Sabato 18 Maggio 2024

19.02.26 Herbert Kickl + Peter Webinger caposezione stranieriSaranno privati della libertà i profughi che hanno chiesto asilo in Austria, se ritenuti pericolosi per l’ordine pubblico o per la sicurezza delle persone. Lo ha annunciato ieri il ministro degli Interni, Herbert Kickl, in una conferenza stampa. In che cosa consista la misura restrittiva non è ancora ben chiaro. Il ministro ha parlato di “Sicherungshaft”, ovvero di “reclusione di sicurezza”. Se le parole hanno un senso, dovrebbe trattarsi di una vera e propria incarcerazione in strutture non assimilabili ai nostri Cie, i cui ospiti proprio per questo sono chiamati “ospiti” e non “detenuti”.

Non è nemmeno ben chiaro quando un richiedente asilo possa essere considerato pericoloso, se non ha ancora commesso alcun reato per il quale sia perseguibile penalmente. Peter Webinger, nuovo capo della Sezione stranieri al ministero degli Interni, presente alla conferenza stampa accanto al ministro, ha citato l’esempio del profugo islamico che davanti a una bandiera dell’Isis proferisce minacce. Non è stato un esempio azzeccato, perché in tal caso il profugo in questione sarebbe già perseguibile per istigazione alla violenza, senza bisogno di inventare per lui un provvedimento preventivo di reclusione.

La problematicità della nuova misura deriva dal fatto che sarebbe assunta dalle forze dell’ordine senza alcuna autorizzazione della magistratura. Si tratterebbe dunque di una misura straordinaria, non consentita dalla Costituzione. Per la sua introduzione si richiede una legge costituzionale, con la maggioranza qualificata di due terzi del Parlamento, che l’attuale governo di destra non ha. Serve il coinvolgimento di uno dei due partiti di opposizione, Spö (socialdemocratici) o Neos (“Nuova Austria”, di orientamento liberale).

Che la cosa sia complicata è chiaro a tutti. Del resto già il cancelliere Sebastian Kurz (Övp), intervenendo sabato scorso alla radio, aveva preannunciato il provvedimento per i “profughi pericolosi”, dicendo che ci stavano lavorando, oltre a Kickl, anche la sottosegretaria agli interni Karoline Edtstadler (con un passato di magistrata) e il ministro della Giustizia Josef Moser.

L’idea di una reclusione preventiva è piaciuta stranamente all’ex ministro socialdemocratico della Difesa Hans-Peter Doskozil (in procinto di diventare governatore del Burgenland). Gli è piaciuta tanto, che vorrebbe estenderla anche ai cittadini austriaci ritenuti pericolosi. Ma un passo così lungo nemmeno ai nazionalisti dell’Fpö sarebbe venuto in mente, tanto che nella conferenza stampa di ieri il ministro Kickl l’ha esplicitamente esclusa.

Oltre che della “reclusione di sicurezza” Kickl ha parlato ieri di una riforma dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, che in futuro si chiameranno “centri per il rimpatrio”. Gli ospiti saranno invitati a non uscire tra le 10 di sera e le 6 del mattino. Chi non si atterrà all’invito sarà trasferito in altre strutture in località disabitate, dove nessuno avrà interesse ad uscire, né di notte, né di giorno.

 

NELLA FOTO, il ministro degli Interni Herbert Kickl. Al suo fianco, il nuovo capo della Sezione stranieri del ministero, Peter Webinger.

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