Sabato 18 Maggio 2024

19.02.25 Vacche all'alpeggio (foto Barbara Gindl)Sono passati alcuni anni da quando avevamo riferito di escursionisti di montagna assaliti da vacche al pascolo. Erano episodi accaduti in Tirolo, ma anche in Carinzia, alla Turracher Höhe, e nel Salisburghese. Incidenti simili erano diventati così frequenti, che la Camera dell’agricoltura del Tirolo aveva deciso di pubblicare un opuscolo dal titolo “Eine Alm ist kein Streichelzoo” (“Un alpeggio non è uno zoo per accarezzare gli animali”), con dieci regole da seguire per attraversare indenni mandrie di bovini al pascolo. Il “decalogo” era uscito poco dopo che una turista tedesca di 45 anni era stata ammazzata da una vacca nelle Alpi di Stubai, una delle prime valli che si incontra scendendo dal Brennero verso Innsbruck.

La tragedia era accaduta il 28 luglio del 2014. Da allora sono passati oltre quattro anni e i nodi sono venuti al pettine. La famiglia della turista calpestata a morte della vacca tirolese ha intentato una causa civile nei confronti del titolare dell’alpeggio. Il giudice ha riconosciuto le ragioni dei superstiti e ha condannato il padrone della vacca a un risarcimento di 490.000 euro.

Nel corso del processo, il mandriano aveva più volte fatto presente che nell’area dell’alpeggio erano collocate tabelle che segnalavano la presenza di vacche al pascolo e invitavano alla cautela nei confronti di quelle nutrici. L’avvocato di parte civile, invece, aveva sostenuto la necessità che il responsabile dell’alpeggio tenesse la sua mandria lontana dalla strada, essendo questa pubblica.

Il giudice ha dato ragione ai familiari della donna uccisa. Sarà interessante conoscere le motivazioni della sentenza, se le parti riterranno di renderla pubblica, per capire come sia stato computato un risarcimento così oneroso. Di norma l’importo è elevato se la vittima sopravvive all’incidente, subendone un’invalidità permanente grave, che richieda cure costose e assistenza, non se muore. Per giunta, appare del tutto improbabile che chi vive pascolando le vacche in montagna abbia 490.000 euro a disposizione per il risarcimento.

Proprio partendo da quest’ultima considerazione, Ewald Jenewein, legale del malgaro, ha espresso il timore che la sentenza del Tribunale possa avere gravi ripercussioni sulla pratica dell’alpeggio non solo in Tirolo, ma in tutte le regioni alpine austriache. Se il rischio è di dover risarcire centinaia di migliaia di euro a escursionisti aggrediti da vacche infuriate, in futuro tutti gli alpeggi saranno ermeticamente recintati, con chiusura delle strade e dei sentieri che li attraversano. Secondo la normativa austriaca, infatti, il diritto di passaggio esiste nelle zone forestali, non sui terreni scoperti adibiti a pascolo.

La vicenda ricorda da vicino quella accaduta qualche anno prima nel Vorarlberg, dove un’escursionista (anche allora si trattava di una donna tedesca) aveva fatto causa all’Alpenverein, perché il parapetto di una passerella su un torrente, realizzata da volontari dell’associazione, aveva ceduto al suo passaggio. La conseguenza era stata che, onde evitare altri incidenti analoghi con risarcimento danni, l’Alpenverein aveva rimosso tutti i parapetti montati su passerelle di sua competenza.

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