne un hotel a 5 stelle in grado di offrire alla clientela servizi nel campo del wellness e della sanità. Insomma, un luogo dove villeggiare, tuffarsi in piscina ma anche, per chi lo desidera o ne ha la necessità, una clinica di lusso per curarsi e rimettersi in sesto. Tra l’altro, questo secondo segmento di clientela, consentirebbe alla struttura di lavorare tutto l’anno, mentre attualmente nei mesi invernali è quasi vuota.

Il secondo acquirente è Karl Wlaschek, ex proprietario di Billa, che, quasi centenario, ha investito il suo cospicuo patrimonio nel campo immobiliare, facendo soldi a palate. L’acquisto dello Schlosshotel sarebbe l’ultimo affare di una lunga sequenza di affari. Anche lui ha firmato con Hypo Group un preliminare di acquisto.

Perché si è giunti a questo secondo contratto? Perché il primo, quello di Barchiesi, non era stato onorato: il padovano non aveva versato la somma concordata (si dice 50 milioni di euro) alla scadenza fissata per il closing. Per giorni e settimane Hypo Group era andata dicendo che l’acquirente italiano era scomparso dalla circolazione ed era introvabile. Falso. L’autore di questo blog è riuscito a parlargli in meno di 10 minuti, dopo aver trovato il suo numero di telefono in internet.

La versione dei fatti fornita dal Barchiesi differiva da quella di Hypo Group. La firma conclusiva della compravendita era stata rinviata perché l’hotel di Velden presentava difetti strutturali e di allestimento che non erano stati sanati dalla banca venditrice (tant’è vero che la stessa banca ha in corso quattro azioni civili nei confronti delle imprese che avevano ristrutturato l’edificio negli anni passati).

Orbene, non sappiamo se la tesi sostenuta da Barchiesi sia giustificata, né ci compete farlo. Lo stabilirà il Tribunale di Klagenfurt, davanti al quale ormai è stato trasferito il contenzioso. Qui ci interessa registrare come la vicenda sia stata interpretata dall’opinione pubblica carinziana, che ha visto in Ugo Barchiesi il solito faccendiere italiano, di cui è meglio diffidare. “Barchiesi un imprenditore? – si legge nel commento di un lettore sul sito on line della Kleine Zeitung, quotidiano della Carinzia – Da quando vale questa definizione per un ciarlatano? Ah già, è vero, in Italia tutti sono dottori”.

I commenti postati nei siti on line dei giornali, quasi sempre anonimi, vanno presi per quello che sono, senza dar loro eccessiva importanza. Ma che dire allora dell’opinione del governatore della Carinzia, Gerhard Dörfler, che si è compiaciuto per la “soluzione austriaca” trovata per lo Schlosshotel? Quella italiana non gli andava bene? Anche per il Landeshauptmann della Carinzia Barchiesi era un “ciarlatano” di cui diffidare?

Un po’ di patriottismo è legittimo, ma appare inopportuno e sinanco fastidioso nel governatore di un Land che in altre circostanze si presenta come paladino dell’Euroregione e invita gli imprenditori italiani a investire in Carinzia. Per lo Schlosshotel, dunque, va bene l’”östrreichische Lösung”, la “soluzione austriaca”, mentre per lo stabilimento di refrigeratori di Hermagor va bene che subentri la Refrion friulana alla precedente società austriaca fallita? Non gli è venuto nemmeno il dubbio che forse nella vertenza Barchiesi-Hypo Group potrebbe essere il primo ad avere qualche ragione, se non altro perché nessuno butta dalla finestra 4 milioni di euro di caparra, nemmeno un ciarlatano?

L’aspetto curioso di questa sgradevole storia è che Hypo Group (e Dörfler) sono convinti che con “Mister Billa” la vendita dello Schlosshotel sia ormai una cosa fatta, mentre così non è. Barchiesi non intende mollare e per far valere le sue ragioni ha assoldato uno dei più valenti avvocati del Paese, Dieter Böhmdorfer, già ministro della giustizia, accanto all’italiana (ma con studio a Klagenfurt) Enrica Maggi. La giustizia austriaca è più rapida di quella italiana, ma la decisione richiederà del tempo e fino ad allora lo Schlosshotel resterà una palla al piede di Hypo Group, che pure avrebbe avuto tutto l’interesse a disfarsene al più presto. Se non altro per non sopportare 3 milioni all’anno di perdite.

Nella foto, il parco privato dello Schlosshotel di Velden.

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