Sabato 18 Maggio 2024

21.01.28 St. Anton am Arlberg (cartello) - CopiaPorte aperte agli sciatori stranieri, nonostante il lockdown. Party “senza interruzione” e senza distanziamento. Ovviamente contagi a raffica. Il Tirolo non ha imparato nulla dalle drammatiche esperienze di un anno fa. O, per meglio dire, i tirolesi non hanno fatto tesoro di quelle esperienze. Il Land, infatti, dice che non ne sapeva nulla, come del resto aveva fatto anche lo scorso anno. Ma i tirolesi che hanno affittato stanze agli ospiti stranieri, che hanno venduto loro birre e superalcolici, che hanno dato loro da mangiare, anch’essi non si erano accorti di nulla o sono così tonti dal credere che quegli “allegroni” venuti dal Nord Europa fossero in regola? Nessuna meraviglia, quindi, se ora si parla di una “seconda Ischgl”.

La prima trasgressione alle norme restrittive disposte dal governo, d’intesa con i Länder, si era vista una decina di giorni fa a Jochberg, piccola località tirolese dalle parti di Kitzbühel. Come è noto, gli impianti sciistici sono in funzione e le piste sono aperte, ma non gli alberghi e i ristoranti. In altre parole, si può sciare, ma bisogna portarsi i panini per un pranzo al sacco e alla sera si deve ritornare a casa. Ciò significa che può utilizzare gli impianti soltanto chi è della zona, non turisti venuti da lontano.

A Jochberg, invece, era arrivata una comitiva dalla Gran Bretagna. Avevano dichiarato di essere tutti maestri di sci e di trovarsi lì per un corso di addestramento. La scuola di sci del luogo non ne sapeva nulla e gli ospiti non avevano affatto l’aspetto di maestri. Evidentemente era solo un modo per eludere il divieto di soggiorno, perché le presenze per esigenze di addestramento (di chi scia per agonismo) e di lavoro (come i maestri di sci) sono consentite. Tutti a Jochberg avevano mangiato la foglia, ma, siccome sono “furbi”, si sono chiesti: perché perdere questa occasione di guadagno?

L’aver fatto finta di credere che gli inglesi fossero davvero maestri di sci è costata cara. Ci sono stati dei contagi, come era lecito attendersi, e soprattutto nonostante i primi contagi il corso non è stato interrotto. Ma era davvero un corso? Il quotidiano britannico “The Sun” lo ha definito un “non stop party”, dal primo all’ultimo giorno. Altro che corsi di sci!

Il caso Jochberg doveva far rizzare le antenne. E invece no, le antenne sono state tenute deliberatamente abbassate. Così è stato possibile che a St. Anton am Arlberg (la stessa località coinvolta lo scorso anno nello scandalo di Ischgl, che del resto si trova nelle vicinanze) arrivassero comitive di inglesi, danesi e svedesi.

Qui la scusa non è stata un corso di sci, ma la ricerca di un lavoro. I partecipanti alla vacanza, infatti, non sono arrivati a St. Anton dall’aeroporto di Innsbruck, ma da quello di Zurigo in treno. Si sono presentati alla frontiera spacciandosi per lavoratori pendolari, che andavano a St. Anton per fare i lavapiatti o spalare la neve. Spiegazioni risibili, ma alle quali i tirolesi hanno finto di credere.

Il fatto che tutti abbiamo seguito lo stesso itinerario per Zurigo e che tutti abbiano addotto la stessa motivazione fa ritenere che l’operazione fosse stata orchestrata in rete. Ovviamente nessuno ha lavato piatti (quali piatti, se i ristoranti sono chiusi?), né ha spalato neve. Testimoni del posto riferiscono di party continui con la presenza di 30-40 persone alla volta. Non potendo entrare in bar o discoteche, la location era stata trovata in fienili adattati per l’esigenza e bevande, liquori e bicchieri di plastica erano stati comprati al supermercato.

Finora abbiamo parlato di Tirolo, ma anche il Salisburghese ha fatto parlare di sé. A Flachau, nel Pongau, baricentro dello “Skiwelt Amadé”, si è tenuto un corso di aggiornamento per 152 maestri di sci inglesi (ma quanti maestri di sci ci sono Inghilterra! e abbandonano i loro clienti in patria proprio nei giorni in cui avrebbero maggiori opportunità di lavoro!). Come era prevedibile, si è registrato un focolaio di Coronavirus e 76 partecipanti al corso sono risultati contagiati. Le autorità sanitarie hanno bloccato tutti i corsi per maestri inglesi (evidentemente ce n’erano altri in programma) e il gruppo attualmente presente è stato posto in quarantena.

L’ultima notizia riguarda Franz Hörl, parlamentare dell’Övp e capogruppo in Tirolo del settore impianti di risalita. Ne avevamo scritto lo scorso anno negli articoli dedicati a Ischgl. In quell’occasione Hörl si era battuto per evitare la chiusura delle stazioni sciistiche, anche quando era diventato evidente che i contagi si stavano estendendo in mezza Europa. Ora anche lui è stato contagiato dal Covid-19. Auguri di pronta guarigione.

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